Nuovo Jeep Wrangler 2018, l’icona offroad cambia pelle

Jeep Wrangler nasce nel 1987, il che significa che quest’anno l’iconico fuoristrada statunitense compie trent’anni. E, per l’ennesima volta, ci troviamo davanti al rinnovamento di un mito. Il nuovo Jeep Wrangler 2018 ha fatto il suo debutto il 29 novembre al Los Angeles Motor Show, scelta azzeccata da parte del gruppo FCA che com’è ovvio vuole dare la precedenza al mercato di casa.

Altrettanto ovvio è che un’icona come questa non può essere rivoluzionata in termini stilistici né funzionali, anche perché ad oggi il Wrangler rappresenta l’unico vero fuoristrada nei listini Jeep. Per questo motivo sia la versione a passo corto -che in questo caso vediamo nell’affascinante allestimento Rubicon- che quella a passo lungo ricevono aggiornamenti stilistici su tutto il corpo vettura, ma in nessun caso si parla di stravolgimenti.

La nuova Jeep Wrangler Sahara 2018, presentata insieme alla Rubicon al Los Angeles Auto Show.

La firma dell’icona è ancora composta dalla griglia frontale a barre e dai due fanali tondi, anche se questi ultimi sono leggermente inclinati. Entrambi i modelli sono stati poi rivisti per attuare un’importante riduzione di peso (di circa 90Kg a fronte di una rigidità strutturale migliorata) e dalla foto del Wrangler Rubicon allo Zenith si ha la percezione di come sia cambiata l’organizzazione degli spazi.

Jeep Wrangler 2018, le motorizzazioni

Con il lancio sono stati scelti due motori, entrambi a benzina: in un mercato come quello statunitense agire in maniera diversa avrebbe potuto rivelarsi controproducente. Ciò non preclude, in un secondo momento, l’ingresso in gamma di un 3.0 litri Turbodiesel di cui però non sono ancora note specifiche e data d’uscita. Al momento sono stati presentati l’ormai irrinunciabile V6 da 3,6 litri con 285CV ed il nuovo quattro cilindri in linea turbo da 2.0 litri e 268CV in configurazione ibrida, in cui il motore viene supportato in accelerazione e partenza da una batteria da 48 Volt. Niente guida a emissioni zero quindi, ma un supporto reale per contenere i consumi e migliorare le prestazioni. Interessante la possibilità di accoppiare al V6, oltre ad un manuale a 6 rapporti, anche un automatico ad 8 marce: quest’ultimo va di fatto a sostituire l’automatico un po’ rudimentale, a cinque velocità, utilizzato fin’ora. A livello d’erogazione è stato tarato meglio il comando dell’acceleratore, in modo da dare una risposta più precisa a basse velocità.

La dotazione a bordo

 

L’applicazione dialoga in maniera costruttiva con il pilota: guardate la gallery per altri esempi

Tutto sommato l’auto non è stata stravolta nemmeno agli interni, dove però troviamo un display digitale a colori tra i due analogici e comandi più raffinati per impostare la trazione. Nuovo anche il software infotainment, specifico per fuoristrada e -seppur non così ampio come ci ha abituati il mercato- dall’aria piuttosto solida. Sono interessanti infatti i vari menù dedicati all’offroad in cui possiamo vedere, tra gli altri, il grado d’imbardata e rollio: un’opzione comoda per i novizi e i frettolosi.


La guida

Secondo i tecnici Jeep la nuova Wrangler -superfluo dire che viene prodotta sia a passo corto che a passo lungo- guadagna diversi punti anche in termini di guidabilità. Il fuoristrada americano infatti riceve uno sterzo elettroassistito, pneumatici più larghi di serie e nonostante l‘incremento della larghezza un miglior raggio di sterzata. Aspettiamo che arrivi da noi per darvi altre informazioni, non ci sono dubbi sul fatto che sarà interessante conoscerle.

Ad ogni modo operazioni di questo tipo sono sempre piuttosto delicate: rinnovare un mito è difficile, perché bisogna saper mantenere la tradizione senza scadere nell’anacronismo. A quanto pare però Jeep ci è riuscita.

 

Jeep Wrangler si porta addosso trent’anni di storia passati all’apice: cercate nella foto un modello che non terreste in garage.

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