Mosler MT900. L’annuncio da parte di UKGarage è di quelli da non perdere: le Mosler MT900 e GT2 saranno importate ufficialmente in Italia. Molti potrebbero rimanere indifferenti non conoscendo le caratteristiche dei modelli in questione: anziché gridare al sacrilegio, solo per questa volta però, spenderemo due parole per illuminarvi sul motivo di un sottotitolo come “allacciate le cinture”!
La potenza… della leggerezza Americana e leggera: due aggettivi che, riferiti ad un’automobile, difficilmente vanno d’accordo se non in rari casi come Saleen, Corvette o Mosler, appunto. A dispetto delle note manie di grandezza statunitensi, perlomeno in campo motoristico, il progetto MT900 segue un filo conduttore molto “Lotus”. Come non si stancava mai di ricordare Colin Chapman, una buona vettura da corsa non deve necessariamente essere più potente delle altre. Se ad un buon propulsore si abbina un telaio rigido e leggero, i vantaggi sul fronte dinamico possono colmare il gap prettamente motoristico, permettendo di battere sul campo, pardon sulla pista, rivali dotate di cavallerie ben più sostanziose.
Con queste premesse starete immaginando qualcosa di simile ad Elise o Martino Motor Kamikaze: motori di piccola cilindrata e telaio piuma per un rapporto peso-potenza da moto. Purtroppo (o per fortuna) invece, Mosler ha sede a Miami, e ciò presuppone la sua collaborazione con il più grande costruttore statunitense, General Motors. Proprio dalla banca motori GM provengono i tre “cuori” della MT900: un 5.700cc V8 da 445cv, un 7.000cc V8 da 550cv ed un 5.700cc Supercharged con 600cv, tutti di provenienza Corvette ed abilmente rimaneggiati dai tecnici di Miami.
Dieta a base di fibre Ma, domanda più che lecita, dove sta la leggerezza? Vi basta un telaio interamente in carbonio a vasca con rinforzi supplementari in accaio, sospensioni in alluminio e mozzi ruota sempre in alluminio lavorato dal pieno? Il peso complessivo fissa l’ago della bilancia a quota 1.100 Kg, un vero record considerando le potenze e le cubature in gioco.