Prima hanno preso in giro l’Italia che si metteva in quarantena seguendo l’esempio vincente della Cina ed ora chi rideva chiude scuole, mette in smart working i dipendenti e riduce al minimo le attività non necessarie: Francia, Germania e Spagna giusto per non fare nomi con la fuoriuscita Gran Bretagna che passa dal gregge contaminato al tuti dentro mostrando poca flemma e razionalità britannica in questa fase.
Anche nell’automobile, l’Italia ha mostrato di avere una marcia in più partendo proprio dalla sua rete distributiva che volontariamente per tutelare collaboratori, clienti e se stessa ha deciso di chiudere, ancor prima della legge, le concessionarie considerato anche che le informazioni si possono raccogliere anche via internet e la prova su strada si può posticipare di qualche settimana senza dramma, mentre i preventivi si fanno pure a distanza e magari chiedendo on line 3 o 4 si ottengono anche degli sconti o condizioni economiche più vantaggiose.
Chiuse le Concessionarie (ma non la prima assistenza), le stesse Filiali italiane hanno prontamente predisposto piani di smart working ed il lavoro agile ha coinvolto le stesse testate giornalistiche come www.infomotori.com. Garantita la salute di dirigenti ed impiegati col telelavoro, per assicurare la sicurezza degli operai delle fabbriche sono stati decisivi nuovi sistemi con maggior spazio fra i vari collaboratori e profonde sanificazioni degli ambienti dando a tutti gli addetti maschere, guanti e tute protettive tenendo aperte solo le aree necessarie. Vista la situazione, il passo successivo è stato quasi inevitabile di stoppare per qualche settimana la produzione sia per operare ulteriori migliorie sia perché le auto prodotte sarebbero state poi parcheggiate nei piazzali esterni visto che tutta la filiera era bloccata…
Certamente a livello economico, in una fase già impegnativa, il blocco ante primaverile non è certo una bella notizia ma come ogni medaglia il lato positivo è ben presente e si può sintetizzare con una opportunità per spingere verso la sicurezza dei posti di lavoro, della loro ottimizzazione e soprattutto di una ulteriore accelerazione verso l’elettrificazione perché il fatto che il COVID-19 abbia colpito le zone più inquinate del Pianeta deve farci pure un pò riflettere…
Altro lato di fiducia ci viene dalla Cina dove hanno messo in quarantena ferrea oltre 60 milioni di persone della regione capitale dell’automobile cinese ed ora sembra che il COVID-19 sia stato debellato e le fabbriche di auto sono state riaperte. Certo a gennaio-febbraio la produzione e vendita sono crollate ma ora la Cina è ancora più competitiva.
Ultima riflessione sull’industria automobilistica rinnovata è che mentre in Europa stanno gradualmente chiudendo tutte le fabbriche auto per adeguarsi all’emergenza, in Germania si sta lavorando alacremente per costruire la Gigafactory Tesla che sta per sorgere nei pressi di Berlino dove saranno prodotte solamente auto elettriche, così come è già operativa dopo appena 12 mesi la Gigafactory Tesla a Shanghai, segnalando che proprio in questi giorni dalla fabbrica USA ha fatto uscire la milionesima Tesla, una Model Y che sarà costruita anche in Germania e si candida ad essere una delle auto più vendute nel mondo insieme al futuro pick up Cybertruck che ha già raccolto oltre mezzo milione di ordini. La mobilità elettrica sicuramente subirà una accelerazione da questa pandemia che richiede un nuovo modo di produrre, di distribuzione, di servizi e di mobilità.