È una versione matura, ma piena di slancio questa quarta generazione di Honda CR-V che diventa più grande e sofisticata e, rispetto al predecessore diretto, questa versione guadagna 40 mm nel passo a tutto vantaggio dell’abitabilità e di una piccola magia che hanno fatto gli uomini Honda affiancando alla versione a cinque posti e a parità di misure anche una declinazione a sette posti.
Su tutta la gamma è disponibile di serie la suite Honda di tecnologie di sicurezza attiva come l’assistenza al mantenimento della corsia, l’avviso di collisione anteriore, il controllo della velocità adattivo, ecc. A partire dal 2019 sarà lanciata la versione ibrida, ma per ora c’è il motore quattro cilindri turbo benzina 1.5 VTEC disponibile in due versioni: il manuale a 6 marce con potenza di 173 CV a 5.600 g/m e coppia di 220 Nm tra i 1.900 e i 5.000 g/m e con trasmissione CVT da 193 CV sempre a 5.600 g/m, ma con coppia che aumenta a 243 Nm tra i 2.000 e i 5.000 g/m.
Sul fronte trazione il manuale offre sia quella anteriore che integrale mentre il CVT prevede solo la seconda soluzione. Il lavoro dedicato a questa quarta generazione è stato non solo stilistico, ma anche di affinamento ed evoluzione della parte telaistica che adesso è più rigida e leggera a tutto vantaggio di una esperienza di guida più dinamica e coinvolgente. Evidentemente sempre in relazione alla tipologia di modello di cui scriviamo.
Il primo approccio è sempre affidato al colpo d’occhio che è indubbiamente vincente. Mi piace il design complessivamente più teso e coinvolgente. L’aumento del passo è come se avesse stirato l’intero aspetto e le ruote agli angoli e gli sbalzi corti contribuiscono a rendere più muscolosa la CR-V.
Anche qui è il nuovo anteriore a mostrare il nuovo family feeling con i gruppi ottici anteriori che si allungano verso i lati ed il profilo ad ala della mascherina che rappresentano la linea identitaria di Honda. Il profilo evidenza una linea più tesa con il parabrezza inclinato che continua otticamente con una linea del tetto che termina con lo spoiler posteriore.
Le volumetrie complessive sembrano appoggiarsi sul posteriore dopo un cofano più allungato e la linea di cintura più alta e tesa contribuisce a a rendere più dinamico l’effetto finale. Gli interni sono piacevoli da guardare e da vivere. Ottimi i materiali e gli accostamenti e il rivestimento in pelle dei sedili che sono estremamente comodi sia davanti che dietro. Non mi piacciono gli inserti effetto radica che si trovano lungo la parte inferiore del cruscotto e sulle portiere. Potevano mantenere le belle finiture in metallo lucido utilizzate per le cornici delle bocchette d’areazione, le razze del volante, il pannello di controllo del climatizzatore ottenendo sicuramente un effetto più piacevole.
La nuova generazione di questa Honda CR-V introduce anche una razionalizzazione del layout della plancia. Il pannello centrale touchscreen si interfaccia con le informazioni veicolate dal DII (Driver Information Interface), un pannello da 7 pollici davanti al volante. Ovviamente il sistema infotainment Honda Connect è compatibile con Android Auto e Apple Car Play mentre il pannello strumenti TFT-LCD presenta contachilometri digitale e tachimetro mentre centralmente si trova la zona contenuti che si possono
scorrere con i comandi al volante.
Il front end è di facile intuizione, ma richiede un minimo di assuefazione per poterlo sfruttare agilmente ed in movimento. C’è da dire che, malgrado l’affinamento percepibile rispetto alla generazione precedente, rimane la grafica il punto debole di tutto il sistema che non è particolarmente raffinata al pari delle migliori produzioni europee.
Guidando il CR-V lungo la costiera ligure la prima cosa che noti è che non c’è nulla di particolarmente eccitante e notevole nel suo incedere. È calmo e sicuro e ti infonde il senso di un progetto ber fatto e costruito. È un SUV fatto e finito che si comporta in maniera altrettanto conforme.
In viaggio è comodo (se non comodissimo) e gestisce avvallamenti e sconnessioni con grande facilità e con un eccellente controllo verticale. Mentre quello laterale del corpo rimane di alto livello anche in caso di effervescente percorrenza delle curve più strette. La Honda CR-V rimane sostanzialmente piatta e le ondulazioni non si ripercuotono all’interno dell’abitacolo.
Lo sterzo, uno dei punti di forza in assoluto di ogni Honda, l’ho trovato ben bilanciato ed in grado di indirizzare con sicurezza il frontale della CR-V. Forse pecca in comunicatività, ma è una caratteristica che esigo in una Civic V-TEC e non in questo CR-V.
La vettura che ho provato aveva il 1.5 litri Turbo VTEC nella versione da 193 cavalli e cambio CVT. Nel percorso urbano e in autostrada si dimostra sempre all’altezza, silenzioso e raffinato. Basta però che non affondi con decisione il piede sull’acceleratore. In quel caso la transizione non ha molta verve (la Honda dichiara 10 secondi per lo 0-100 km/h) e si accompagna anche con una discreta quantità di rumore.
La causa prima è nella trasmissione CVT (che personalmente non amo) che alla prima richiesta decisa di potenza accende con schizofrenica reattività i giri motore. Mi dispiace non aver provato anche la declinazione con il cambio manuale. Nel mio personale cartellino, cambi manuali e sterzi delle Honda restano tra i migliori di tutta la produzione mondiale.
Come ho scritto prima l’abitacolo, nel suo complesso, offre uno spazio interno eccellente. Anche dietro sono a disposizioni enormi quantità di spazio per le gambe e anche il tetto non compromette affatto lo spazio disponibile anche per i passeggeri più alti. Lo spazio disponibile nel vano bagagli è di 561 litri nella configurazione normale che diventano 1.756 con i sedili posteriori abbattuti che diventano 1638 nella versione con tetto panoramico.
Il modello a 7 posti ovviamente offre una capacità di 150 litri nella configurazione con tutti i sedili mentre sale a 472 litri con la terza fila abbassata. Terza fila perfetta per i più piccoli, mentre gli adulti, soprattutto quelli particolarmente alti, la troveranno non ideale per ovvia mancanza di spazio sia per la testa che per le ginocchia.