Fiat al bivio della scissione

Oggi pomeriggio inizia un nuovo capitolo della lunga storia Fiat: l’azienda torinese si scinderà in due distinte Business Unit le attività relative al settore automobile e quello del settore industriale.
La prima, Fiat Auto, seguirà la produzione e la commercializzazione delle auto, che con Chrysler si è molto rafforzata, l’altra, Fiat Industrial, si occuperà della produzione di motori per mezzi pesanti, macchine industriali e marini.

“Se la prima è ben conosciuta, la seconda è meno conosciuta, però nei mercati dove opera è una delle più grandi al mondo con 60 mila dipendenti e 70 stabilimenti”, ha tenuto a precisare il presidente Fiat, John Elkann.

Oggi pomeriggio l’AD Fiat, Sergio Marchionne, presenterà ai soci Fiat nell’assemblea che dovrà approvare la scissione, i dati di stima della situazione a fine anno in base alla previsione attuale sui flussi di cassa, e confermano la suddivisione in sostanziale parità fra le due entità.
I tempi della scissione non saranno lunghi, infatti Marchionne ha detto che la richiesta di quotazione di Fiat Industrial in Borsa sarà presentata entro fine mese e dovrebbe venire approvata entro fine novembre, in modo così da stipulare l’atto di scissione attorno metà dicembre e di dare efficacia all’operazione da inizio 2011, mentre la quotazione delle azioni Fiat Industrial in Borsa inizierà ufficialmente il 3 gennaio 2011.

“Questa è un’assemblea storica – ha detto il presidente John Elkann aprendo l’incontro- perché oggi nasceranno due Fiat forti, con ambizioni, con obiettivi e soprattutto con persone che ci lavorano e sono pronte a realizzarli.
In Fiat non abbiamo paura del futuro anzi vogliamo costruirlo”
.
Poi Elkann ricorda com’è stata fin’ora la sua esperienza all guida dell’azienda di famiglia: “In questi giorni, pensando a questa assemblea pensavo agli ultimi dieci anni che sono stati gli anni in cui ho iniziato a vivere in questa azienda. Sono stati dieci anni che sono iniziati in maniera difficile, ricordo i momenti bui, quella sensazione di un destino ormai segnato, l’aria di agonia. Ed è proprio in quel momento che è maturata in me una forte convinzione: il rifiuto della decadenza”.

Grazie alla scissione, le aziende Fiat “potranno muoversi a una velocità notevolmente più rapida di quanto non abbiano mai fatto”, ha detto l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, perché Fiat grazie agli sviluppi tecnologici e organizzativi svolti in questi anni e grazie all’accordo con Chrysler “non ha più bisogno di stampelle e può essere lei stessa artefice del proprio destino”.
Il piano strategico 2010-2014 presentato la scorsa primavera punta “sull’utilizzo efficiente degli impianti produttivi, che devono rispondere a criteri di razionalità ed efficienza, in modo da saturare la capacità produttiva di Fiat Automobiles e Fiat Industrial, anche per sanare le inefficenze operative legate all’attuale basso utilizzo degli impianti in Italia”.

Questo passo è stato affrontato solo perché, spiega ancora Marchionne, “dal 2004 abbiamo voluto mantenere inalterato l’assetto del Gruppo perchè era in corso un processo di ricostruzione della capacità del Gruppo di generare profitti. Ora il processo è completato e le due società nate dalla scissione avranno maggiori libertà di azione anche nel caso maturino possibilità di stringere alleanze”.

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