Mobilità nel futuro: come cambierà con le nuove tecnologie

Al giorno d’oggi parlare di auto che guidano da sole, automobili comandate da smartphone sembrano temi lontani dal mondo Terra e inattuabili in un primissimo futuro. Viene in mente il film Minority Reporter quando nell’anno 2002, Tom Cruise trascinava oggetti e immagini sullo display semplicemente trascinandoli con la mano. Oggi, dopo solo 15 anni, quei gesti ritenuti impensabili allora, fanno parte del nostro pane quotidiano e probabilmente possiamo già ritenerli sorpassati.

Il passaggio tra il “vecchio” e il nuovo
La tecnologia va avanti e, sarebbe un errore ridursi ad essere troppo conservatori e rinunciare ai cambiamenti. Il passaggio tra il passato ed il presente tecnologico avviene quasi automaticamente
ma, bisogna riuscire a stargli dietro per evitare, dopo anni di evoluzione tecnologica, di osservare ancora la tenerissima nonnina che per sfogliare pagine sul tablet, automaticamente si “lecca” l’indice della mano su di un display touch di ultima generazione. Ma siamo pronti a questi cambiamenti? Anche le nostre strade, la nostra mobilità è cambiata, perché sta cambiando il mondo e, nel bene e nel male, si va verso abitudini di vita sempre più veloci, sempre più frenetiche con il rischio di diventare in un certo senso schiavi dei cambiamenti.

Ricordi ormai dimenticati
Quando sono uscite le prime auto con il cambio automatico, i primi che hanno voluto abbandonare il cambio meccanico si sono sentiti proiettati verso nuovi mondi, con l’invenzione del cruise control l’idea di avere un piede già nel futuro è diventata per molti realtà.
Sono nati successivamente acronimi che rendono più incomprensibile l’incomprensibile per chi non è nel settore:
-ABS (Antilock Braking System),
-ESP (Electronic Stability Program) o ESC (Electronic Stability Control),
-ISA (Intelligent speed adaptation),
-TCS (Traction Control System) o ASR (Anti Schlupf Regierung)
-EBD (Electronic Brake Distribution),
-BAS (Brake Assistant System) o BDC (Bake Dynamic Control) o PBC (Panic Brake Control) ma anche HBA (Hydraulischer Brems Assistent),
-ABC (Active Body Control).

….e tra qualche anno?
Ma come la mettiamo adesso con l’AutoPilot o meglio chiamata guida autonoma (guida assistita, per le normative europee)? Come sarà la mobilità quando nelle nostre strade avremmo automobili che guidano da sole, veicoli programmabili e che potremmo comandare da uno smartphone, o un smartwatch, come, anticipando i tempi, negli anni novanta faceva Michael Knight per richiamare all’ordine la sua mitica KITT?

Come saranno le nostre strade quando vedremo automobili che non emetteranno rumori (oltre che sostanze nocive), eviteranno incidenti e potranno prendere l’iniziativa in merito al strada da fare?

Tra qualche anno questo futuro sarà presente e si starà pensando a come potremmo spostarci via aerea come fanno adesso piccoli droni. Avremo persino la possibilità, come una grande casa automobilistica sta sperimentando, una volta rientrati in casa con la nostra auto di cedere energia residua non utilizzata all’abitazione potendo così utilizzare a casa energia immagazzinata da fonti alternative o a costi ridotti per servizi domestici risparmiando ulteriormente sui costi di corrente.

Avere un’idea precisa di come sarà fra qualche anno la mobilità, non è cosa semplicissima anche se, visti i passi da gigante che alcune case automobilistiche stanno facendo, si potrebbe azzardare qualche pronostico. Attualmente viviamo in un mondo dove nelle grosse città abbiamo tassi di inquinamento, dovuti soprattutto ai veicoli a combustione, altissimi tanto da costringere i comuni a prendere sporadicamente dei rimedi d’emergenza, con il solo scopo di rientrare nei limiti di tollerabilità, quei limiti che ci siamo dati per evitare che un bel giorno il nostro amato pianeta ci lascia a piedi.

Il podio, se così si può definire, secondo le statistiche abbastanza recenti delle città dove il traffico ne fa negativamente da padrone se lo aggiudicano San Pietroburgo, Mosca e Bucarest. Ma gli studi per arrivare ad una mobilità sempre più amica del Pianeta sono atti anche a ridurre in maniera decisiva oltre che i livelli di inquinamento dell’aria anche gli incidenti e di conseguenza le vittime della strada. In questo caso entrerebbero come protagoniste le auto elettriche (sicuramente molto più indicate ad un controllo remoto rispetto ad auto a combustibile con presenza di tantissimi organi di movimento) e la guida autonoma, dove un auto potrebbe decidere di cambiare percorso in base al traffico e all’esigenze del passeggero oltre che controllare in tempo reale tutta la mobilità riuscendo a prevedere e evitare incidenti con conseguente, si spera, riduzione dei premi assicurativi da parte degli assicurati.

Auto come “mezzo” al servizio di….
Ma una mobilità “futuristica” abitata esclusivamente da questo tipo di tecnologia con riduzione di traffico ed ingorghi, lascerebbe più spazio ai pedoni ed i ciclisti garantendo anche una qualità dell’aria migliore ed una qualità della vita ineguagliabile. Sicuramente questa realtà sarà fattibile tra qualche anno oltre che con la guida totalmente autonoma, che eliminerebbe il conducente, anche con la possibilità di condividere con altri utenti l’autovettura, quando non utilizzata, garantendo al proprietario un pagamento sicuro da parte dell’utilizzatore occasionale, comodamente sulla carta di credito grazie alla tecnologia blockchain gestita direttamente da un app, senza avere intermediari.

E se un veicolo decidesse di “ammortizzarsi” il proprio costo rendendosi autonomamente disponibile quando fermo e l’agenda del proprietario non presenta appuntamenti? Andando, magari, tra una tratta e l’altra in una stazione di ricarica per ricaricare le batterie grazie alla tecnologia wifi? Sicuramente qui siamo in altri mondi ma……probabilmente non così lontani!

A cura di: Flavio Guerriero

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