Il Salone di Ginevra è un appuntamento straordinario per ogni appassionato d’automobili e tecnologia. Mentre ci avviciniamo alla 90° edizione di questo evento così iconico e inclusivo, cerchiamo di ripercorrerne la storia da una prospettiva inusuale. iI GIMS, Geneve International Motor Show, non è solo storia dell’automobile. Lo è anche di tendenze, influenze e design.
Nel 2019 la locandina sfoggia colori metallici, con viola e blu mescolati sapientemente in un viola che ricorda avanzati software grafici e smartphone di ultima generazione. Vediamo, in questa carrellata che parte dal 1924 ed arriva ai giorni nostri, l’evoluzione delle locandine promozionali fra le correnti artistiche che riescono a raccontare in maniera netta l’evoluzione di moda e design di decennio in decennio.
Nonostante il Salone di Ginevra sia nato nel 1905, le prime locandine reperibili sul mercato risalgono agli anni Venti. Niente computer grafica, solo artisti di diverse correnti, per lo più futuristi. La velocità si fondeva a più riprese con la mitologia in un effetto tendenzialmente nostalgico. Da notare che già allora l’appuntamento, con qualche eccezione, si svolgeva a metà marzo.
Gli anni Trenta danno prova di un estro creativo per nulla sopito nonostante il fantasma di un conflitto internazionale cominciasse a farsi pressante. Gli anni in cui nacque la concezione di design come la conosciamo oggi, merito anche della fotografia e di una maggior divulgazione della cultura popolare. Notevoli i caratteri impiegati per alcune edizioni di stampo tipicamente fascista che culminano con il manifesto del 1939 in cui appare la bandiera nazista affiancata a quelle degli Alleati.
Il Salone riprese nel secondo dopoguerra, così troviamo solo le locandine di 1947, 1948 e 1949. Sono gli ultime esempi in cui vengono pubblicizzate anche le motociclette, mezzi (al tempo) più popolari delle automobili e capaci di attirare un pubblico più vasto. Col passare del tempo il Salone sarà sempre maggiormente incentrato sulle quattro ruote.
Negli anni Cinquanta il Salone torna in piena efficienza e, graficamente, assistiamo ad un decennio di passaggio tra la costante evoluzione di grafiche anni Trenta e quelle più moderne che vedremo a seguire. Da notare la locandina del 1955, in cui viene raffigurata una delle prime auto a scoppio: il vintage andava di moda anche al tempo.
Gli anni Sessanta portano in dote la modernità, almeno in termini grafici. Questo decennio è caratterizzato da locandine cupe, scure e non sempre di facile lettura. Questo perché, fatta qualche piccola eccezione, blu e nero sono i colori dominanti. Davvero atipica, moderna (e riuscita) la versione del 1962.
Senza dubbio il nostro decennio preferito, almeno in termini grafici. Oltre a racchiudere alcune tra le varianti più riuscite in assoluto (1970 e 1978) il decennio porta in dote una ventata di colori e, per la prima volta, le persone al centro della narrazione (1974, 1975 e 1976). Arrivano anche caratteri più morbidi e tondeggianti che, in seguito, non verranno più ripresi con la stessa intensità.
Questa decade è caratterizzata soprattutto per il (disastroso) debutto della computer grafica. Per carità, contestualizzata nel tempo deve aver avuto un certo impatto sul pubblico. Gli anni Ottanta segnano anche il debutto del logo Palaexpo, mentre la variante del 1985 ricorda la celebre scultura ad opera di Gerry Giuda sulla Porscheplatz per celebrare la 911.
I gloriosi anni Novanta non ci hanno riservato grosse soddisfazioni in termini di elaborazioni grafiche, che inizialmente sembrano intraprendere una direzione artistica minimalista fatta di vetture stilizzate e che, fossero rimaste in questa direzione, avrebbero potuto evitare le locandine di 1994, 1998 e 1999: la scelta di porre un accento sul mondo dell’infanzia e del green risulta davvero fuori luogo.
Anche in questo caso l’utilizzo della computer grafica ha superato la quarta parete per andare a colpire vigorosamente gli occhi del pubblico. 2000, 2001, 2007 e 2009 sono (a nostro modo di vedere) i casi più eclatanti. Davvero impressionante è la distanza che si è venuta a creare, in termini estetici, in appena un decennio: lo stile viaggia veloce.
Ecco come si presenta, ad oggi, il Salone di Ginevra. Un’evoluzione durata un secolo fra correnti stilistiche, innovazioni ed eventi storici che ci riconsegna ancora una volta il più importante salone dedicato all’automotive del mondo.