Dal 15 ottobre 2021 il Green Pass o Certificato Verde diventa obbligatorio per tutto il mondo del lavoro e quindi anche per quello dei trasporti, con conseguente applicazione della norma anche per autisti, macchinisti e conducenti dei mezzi. Manca però ancora chiarezza in merito, per cui proviamo a dipanare la matassa e a capire assieme cosa succederà dal 15 ottobre, giorno in cui il Green Pass obbligatorio entra in vigore.
Se ad oggi non è ancora prevista l’esibizione obbligatoria del Certificato Verde per i passeggeri dei mezzi pubblici quali tram, autobus, metro e scuolabus, solo per citarne alcuni, il discorso cambia per chi questi mezzi deve condurli. Le aziende come Atac e altre brancolano nel buio perché la normativa non è ancora molto chiara e perché basta un cavillo a rendere molto incerta e “pericolosa” la situazione.
In primo luogo ancora non si capisce bene chi effettuerà gli eventuali controlli, se questi avverranno direttamente all’interno dei veicoli o nei depositi, se a inizio servizio o alla conclusione dello stesso. Ma il punto di domanda più grande è quello relativo alla contraddittorietà tra due norme: il Decreto Legge n. 127 del 21 settembre 2021, che prevede l’obbligatorietà del Green pass, e il decreto legislativo 81/2008, che non riconosce le vetture come “luoghi di lavoro”.
Di recente Conftrasporto ha espresso nuovamente forte preoccupazione per il problema ormai strutturale della carenza di autisti che dal 15 ottobre – quando scatterà l’obbligo di Green pass nei luoghi di lavoro – potrebbe aggravarsi. All’appello, secondo l’associazione, mancherebbero 20mila autisti “e l’alta percentuale di non vaccinati nel comparto insieme all’oggettiva impossibilità di procedere al tampone rispettando modalità e tempi dell’attività lavorativa, potrebbero produrre un forte impatto negativo sulla capacità di erogare i servizi necessari”. Gli autotrasportatori, comunque, ad oggi continuano a garantire l’approvvigionamento delle merci su tutto il territorio nazionale.
Il problema per i trasporti è che pare che circa il 30% degli autisti non sia vaccinato ed un altro terzo non sembra intenzionato a discriminare i loro colleghi minacciando di tenere il loro Green Pass in tasca rifiutandosi di esibirlo e quindi non potendo lavorare e trasportare merci o persone. La stessa minaccia è stata ufficializzata dai lavoratori dei porti di Trieste e Monfalcone che potrebbero creare grossi disagi se replicati anche nelle altre stazioni portuali italiane dove la unione dei lavoratori è da sempre molto forte e sentita.
Nessun dubbio, invece, sulle sanzioni che pendono sul personale che lavora nei trasporti. “Si precisa che in assenza della certificazione richiesta, il dipendente non potrà accedere al luogo di lavoro e/o sede aziendale e sarà considerato assente ingiustificato sino alla presentazione del Green pass, comunque non oltre il 31 dicembre 2021 – prosegue la nota – Per i giorni di assenza, il dipendente non avrà diritto ad alcun trattamento economico, pur mantenendo inalterato il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, senza conseguenze di carattere disciplinare”.
La “assenza di conseguenze di carattere disciplinare” secondo alcuni avvocati elimina anche le tutele a favore dei passeggeri in caso di scioperi del trasporto pubblico che prevede avvisi e fasce orario garantite. Se infatti qualcuno volesse incrociare le mani potrebbe farlo senza preavviso poichè se non mostra il Green Pass non può lavorare e quindi guidare tram, treno, metropolitana o altro veicolo. Idem per taxisti e per tutti gli operatori della obilità, compresi mezzi della raccolta rifiuti, pulizia e simili.
Insomma, l’aver voluto essere i primi a rendere obbligatorio il Green Pass per lavorare sia nel pubblico e privato avrà certamente le sue ragioni, ma a livello pratico può creare grossi problemi, come la stessa Brexit gli ha creati in Inghilterra dove le stazioni di servizio iniziano a chiudere e le cisterne di carburante sono guidate dai militari che nel Regno Unito sono però di piu’ che in Italia oltre a dover avere una patente speciale per il trasporto di prodotti altamente infiammabili…
Il nostro consiglio è quello quindi di rimanere informati – noi cercheremo di darvi tutte le informazioni in tempo reale o quasi – e di prendervi per tempo, magari anticipando ove possibile i vostri impegni. Se ad esempio avete la possibilità di scegliere liberamente il giorno in cui fare una data commissione per la quale dovete prendere un mezzo pubblico, fatela prima del 15 ottobre, perché nei giorni immediatamente successivi l’introduzione del nuovo obbligo, potrebbero esserci disagi e ritardi notevoli. Lo stesso vale per i Punti Blu se volete una nuova tessera viacard o telepass così come gli uffici ACI anche se in molti casi si possono effettuare le operazioni anche a distanza ma bisogna che dall’altra parte vi sia qualcuno davanti al terminale!