IVA, il costo della patente aumentato del 22%, è retroattivo dal 2015

L’Agenzia delle Entrate ha comunicato un aumento relativo al costo della patente di guida pari al 22%, ovvero l’IVA, con effetto retroattivo. La decisione è stata presa per allineare l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in quanto le lezioni necessarie al conseguimento della patente non possono essere considerate di tipo scolastico e quindi beneficiare di un’esenzione.

Se fino ad oggi una patente B ha avuto un prezzo di circa 800€ (con variazioni in base al numero di guide necessarie) in futuro, in alcuni casi, supererà la soglia dei 1.000€.

La problematica però è legata alla retroattività della misura che tiene conto degli ultimi 5 anni, ovvero le annualità fiscali ancora aperte. In questo modo infatti l’applicazione dell’IVA alle patenti dovrà essere corrisposta per tutte le patenti conseguite in questi anni, per un totale di 3,8 milioni di licenze di guida. I conti sono presto fatti: le autoscuole dovranno corrispondere alla Agenzia delle Entrate 59.840.000€.

Pare poi che le scuole guida siano legittimate a chiedere ai propri allievi (ed ex allievi) di pagare la differenza, senza però nessuna garanzia sul fatto che le cifre richieste vengano corrisposte. Altrimenti, stando così le cose, le scuole dovrebbero sborsare di tasca propria l’IVA relativa agli ultimi 5 anni di attività.

Immediata, ovviamente, la reazione da parte delle autoscuole di Confarca (Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici), che hanno annunciato proteste e mobilitazioni per tutelarsi, specialmente nei confronti della retroattività del provvedimento.

Emilio Patella, Segretario nazionale autoscuole UNASCA, ha dichiarato che “Rischia di chiudere l’80 per cento delle nostre attività, ci opporremo: un conto è un adeguamento normativo ma il recupero retroattivo è tutta un’altra storia. Le autoscuole non hanno alcun titolo per riscuotere quelle somme dagli ex allievi, che potrebbero opporsi. Quindi saremo costretti a mettere mano al nostro portafoglio, ma per attività quasi sempre a conduzione famigliare questa opzione sarebbe fatale. Su questo daremo battaglia.

“Anzitutto, non c’è alcuna concorrenza sleale tra autoscuole d’Europa, come lamenta la sentenza della Corte di Giustizia. Mi pare improbabile che qualche cittadino tedesco sia venuto a prendere la patente in Italia perché qui non si pagava l’IVA. In secondo luogo, aumentare le tariffe rischia di aumentare il numero di privatisti e cioè di diminuire gli standard della formazione dei conducenti. Per non parlare delle guide su strada, che molti potrebbero scegliere di ridurre per problemi di budget. Infine c’è da chiedersi quanto possa detrarre l’IVA una ragazza o un ragazzo di 18 anni che prenda la patente oggi, e quanto, su un altro fronte, l’aumento delle tariffe per le patenti professionali e la carta di qualificazione del conducente scoraggerà chi voglia intraprendere la professione di autotrasportatore. Se a tutto questo aggiungiamo le tempistiche per arrivare oggi dall’esame di teoria a quello di guida, che in alcune province rischia di far scadere il foglio rosa, si capisce quanto esplosiva sia la situazione. Sarà una battaglia lunga e complessa, su cui UNASCA ha già iniziato a muoversi e che ci vedrà manifestare a Roma il 18 settembre e poi in altre città italiane”

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