Marchionne: entro il 2025 più della metà delle auto saranno ibride o elettriche

Sergio Marchionne come tutte le persone intelligenti è capace di cambiare idea e sull’elettrico e ibrido la svolta è notevole, quasi epocale. Dopo anni di poca simpatia verso la trazione elettrica e ibrida a favore di metano e GPL, il numero uno di FCA ed uno dei manager automotive più bravi del mondo dichiara alla stampa a Detroit in occasione del Salone che entro il 2025 più della metà dei veicoli venduti saranno ibridi o elettrici con i loro vantaggi e svantaggi. Se lo avesse detto Elon Musk boss della Tesla o i vertici di Mercedes, BMW o Volkswagen sarebbe stato già una bella notizia avendo tutti dichiarato investimenti miliardari (in tre gruppi siamo sui 60 miliardi di euro), ma da chi fino al 2017 alzava ancora i muri significa che le ultimi analisi arrivate negli USA devono essere ancora più impressionanti e lasciare alla sola Cina il mercato elettrico forse non è molto intelligente (oggi hanno il 90% del mercato auto e la quasi totalità dei bus).

​Sergio Marchionne in verità ha detto molte cose interessanti. Per prima cosa FCA è in ottima forma finanziaria e infatti il titolo in due anni ha triplicato il suo valore e oggi quindi può permettersi investimenti prima non possibili.​ Per seconda, basta alleanze! Dopo un gossip continuo con la futura sposa di FCA con Hyundai, cinesi, PSA e Volkswagen fra i pretendenti, Marchionne dichiara che FCA rimarrà da sola (poi magari a dicembre cambieranno le prospettive, ma almeno fino al 1 giugno FCA resterà da sola: il primo giugno Marchionne presenterà il piano FCA fino al 2022 e forse anche il nome del suo successore). Terza cosa che è una conferma il primo giugno a Balocco svelerà ad analisti e giornalisti il nuovo piano e farà probabilmente guidare le prime auto ibride ed elettriche di FCA. Quarto pilastro del suo intervento la rivoluzione elettrica. Come dolce ha poi ricordato che grazie alla nuova legge fiscale di Donald Trump (il Presidente degli USA da molti non troppo stimato…) FCA riceverà un taglio fiscale di oltre un miliardo di dollari che in parte verrà girato agli stessi dipendenti con bonus e miglioramenti salariali come già fatto dalle maggiori imprese statunitensi come Wall Mart che ha alzato lo stipendio orario minimo da 9 a 11 dollari all’ora grazie alla minore pressione fiscale: un esempio che potrebbe seguire anche l’Italia a patto che tutti siano corretti come negli USA.

Gli ultimi Saloni dell’Auto, specie Francoforte e ora Deitroit hanno sorpreso più che per le novità esposte per le dichiarazioni e le successive azioni intraprese dai gruppi: in Germania infatti le tedesche hanno aperto la strada alla mobilità elettrica anticipando brutalmente le scadenze aprendo i rubinetti di euro per i già ricordati investimenti verso la nuova mobilità che sarà formata da auto connesse, autopilotate (guida autonoma fino ai robotaxi) ed elettriche. A Detroit la musica sembra la stessa con la Ford che alza l’asticella a 11 miliardi di dollari, la General Motors che sta cercando di capire come sfruttare il suo vantaggio tecnologico essendo la prima statunitense con una vettura reale già in Concessionaria come la Chevrolet Bolt da noi nota come Opel E Ampera (oggi il marchio tedesco è di proprietà della PSA) e la stessa FCA che ha in pancia marchi USA come Jeep e Chrysler e siti produttivi proprio a Detroit, in Michigan e sparsi in tutto il mondo compresi Messico, Brasile e ovviamente Italia oltre che Polonia, Serbia e Turchia.

Se anche il più freddo si scioglie all’elettrico significa che la via cinese sta spaventando tutti, ricordando che nel 2017 mentre in Italia non si vendevano neppure 2.000 auto (+38,6% rispetto al 2016) in Cina hanno superato le 750.000 unità con l’obiettivo di arrivare in pochi anni ad oltre 2,5 milioni di esemplari con le maggiori metropolitane (più di 5 milioni di abitanti) molto vicine alla completa trasformazione dei loro bus da termici ad elettrici. Tesla a parte (che sta per avviare i lavori per una gigafactory in Cina) che comunque è leader negli USA nel segmento lusso e nonostante i ritardi della Model 3 ha chiuso il 2017 con oltre il 30% in più di immatricolazioni (di vetture sopra i 100.000 euro…) Volvo ha già dichiarato che non svilupperà più motori termici e la Smart dal prossimo anno venderà anche in Italia solo vetture elettriche così come Toyota Italia già nel 2018 (ora) ha tolto il Diesel dalla propria gamma!

Scopri quali sono i costi della ricarica di un’auto elettrica in questo articolo.

Insomma l’accelerazione verso l’elettrico e l’ibrido che ricordiamo Toyota ha lanciato nel 1997 e quindi oltre 20 anni fa non può che farci piacere essendo fautori di una mobilità sostenibile, intelligente e moderna. La speranza che ora anche i nostri politici, magari il nuovo Governo, inizino finalmente a pensare alla mobilità sostenibile, specie in un Paese come il nostro in grado di essere completamente autonoma investendo sulle energie rinnovabili che potremmo anche esportare piuttosto che comprare all’estero petrolio ed energia nucleare. Speriamo che Sergio Marchionne sappia scuotere anche i vari Renzi, Berlusconi e Cinque Stelle per dare ai nostri figli un Pianeta più verde anzichè consumarlo come purtroppo sta avvenendo in questi ultimi decenni…

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