[VIDEO] Prova Alpine A110: i cinque motivi per avere il piccolo gioiello francese

Alpine A110 è un’auto che va guidata prima di esprimere qualsiasi giudizio. Come tutte le auto ha pregi e difetti ma i primi superano di gran lunga i secondi e ha il raro dono di stampare un perenne sorriso ogni volta che la si guida. Piccola, scattante e maneggevole ha una gran dose di gusto – a patto di gradire le onnipresenti bandiere francesi.

Parlare in maniera approfondita della Alpine A110 è difficile in quanto si tratta di una vettura che può essere compresa solo ed esclusivamente dopo averla guidata in maniera esaustiva. A un primo sguardo può non piacere, leggendone gli elementi tecnici che la caratterizzano può sembrare una vettura priva di verve, eppure dopo qualche bella curva secca si capisce il motivo per cui James May, di Top Gear, dopo averla provata, l’ha immediatamente acquistata.

La vettura dei giorni nostri ha radici molto profonde che risalgono agli inizi degli anni 60, momento in cui il mondo dei motori era in fermento ed iniziavano a comparire sulle strade le prime vetture decisamente sportive. La A110 porta con sé una lunga tradizione di vittorie e successi nel mondo delle competizioni internazionali e il modello che arriva ai giorni nostri rievoca in tutto e per tutto quelle sensazioni. Il nome infatti si ispira alle montagne francesi proprio in omaggio al piacere di guidare una vettura piccola e agile attraverso le strade di montagna.

La A110 che abbiamo per le mani non è una novità visto che è stata presentata in occasione del salone internazionale dell’auto di Ginevra ma di fatto si può concretamente affermare che questo prodotto rappresenta una vera e propria rarità che non capita molto spesso di vedere nelle strade italiane. Il marchio infatti ha subito un lungo stop ed è ripartito solo nel 2012 con la progettazione della vettura che oggi circola su strada e che è andata sold out in prevendita a dicembre 2016 nella versione “First Edition” prodotta in soli 1955 unità (in omaggio all’anno di fondazione della casa automobilistica francese).

Oggi più che mai Alpine fa parte del gruppo Renault (e siamo tutti consapevoli che fosse così anche in passato) ma oggi il riutilizzo dei componenti è molto più evidente ed appare oggettivamente tangibile la presenza di molti elementi prodotti ed installati su molte vetture della losanga. Al primo contatto, quando mi è stata consegnata la “chiave”, non ho potuto fare a meno di notare che l’oggetto che permette di aprire e chiudere la vettura (ed avviare il motore solo mediante l’ausilio di un pulsante) è molto simile a quella di una qualsiasi Clio o, peggio ancora Duster.

Forse questo è l’elemento che mi ha infastidito maggiormente ma che non cambia il quadro di una vettura che quest’anno è arrivata prima al celebre premio “Auto dell’Anno 2019”, poi materialmente assegnato ad un’altra vettura alla seconda conta delle preferenze.
Alpine A110 è un’auto d’élite fortunatamente riservata a pochi proprietari che hanno la grande lungimiranza e la preparazione tecnica per comprendere un prodotto oggettivamente ben bilanciato. Spesso la vedo confrontata con Alfa Romeo 4C, Audi TTS, Porsche 718 o addirittura BMW M2 ma ognuna di queste auto ha una storia diversa ed offre elementi che difficilmente possono essere paragonati.

La stessa 4C, forse la più simile tra tutte in termini di ingombri, sta in un mondo completamente differente rispetto a questa Alpine A110 che ha una connotazione decisamente più turistica rispetto alla vettura italiana che nei lunghi viaggi risulta eccessivamente rumorosa e forse anche un po’ troppo rigida per un uso fuori dal tracciato.

Questa Alpine A110 vuol essere una macchina a sé, che guarda al passato e lo reinterpreta in chiave moderna tanto che oggettivamente se negli anni 60 avessero chiesto di progettare una A110 in chiave futurista avrebbero indubbiamente disegnato il prodotto che oggi circola sulle nostre strade. Le somiglianze con il passato sono molte a partire dalla filosofia: peso contenuto, trazione posteriore ed una buona dose di maneggevolezza. Certo le differenze ci sono: il motore un tempo era sbalzo mentre oggi si trova più avanzato, un tempo il motore 1.6 litri a carburatori esprimeva una potenza notevole per l’epoca mentre oggi c’è un 1.8 litri di derivazione giapponese che ovviamente beneficia della sovralimentazione. Anche il cambio oggi è solo automatico con doppia frizione e poi con il passare degli anni la vettura diventata un due posti secco, al contrario della versione originale che poteva ospitare quattro persone.

Per il resto la macchina vi farà rivivere tutto il fascino delle coupé di una volta, compreso il grande piacere di guida. Visto che l’auto non è esattamente nuova e che probabilmente avrete già letto qualche recensione in giro per il Web vi spieghiamo i motivi per cui oggi può essere una scelta molto intelligente quella di comprare una Alpine A110.

Prima motivazione: il look.

Si tratta sostanzialmente di un look inedito ed è qualche cosa che non siamo abituati a vedere tanto sulle strade. L’aspetto generale non ha richiami ad altre vetture attualmente presenti sul mercato se non alla versione storica di Alpine A110, quella prodotta dal 1962 al 1977. Il fascino delle linee retrò si sposano benissimo con l’interpretazione moderna data alla carrozzeria e la casa francese ha reso un grande omaggio a Giovanni Michelotti, il designer che inizialmente realizzò la prima versione. La parte anteriore riprende indubbiamente le fila di un discorso iniziato nella precedente versione, così come la “pinna” centrale e lo o stesso vale per il grande scarico centrale che pare essere la ciliegina sulla torta di un posteriore che sembra essere uscito dalle mani di uno dei grandi maestri del passato.
In giro per strada non mancheranno le fotografie di rito e molte persone si fermeranno per scambiare quattro chiacchiere con voi. Che vi piaccia o non vi piaccia vi posso assicurare che l’auto fa una grande scena e denota indubbiamente gusto e classe.

Seconda motivazione: per il grande piacere di guida.

La maggior parte delle auto oggi svolge una funzione, non a caso il mercato è cannibalizzato dai SUV: auto tuttofare che vanno bene per chi ha famiglia e che magari vuole fare un minimo di montagna con la certezza di non avere grossi problemi in caso di neve (che poi a dirla tutta non è nemmeno così, ma lasciamo stare…). Per esempio ci sono poi le auto elettriche, di sicuro amiche dell’ambiente e dall’accelerazione bruciante ma che non potranno mai competere con una vettura dal motore termico in termini di sensazioni, almeno per quelli nati prima del 2000.

La Alpine A110 è un’auto che ha come obiettivo primario il piacere di guida più radicale senza però rinunciare al comfort. La vettura è dotata di tre modalità di guida distinte: normal, sport e track. Nella prima modalità l’auto è adatta ad uno stile di guida pacato mentre nella seconda modalità l’auto si aspetta di essere un po’ più spremuta: le cambiate avvengono più in alto e lo scarico, che nella modalità precedente resta tranquillo, emette un discreto sound che non ha bisogno di amplificatori all’interno dell’abitacolo per esaltarne i toni. L’ultima modalità scioglie completamente le briglie alla vettura che altrimenti rimane un po’ ingessata dal controllo di trazione che interviene in maniera puntuale e sistematica ogni qual volta si cerca di scomporla. Elemento di grande piacere è il rumore di aspirazione in tutto e per tutto simile a quello che si sentiva nei motori a carburatore e che si percepisce ogni qual volta si accelera a fondo partendo dai giri molto bassi.

In termini dinamici la vettura risulta essere ben bilanciata e l’anteriore tende a rimanere piantato a terra anche nelle accelerazioni più violente. I 252 CV erogati dal motore possono essere sfruttati molto bene grazie ad una bella schiena che lo rende fruibile a tutti i giri. L’unico accorgimento è quello di evitare di accelerare in maniera troppo repentina in uscita di curva perché, in assenza dei controlli di trazione, tende decisamente a scodare. Va detto però che nonostante sia una vettura che tende molto al sovrasterzo non si ha il timore di sussulti improvvisi: eventuali movimenti del posteriore arrivano in maniera assolutamente prevedibile e lo sterzo preciso aiuta comunque a sistemare qualsiasi sbavatura.

L’unica pecca riguarda forse l’assenza del differenziale autobloccante meccanico posteriore che l’avrebbe resa ancora più sportiva.

Terza motivazione: la trasmissione

Il mondo delle trasmissioni per automobili è dominato fondamentalmente da alcune tipologie di trasmissione e la scelta in molti casi è obbligatoria. Per esempio Porsche, che da sempre adotta soluzioni a doppia frizione per le proprie automobili, per la nuova Cayenne ha dovuto ripiegare su di una trasmissione con convertitore di coppia perché la massa della vettura e l’ipotetico volume da trainare richiedevano una trasmissione più robusta ed appunto l’evoluzione del giunto idraulico si presta molto bene a questa tipologia di soluzioni. Il rovescio della medaglia di questa tecnologia è legato al fatto che non in tutte le sue implementazioni è in grado di offrire tempi di cambiata degni di una vera sportiva.

L’altra tecnologia è quella del cambio a doppia frizione nel quale due alberi concentrici ospitano gli ingranaggi delle marce. Il primo ospiterà le marce pari e la retromarcia mentre il secondo ospiterà le marce dispari. La marcia scelta avrà la frizione attaccata mentre la successiva avrà la frizione aperta. In questo caso si hanno cambiate fulminee al costo però, almeno in senso generale, di un quadro di consumi leggermente più sfavorevole rispetto ad altre soluzioni. Non a caso la maggior parte dell’auto moderne preferisce la prima soluzione in quanto più parsimoniosa.

Il grande vantaggio di una vettura come la Alpine A110 e la sua leggerezza che quindi le ha permesso di utilizzare una soluzione a doppia frizione che quindi offre cambiate fulminee. Il cambio diverte anche in normal e i paddle al volante accentuano la sportività. Il prodotto viene realizzato da GETRAG, da sempre leader mondiale per le trasmissioni per auto.

Quarta motivazione: perché è un’auto da viaggio

Certo devo ammettere che la capacità di carico totale della vettura non è sorprendente. Dall’immagine presente all’interno della galleria potete vedere che nel baule anteriore c’è spazio a malapena per un paio di trolley e il baule posteriore ha una bocca molto piccola tale per cui è necessario usare una sacca morbida. A bordo poi lo spazio di un po’ limitato e mancano persino i vani porta oggetti nelle portiere ma come sempre basta abituarsi ed organizzarsi e posso dire che si tratta di una vettura adatta ai viaggi per la grande comodità offerta dalle sedute SABELT.

Gli ammortizzatori sono tarati una via di mezzo tra l’uso pistaiolo e quello stradale e si possono quindi affrontare le trasferte senza scendere con la schiena spaccata. Anche il comfort acustico è notevole perché basta utilizzare la vettura in modalità Normal per non avere eccessivo rumore proveniente dallo scarico. In tutto questo c’è anche da fare un minimo di discorso legato i consumi perché se proprio volete utilizzarla per qualche lunga trasferta in autostrada va menzionato sicuramente il fatto che non sarà poi così difficile restare intorno ai 5 l per 100 km che rappresentano un valore di consumo di tutto rispetto.

Quinta motivazione: perché è davvero divertente

In un impiego al limite, disabilitato l’elettronica che tiene imbrigliata la vettura, vi troverete ad avere a che fare con una giochino davvero divertente che ha una voglia matta di scodare. Scorderà ingresso, scorderà al centro e scorderà in uscita e vi posso assicurare che è un vero spasso. Il movimento è un po’ una conseguenza della taratura morbida delle sospensioni che quindi porta ad uno spostamento del carico che quindi genera questo effetto che, se vogliamo, è un po’ collaterale. Chiaramente tutto si può evitare ma fare drifting con una Alpine A110 è molto divertente – chiaramente a condizione di essere in pista. In rete ci sono diversi video su questo tema specie fatti dai cugini d’oltralpe.

La grande differenza che magari si ha con questa vettura rappresentata dal fatto che in questo caso abbiamo movimenti progressivi ed omogenei che rendono il controllo della vettura sempre intuitivo e molto facile. Ci si può giocare un po’ come si vuole – a condizione di essere in sicurezza – perché ogni movimento della Alpine viene comunicato con largo anticipo.

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