Intervista a Sergio Marchionne al Salone di Parigi 2012

Sergio Marchionne, conferenza stampa al Salone di Parigi
Le numerose novità auto presentate ed esposte al Salone di Parigi 2012 non riescono a distogliere completamente l’attenzione dall’attuale stato di crisi in cui imperversa il settore, almeno per quel che riguarda il vecchio continente. Su questo e su altri temi caldi è intervenuto anche Sergio Marchionne, Amministratore Delegato Fiat e Presidente Chrysler, durante la conferenza stampa di oltre un’ora ricca di spunti di riflessione, in particolar modo sulla situazione attuale e futura in Italia.

Nessun aiuto in Italia o Europa
Infomotori era presente all’incontro con i giornalisti di settore alle cui domande Marchionne ha risposto ribadendo l’intenzione di gestire la crisi attuale senza ricorrere ad aiuti esterni: “Non cerchiamo aiuto né dall’Italia né dall’Europa”. Nessuna richiesta di incentivi dunque al governo italiano, come già ribadito nelle occasioni precedenti, a cui l’AD del Lingotto chiede piuttosto una riforma del fisco che renda più competitivo il paese favorendo l’export, condizione necessaria non solo per la permanenza di Fiat in Italia ma anche per poter attrarre nel nostro paese nuovi investimenti.

Nessun partner interessato a produrre in Italia con questo sistema fiscale
Da 8 anni e mezzo infatti Marchionne è alla ricerca di costruttori esteri interessati a produrre negli stabilimenti italiani ma ammette: “Zero, non ho ricevuto alcuna proposta”, fugando così le voci che nei giorni scorsi volevano Mazda interessata ad uno stabilimento italiano, aggiungendo poi “Non ho rinunciato, continuerò a cercare un partner finché sarò in Fiat”.

Nuovi investimenti
Lo sviluppo di nuovi modelli non è bloccato, e anzi il Centro Stile continua a lavorare su nuove idee, ma la congiuntura attuale secondo il manager non è idonea a nuovi investimenti: “Sabato ho mostrato al presidente Monti il caso di un costruttore che ha lanciato 4 mesi fa un modello nuovo costato un miliardo, e poi lo ha visto tornare rapidamente al livello di prezzo di quello vecchio”. Margini troppo bassi dunque per giustificare ulteriori investimenti, come il progetto Fabbrica Italia il cui ritiro “non ha niente a che fare con la Fiom”.

Fiat e Chrysler
Il futuro, almeno nel breve periodo, potrebbe dunque essere quello della produzione destinata agli USA, dove il mercato è in continua crescita anche grazie alla politica monetaria intrapresa e a cui l’Europa dovrebbe ispirarsi. Servono infatti stabilimenti per far fronte alla richiesta di Jeep negli Stati Uniti, ma prima di tutto è necessario valutare costi e margini dell’operazione, così come la disponibilità al terzo turno per gli operai.

Una Fiat che guarda sempre più all’estero dunque, è riguardo a questo Marchionne ha ribadito come la fusione tra Fiat e Chrysler era “un atto dovuto” ed è ancora “da completare”, sottolineando come “Senza Chrysler avremmo sofferto le pene dell’inferno in Europa”.

No ad un rientro in Confindustria
Poi l’ad del Lingotto è intervenuto sull’uscita dell’azienda da Confindustria: “Non mi manca, il nostro rientro sarebbe inspiegabile” non vedendo mutate dunque le condizioni riscontrate al momento dell’uscita. “Ho invece un rapporto ottimo con l’Unione Industriale con cui abbiamo un forte legame anche per ragioni storiche”, tiene a precisare Marchionne. 

Infine un plauso all’azione di Mario Draghi e Mario Monti dicendo: “Mario diventera” nome santo”, alludendo appunto al presidente del Consiglio italiano e a quello della Bce, a cui Marchionne ribadisce l’appoggio. 

 

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