La storia del gruppo indiano Mahindra ha inizio quando K.C. Mahindra, industriale che lavora nel settore dell’acciaio, visita gli Stati Uniti e incontra Barney Roos, l’inventore della Willys Jeep. Di qui l’idea di creare un veicolo adatto al difficoltoso e accidentato terreno indiano e la nascita, nel 1945, di una società per produrre su licenza in India le Jeep destinate all’esercito e a pochi fortunati possessori. Mahindra & Mohammed, questo il nome dell’azienda, comincia a produrre anche trattori agricoli e veicoli leggeri commerciali, espandendosi in altri settori come quello finanziario e dell’Information Technology. Nel 2000 Anand Mahindra, nipote di K.C. Mahindra, lancia Mahindra Scorpio, SUV ante litteram interamente progettato e costruito in India: dal punto di vista automobilistico è la svolta che dà credibilità all’azienda. Dal 2005 Mahindra è il più grande produttore di SUV e fuoristrada in India e si occupa anche di sviluppo di componenti e servizi ingegneristici tramite una divisione separata che si chiama Mahindra Systems e Automotive Technologies (MSAT). Nel 2011 acquisisce la coreana SsangYong e nel 2015 il 51% di Peugeot Motorcycles e il 76% di Pininfarina. Oggi Mahindra & Mahindra Limited è il maggior produttore automobilistico in India.
Il design indiano è stato praticamente inesistente fino alla creazione di Tata Indica nel 1998 (il cui progetto, però, era in gran parte opera del centro stile italiano I.DE.A. Institute). Le cose cambiano con Mahindra Scorpio, disegnata e costruita interamente da Mahindra e vincitrice di prestigiosi premi a livelli internazionale. E ora che Mahindra è azionista di maggioranza di Pininfarina, il suo design non può che raccoglierne i benefici. Lo slogan della casa indiana recita “Rise” e anche lo stile è determinato a proseguire sulla strada della crescita. I modelli recenti mostrano la mascherina ridisegnata con sette elementi verticali e, al centro, il marchio del costruttore. Gli abitacoli sono più “europei” rispetto al passato, perché adottano finiture sobrie che abbandonano i lussuosi rivestimenti in radica a favore di plastiche nere di buona qualità e di assemblaggi curati. Su alcuni modelli, le dotazioni che normalmente sono optional vengono offerte di serie: ad esempio, su Mahindra XUV500 i sedili in pelle e su Mahindra Goa il sistema antifurto, l’autoradio, il climatizzatore e i fendinebbia.
La produzione attualmente importate in Italia verte su quattro modelli, a partire da Mahindra KUV100, citycar-crossover a trazione anteriore dalla linea originale, caratterizzata soprattutto dalle vistose nervature lungo le fiancate e sul cofano. A seguire nelle gamma c’è Mahindra Quanto, che a prima vista sembra una piccola monovolume, ma in realtà è un fuoristrada: sotto la carrozzeria a cinque porte trova infatti posto la meccanica completa della “sorella maggiore” Goa, non le mancano neppure le marce ridotte (anche nella versione con la sola trazione posteriore). Mahindra XUV500 è uno dei veicoli di punta del marchio indiano: è un SUV di grandi dimensioni e dall’abitacolo spazioso che può ospitare comodamente cinque passeggeri più altri due grazie ai sedili estraibili dal baule all’occorrenza. Si può scegliere con trazione anteriore o integrale. Infine l’altro modello di punta è il fuoristrada Mahindra Goa, che esiste in versione SUV e pick-up. Dotato di trazione integrale, marce ridotte e sei posti disposti su tre file, è adatto a ogni tipo di terreno, ma sa essere confortevole anche sull’asfalto.