Il mercato delle auto usate in Italia sta attraversando una fase di trasformazione molto importante, evidenziata da segnali di ripresa dopo un periodo di incertezza. Secondo i dati più recenti, settembre 2024 ha registrato una crescita dello 0,6% nei trasferimenti di proprietà rispetto allo stesso mese del 2023, per un totale di 441.187 passaggi.
Nei primi nove mesi dell’anno, il mercato ha segnato un aumento del 7,5%, raggiungendo 3.931.317 trasferimenti complessivi, un risultato che, sebbene positivo, rimane inferiore del 3,6% rispetto al periodo pre-pandemia del 2019.
In questo articolo vediamo nel dettaglio le principali dinamiche che caratterizzano il mercato italiano delle auto usate, analizzando non solo le tendenze nelle motorizzazioni, ma anche le peculiarità del parco auto circolante.
Settembre 2024 ha segnato un’inversione di tendenza per il mercato delle auto usate in Italia, con una crescita dello 0,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo risultato arriva dopo il calo registrato ad agosto, evidenziando un recupero che ha portato a un totale di 441.187 trasferimenti di proprietà nel mese. Anche i trasferimenti netti, che rappresentano le transazioni effettive tra privati e operatori, sono cresciuti del 4,2%, compensando in parte il calo delle minivolture, diminuito del 4,3%.
Sebbene le cause specifiche di questa ripresa non siano state rivelate, possiamo ipotizzare diversi fattori. Tra questi, un possibile miglioramento della fiducia dei consumatori, una ripresa dell’economia oppure l’effetto positivo di eventuali incentivi governativi rivolti alla sostituzione dei veicoli.
Il mercato delle auto usate rappresenta una componente importantissima del settore automobilistico italiano, sia in termini economici che di volume. Nei primi nove mesi del 2024, i trasferimenti complessivi hanno raggiunto 3.931.317 unità, con un aumento del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, il confronto con i dati pre-pandemia del 2019 mostra ancora un gap del 3,6%, sottolineando come il mercato non abbia completamente recuperato i livelli precedenti.
Questi numeri confermano l’importanza dell’usato come soluzione accessibile per molti consumatori, specialmente in un contesto di incertezza economica. Inoltre, questo mercato offre una gamma di opzioni diversificata, che include veicoli a diverse fasce di prezzo e di anzianità, rispondendo così alle esigenze di un’ampia varietà di acquirenti.
Nonostante il calo della quota di mercato, il diesel continua a dominare il settore delle auto usate in Italia. Nel mese di settembre 2024, il gasolio ha rappresentato il 43,3% dei trasferimenti netti, in diminuzione rispetto al 45,6% registrato nei primi otto mesi dell’anno, portando il totale cumulativo dei primi nove mesi al 45,3%.
Tale tendenza riflette un progressivo spostamento verso motorizzazioni alternative, spinto dalla crescente attenzione verso l’ambiente e dalle restrizioni sempre più severe sulla circolazione dei veicoli diesel in molte città italiane. Tuttavia, il diesel rimane una scelta popolare nel mercato dell’usato grazie alla sua efficienza nei consumi e alla disponibilità di veicoli con un buon rapporto qualità/prezzo.
Le auto elettrificate stanno guadagnando terreno, rappresentando complessivamente il 10% del mercato delle auto usate a settembre 2024, un incremento significativo di 3,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
In particolare, le ibride hanno raggiunto l’8,1% nel mese e il 7,5% nei primi nove mesi dell’anno, seguite dalle auto elettriche e dalle ibride plug-in, che rappresentano rispettivamente lo 0,9% e l’1% dei trasferimenti cumulativi.
Questa crescita può essere attribuita a diversi fattori: l’aumento della disponibilità di modelli elettrificati sul mercato dell’usato, gli incentivi governativi volti a promuovere la mobilità sostenibile e una sensibilità ambientale sempre più diffusa tra i consumatori.
Le alimentazioni a GPL e metano mantengono una presenza stabile, ma marginale nel mercato delle auto usate. A settembre 2024, il GPL ha registrato una quota del 4,9% mentre il metano si è attestato al 2,2%, percentuali che rispecchiano i dati cumulativi dei primi nove mesi dell’anno.
Sebbene queste motorizzazioni offrano vantaggi in termini di costi di gestione e impatto ambientale rispetto ai carburanti tradizionali, il loro ruolo limitato nel mercato può essere spiegato da una scarsa infrastruttura di rifornimento e dalla competizione crescente con le auto elettrificate. Nel lungo termine, la loro rilevanza potrebbe diminuire ulteriormente a favore delle nuove tecnologie.
A settembre 2024, quasi la metà (49%) delle auto vendute sul mercato dell’usato italiano aveva oltre 10 anni, un dato che evidenzia la predominanza di veicoli datati. Sebbene questa quota sia leggermente diminuita rispetto al 2023 (-2,3%), rimane significativa e rappresenta un elemento cruciale per il mercato.
Le implicazioni di un parco auto così invecchiato sono molteplici. Dal punto di vista della sicurezza, veicoli più vecchi tendono a non essere conformi agli standard moderni, aumentando il rischio di incidenti.
Inoltre, i veicoli anziani sono generalmente meno efficienti in termini di emissioni, contribuendo maggiormente all’inquinamento atmosferico. Infine, i costi di manutenzione per tali auto possono essere significativamente più elevati, rappresentando una sfida economica per molti proprietari.
La distribuzione geografica dei trasferimenti di proprietà riflette la densità demografica e l’importanza economica delle diverse regioni italiane. La Lombardia si conferma al primo posto con il 16,1% del totale dei trasferimenti netti a settembre 2024, seguita dal Lazio (9,8%) e dalla Campania (9,4%).
Questa concentrazione può essere attribuita a diversi fattori. La Lombardia, ad esempio, non solo è la regione più popolosa, ma ospita anche importanti centri urbani e industriali, che favoriscono un mercato automobilistico dinamico.
Il Lazio beneficia della presenza della capitale, Roma, un centro economico e culturale di rilievo. La Campania, invece, combina una popolazione numerosa con un mercato automobilistico vivace, nonostante una minore capacità di spesa rispetto al nord.