Lancia Montecarlo, la storia della Beta che vinse nelle corse

Lancia Beta Montecarlo
La storia della mitica Lancia Montecarlo inizia nel 1975, tre anni dopo il debutto sul mercato italiano e internazionale della Lancia Beta da cui deriva anche se, come vedremo, le caratteristiche condivise tra le due vetture sono molto poche. Il design di questa berlinetta, aggressivo e sportivo con linee più squadrate rispetto alla progenitrice, porta la firma di Pininfarina, tanto che la vettura rappresenta un vero e proprio progetto di collaborazione tra Fiat e il prestigioso studio per la realizzazione di un’auto facile da predisporre per le corse.

 

Fiat, Pininfarina e Abarth insieme
La Montecarlo infatti risulta facilmente preparabile per ottenere vetture da competizione in particolare attraverso il reparto sportivo Abarth. Due le carrozzerie disponibili per questa berlinetta, ovvero la versione chiusa o coupé e quella con tettuccio in tela apribile conosciuta come spider. Il motore, montato in posizione centrale, è l’unico elemento in comune con le altre Lancia Beta. Si tratta infatti del 4 cilindri bialbero da 2.0 litri e 120 CV di potenza.

 

Differenze con la versione di serie
Le differenze sono sostanziali, a partire dalla trazione posteriore con il motore centrale montato davanti alle ruote e le sospensioni a ruote indipendenti MacPherson per quelle anteriori e a bracci oscillanti triangolari sul retro. Nonostante la propensione sportiva della struttura e del telaio il motore resta il medesimo delle Lancia Beta a causa della crisi petrolifera. Prima del debutto come modello di serie vengono infatti presentati dei prototipi Fiat con il nome di X1/8, mentre la versione praticamente definitiva si ha nel 1974 con i prototipi siglati X1/20, iscritti anche al Giro Automobilistico d’Italia da Abarth, e potenziati con un motore V6 da 285 CV di potenza.

 

La seconda generazione
La seconda serie, del 1979, si distingue dalla precedente per alcuni dettagli estetici come i vetri aggiunti alle pinne posteriori per migliorare la visibilità nelle fasi di manovra, la mascherina frontale aggiornata, cerchi maggiorati e nuovi rivestimenti per gli interni. Il motore rimane lo stesso, anche se guadagna un CV in più arrivando a 120 CV effettivi.

 

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