Lamborghini Urus, il SUV da 650CV per abbattere i confini della guida

Dopo anni di attesa, Lamborghini Urus è pronta al debutto. Il primo SUV di Sant’Agata -il secondo se pensiamo all’LM002- ha carattere e stile, e ad anni di distanza dalla presentazione del primo concept si mostra per la prima volta nella sua veste definitiva. Chi sperava che il nuovo Super SUV bolognese si avvicinasse a quanto visto nel concept non è rimasto deluso, anzi.

Il nome, al pari del concetto, si discosta dalla pura tradizione Lamborghini e va a pescare poco più in là, più precisamente alla poderosa razza estinta degli Uri che Giulio Cesare descrive così: “Sono leggermente più piccoli degli elefanti, assomigliano ai tori per aspetto, colore e forma. Sono molto forti, estremamente veloci, non risparmiano né uomini, né animali che abbiano scorto. I Germani si danno molto da fare per catturarli per mezzo di fosse, e poi li uccidono: i giovani si temprano e si esercitano in queste fatiche e genere di cacce. […] Non si riesce ad abituare gli uri alla presenza degli uomini, né ad addomesticarli, neppure se catturati da piccoli.”

Il reparto marketing di Lamborghini ha scelto bene. Non un toro da combattimento come l’Huracán o il Murciélago ma un animale antico, ritratto nelle caverne dei nostri antenati e nelle loro storie. Tecnicamente il Lamborghini Urus si fregia di soluzioni avanzatissime, pensate principalmente per offrire una maneggevolezza spaventosa rispetto alle sue dimensioni e una versatilità che permette di guadare un fiume e correre in pista con la stessa nonchalance. In questo vengono chiamate in causa le sei modalità di guida dell’Anima che ai ben noti Strada, Sport, Corsa ed Ego aggiunge Sabbia, Terra e Neve.

In questo intervengono la gestione elettronica e attiva delle sospensioni e delle barre antirollio, al pari delle quattro ruote sterzanti e sempre in trazione. A questo proposito l’architettura 4WD non punta a compromessi. Sul Super SUV Lamborghini è infatti installato un differenziale anteriore integrato, un centrale Torsen e un differenziale posteriore con ripartizione attiva della coppia motrice.  Un mezzo dal lusso poliedrico quindi, che si fregia di un V8 biturbo da 4.0 litri. Urus infatti scende in campo con numeri record per la categoria: 650CV, 850Nm di coppia massima, un rapporto peso/potenza di 3,38Kg al CV ed una velocità massima di oltre 300Km/h. Per fermare questa massa imponente (2200Kg a vuoto) c’è un impianto frenante da riferimento. I dischi carbonceramici da 440mm all’anteriore sono morsi da pinze a 10 pistoncini ad attacco radiale, il che dovrebbe tramutarsi in un’emozione quantomeno pari a quella regalata dallo scatto da 0 a 100Km/h nei 3,6 secondi dichiarati dalla casa.

Gli interni di Lamborghini Urus sono imponenti e studiati: il tunnel centrale non fa nulla per nascondere una parentela con il mondo dell’aviazioneGli interni si traducono in una cura maniacale per i dettagli, linee indovinate -piuttosto simili a quelle del concept-  e un paio di problemi. Il primo, mai in discussione, è l’elefante nella stanza di questa operazione Lamborghini. Un marchio di auto sportive con questo blasone rischia di perdere carattereautenticità e fama, fattori irrinunciabili per un costruttore di auto sportive. Porsche però ne è uscita più forte di prima, non è detto che il Toro della Motor Valley non possa fare lo stesso. Un altro inconveniente è invece legato alla stretta parentela con la Q7 di Audi. Il pianale è infatti lo stesso, e l’ammiraglia SUV dei Quattro Anelli non è esattamente famosa per le sue doti sportive.


Lamborghini Urus, la scheda tecnica completa

 

 

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