Che la Opel Meriva sia una campionessa d’incassi, lo si capisce facilmente, basta guardarsi intorno e notare quante ne siano state vendute. Se si volesse però fare una stima più esatta, si arriverebbe a scoprire che dal 2003, anno del suo debutto, al 2010, ne sono state venduti ben un milione di esemplari e altre 330.000 sono le nuove Meriva vendute ad oggi. Nella nuova Opel Meriva, che noi abbiamo provato a Roma, la casa tedesca del fulmine, dopo un’attenta ricerca di mercato, ha deciso di lavorare su tre diverse direttive: aggiornare il design, migliorare le prestazioni del motore ed aumentare l’offerta di tecnologia che serve per incrementare il comfort generale della vettura.
Prova su strada della nuova Meriva
Finalmente il meteo ci grazia e un volenteroso sole cerca di scaldare una freddissima mattinata romana. Sulla costa si vedono atterrare aerei provenienti da tutto il mondo, mentre nel parcheggio multipiano, gli zelanti addetti della Opel già ci aspettano, all’apparenza noncuranti del freddo e del disagio di trovarsi in un parcheggio multipiano, per assegnarci la Meriva che proveremo, alla volta del castello di Torrimpietra.
“Rossa e Diesel”, questa è l’indicazione che diamo alla gentile quanto graziosa ragazza che distribuisce le vetture e così, in un attimo ci troviamo alla guida di una Opel Meriva 1.6 CDTI. Qualche minuto lo spendiamo per regolare il volante (anche in profondità) gli specchietti e la posizione del sedile: il tutto è molto facile anche con i semplici comandi meccanici.
Diamo poi una breve occhiata alla plancia principale ed ai comandi al volante, trovando, sì un grande numero di bottoni ed interruttori, ma in generale disposti con un buon criterio di ergonomia e studiati in modo che quello di uso più comune e di maggiore importanza per la guida, siano anche i più facili da trovare ed utilizzare. Finite le sistemazioni, infiliamo la prima e ci lasciamo alle spalle il complesso aeroportuale Leonardo Da Vinci, diretti a prendere l’autostrada per Civitavecchia. Già sulla rampa d’immissione dell’autostrada mettiamo alla prova l’auto, sterzando all’ultimo momento per vedere di quanto s’imbarchi, o come dicono quelli più esperti, se sia molto presente il rollio laterale. Nonostante la Meriva non sia un’auto particolarmente bassa ed affusolata, non risente particolarmente di questo fenomeno e ci sembra che la tenuta di strada, per un’auto familiare e che non è pensata per essere sportiva, sia ben al di sopra delle aspettative.
Molto buono anche lo spunto e l’accelerazione che consentono tanto un buono scatto, quanto un’altrettanto buona ripresa, oltretutto, come voluto dalla casa, senza che la rumorosità sia mai predominante, anzi, anche a velocità sostenute né il motore né gli agenti atmosferici riescono a rompere la quiete che regna nell’abitacolo della Meriva. Arrivati a destinazione ci balocchiamo anche con il sistema di parcheggio ed il freno a mano. Il primo, infatti, dispone di una telecamera a colori che inquadra tutto quello che si trova dietro la vettura, aiutando nelle manovre anche i più imbranati, mentre il freno a mano, lo si inserisce e disinserisce semplicemente tirando o premendo un bottone.
Mamme sommerse da zaini e amichetti di scuola, pensionati iperattivi che non stanno fermi un attimo e che fanno più avanti e indietro di quando erano impiegati, famiglie che come lumachine caricano tutto nel loro guscio e si lanciano alla scoperta del mondo o uomini di mezza età che si danno a sport voluminosi per non sentire l’avanzare degli anni: tutti possono trovare nella nuova Meriva un’ottima alleata, la compagna ideale per lo svolgimento delle proprie attività preferite… Ora rimane solo da vedere se il mercato le conferirà ancora la palma d’oro della leader di settore, anche se i presupposti sembrerebbero esserci tutti.
Design, le nuove linee, senza stravolgimenti
Dal punto di vista estetico, come abbiamo appena detto, la linea tipica e riconoscibile della Meriva, non è stata stravolta, ma semplicemente arricchita di alcuni elementi che ne segnano la continua modernità e capacità di stare al passo con i tempi. Un esempio lampante è la nuova griglia anteriore, che rende ancora più filante il muso frontale, così come i nuovi fari che, oltre a contribuire a questo senso di maggiore leggerezza e sportività, sono ora disponibili anche a led ed in ogni caso risultano più luminosi di quelli precedenti. Anche nella parte posteriore troviamo dei gruppi ottici rivisitati, sempre con tecnologia a led ed una maggiore visibilità. Sulle fiancate laterali non s può non notare la nuova linea di cintura cromata che sottolinea l’aumentata dimensione dei finestrini posteriori e conferisce una sensazione di sportività ed eleganza al tempo stesso. Anche la gamma colori, di ben dodici tonalità, si è arricchita, mentre le finiture per gli interni possono essere scelte in una gamma di quattro possibilità. Diciamo subito che l’auto sarà disponibile a brevissimo, già dalla seconda metà di febbraio ed i prezzi oscilleranno dai 17.300 euro ai 24.070, a seconda di motorizzazione ed allestimento selezionati.
All’insegna del “Flexi”
Chi sceglie una Meriva, ci dicono i dati di vendita, sono persone alla ricerca di una grandissima praticità e facilità d’uso: che siano mamme alle prese con scuola e attività sportiva dei figli o pensionati iperdinamici, che sia l’”ammiraglia” di famiglia o solo la seconda vettura, flessibilità è la parola d’ordine richiesta. Non solo un grande spazio di carico, con i 1.500 litri di capacità del bagagliaio, non bastano i numerosi vani disseminati in tutta la vettura, i punti chiave della Meriva sono quelli denominati “Flexi”. Il primo è il sistema Flexi-Rail, ossia il sistema di vani intercambiabili che scorrono su un binario posto tra i due sedili anteriori, permettendo di alloggiarvi anche oggetti di grandi dimensioni, senza levare spazio e comodità né agli occupanti dei sedili anteriori e nemmeno a quelli che stanno invece dietro. Flexi-Doors, invece è il sistema di porte della Meriva che si aprono fino ad 84°, per facilitare una maggiore accessibilità al mezzo, mentre quelle posteriori, per rendere ancora più facile salire a bordo, sono incernierate al contrario, come le auto di lusso di una volta. Flex-Space è il sistema di sedili posteriori, che consente di abbatterli con un unico movimento, senza stare a perdere tempo e calma in un’operazione così comune. È con i sedili tutti abbattuti che si arriva ad avere un piano di carico che arriva fino alla capacità record di 1.500 litri. Infine, una novità a dir poco geniale, c’è sembrata essere il Flex-Fix, ossia un portabici omologato e nascosto nel paraurti posteriore: Basta tirare una levetta ed un cassetto scatta, lo si estrae e si trova un comodissimo e sicurissimo portabici, senza dover più attaccare ventose e stringere tiranti.
Motorizzazioni, più efficienza, meno consumi ed emissioni
Non solo un lifting, non solo una bella lucidata, uno spruzzo di led qua e là e via: la nuova Meriva vede i suoi punti di forza proprio nella tecnologfia che l’allestisce, a cominciare dai motori. Cominciamo subito col dire che alla Opel hanno deciso di portarsi avanti col lavoro, senza voler più stare a rincorrere i continui cambi di standard anti-inquinamento e, così, per quanto lo standard Euro6 entrerà in vigore tra più di diciotto mesi, già tutti i motori della Meriva rispettano tale normativa e si mettono così al sicuro per quanto riguarda blocchi e restrizioni al traffico. Benzina, Diesel e, ovviamente, GPL. Ovviamente perché proprio sul gas ha puntato molto la casa tedesca, vincendo la sua scommessa ed arrivando a vendere moltissimi esemplari con tali motorizzazioni. Due nuove motorizzazioni si affacciano nella gamma e sono la 1.4 per benzina e GPL e la 1.6 TDCI, ovviamente per il diesel. Nella riprogettazione dei propulsori si è prestata molta attenzione alla riduzione di rumorosità, è stato rivisto e migliorato il sistema d’iniezione e si sono dotati di sistema Start&Stop. Tutte queste migliorie hanno portato a migliori prestazioni con minori consumi ed emissioni, queste ultime, minimizzate grazie anche ad un nuovo catalizzatore LNT che abbatte letteralmente le emissioni di ossido d’azoto.