Abbiamo provato la Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde per due intense settimane e ogni giorno la domanda era la stessa: è lei la macchina perfetta? Proviamo a rispondervi nel nostro test drive.
Nel corso delle ultime due settimane ho avuto la fortuna di poter provare su strada la Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde in un test drive partito da Milano e arrivato fin sul Passo di Giau – in Veneto. Il mio primo contatto con questo bolide avvenne all’atto della presentazione del prodotto quando, in quel di Balocco, mi invitarono per la prova nazionale riservata agli influencer. In quella sede ebbi modo di testare le capacità dinamiche della macchina nella pista torinese e non vi nascondo che le emozioni provate furono intense sebbene la durata materiale prova non superò i 10 minuti.
Oggi finalmente ho avuto la possibilità di provarla per un tempo più consono e sono giunto alla conclusione che Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde è la macchina perfetta. Senza se e senza ma.
Non vi nascondo che il titolo di questo paragrafo vuole in qualche modo provocare sebbene l’affermazione rispecchi in tutto e per tutto il mio pensiero.
Dal punto di vista estetico Giulia Quadrifoglio Verde è per me il giusto mix tra linee moderne ed un pizzico di tocco retrò che porta il pensiero ai fasti del passato. La parte anteriore è sicuramente un capolavoro di aggressività e le vistose prese d’aria situate sul cofano rendono la vettura molto aggressiva. L’auto a noi riservata era dotata di spoiler anteriore in carbonio che si attiva alle alte velocità, abbassandosi, per conferire ancora maggiore stabilità alla parte anteriore.
Sul laterale dominano la scena le nervature e le minigonne in carbonio che accentuano la muscolatura mentre il posteriore rappresenta il vero e proprio capolavoro con i quattro scarichi (veri) che fanno da cornice all’importante estrattore d’aria centrale che oltre ad avere una funzione estetica contribuisce in maniera importante alla stabilità della vettura.
La prima cosa che si apprezza momento in cui si inizia ad utilizzare la macchina nel quotidiano è la grandissima sensazione di confidenza che si percepisce in ogni momento. Motore davanti, trasmissione al centro e trazione posteriore: la formula perfetta. Quando si inizia ad andare forte si apprezza il bilanciamento della vettura che da un lato riesce a tenere la strada qualsiasi sia la traiettoria impostata e dall’altro permette di guidare in maniera sportiva sempre con grande confidenza del mezzo, senza mai tradire. La macchina ha un bilanciamento semplicemente unico che porta a risultati prevedibili persino quando si esagera.
Si è molto discusso della collaborazione tra Ferrari ed Alfa Romeo per lo sviluppo del poderoso V6 che è il cuore della vettura. Tutto ha origine dalla collaborazione tra la casa piemontese e l’ing. Pivetti che ha trascorsi a Maranello. Misure di alesaggio, design del pistone e della camera di scoppio, rotazione a 90 gradi (come il V8 Ferrari che viene montato sul 488). Sono tante le analogie col Cavallino. Innanzitutto questo propulsore è tecnicamente un doppio tricilindrico il che consente la disattivazione totale di una delle bancate in condizioni di basso carico (si disattiva sempre la destra). Questa soluzione porta ad effettivi risparmi nei consumi in quanto ogni qualvolta si richiede poca spinta si disattiva in automatico una parte di motore. Il passaggio è totalmente trasparente per il conducente e la riattivazione è immediata. Il sound – anche in configurazione tre cilindri – non cambia.
Per quanto riguarda il piacere di guida posso dire che il motore, biturbo (geometria fissa e single scroll), spinge bene sin dai bassi e i 600Nm sono impressionanti tanto che tornando al mio “aspirato” da quasi 400 cavalli mi sembra di guidare una Panda.
Se si desidera contenere i consumi basta usate il selettore delle modalità di guida ed i valori, di cui non parlerò (perché se sognate una macchina da 510 cavalli e parlate di consumi allora avete sbagliato prodotto), sanno essere contenuti in regime extraurbano.
Al centro tunnel, in prossimità della leva del cambio, trova posto il selettore delle modalità di guida DNA che permette di selezionare quattro diverse modalità di guida (una in più rispetto alla classica proposta Alfa Romeo).
Nella modalità di guida “A” (all weather) la macchina risulta fortemente smorzata per quanto riguarda la potenza disponibile e nel contempo i tempi di cambiata risultano più lunghi. Questa condizione si utilizza nel momento in cui si desidera avere una andatura tranquilla senza esagerare con i consumi ma soprattutto senza scaricare a terra tutti i cavalli della macchina. In condizioni di asfalto bagnato o in caso di neve risulta essere una modalità imprescindibile.
La modalità “N” rende la macchina Normale o Neutra mentre la modalità “D”, Dynamic, può essere utilizzata ogni qualvolta si desidera avere il massimo del dinamismo ma senza rinunciare ai controlli di trazione.
L’ultima modalità, RACE, stacca completamente l’elettronica e apre le valvole allo scarico e forse qui si manifesta l’unico grosso limite tecnico della vettura ovvero l’eccessivo “stacco” tra la modalità Dynamic, in cui l’elettronica è fortemente presente, e la modalità RACE in cui non c’è alcun ausilio elettronico (e gli scarichi sono aperti).
Altra considerazione riguarda il fatto che che non si possono aprire delle valvole dello scarico senza necessariamente passare alla modalità RACE. Mi chiedo come mai gli ingegneri Alfa Romeo non abbiano pensato ad un banalissimo pulsante che per esempio permettesse di aprile valvole nel posteriore solo per godere del piacere di guida che si prova ascoltando il poderoso suono del biturbo.
Dipende. Se stessimo parlando di una vettura normale sarei propenso a rispondere che la versione automatica è da preferire ma in questo caso devo dire che forse opterei per la versione manuale (e chi vi scrive è un fan della trasmissione automatica). Non esprimo questa considerazione perchè il cambio ad otto rapporti con convertitore di coppia prodotto dalla ZF (ZF 8HP75) funzioni male, al contrario! Va sorprendentemente bene per essere un convertitore di coppia e non un doppia frizione!
Penso onestamente che il lavoro di taratura ed adattamento della trasmissione ZF sia perfetto sia in salita di marcia sia in discesa, ma credo che questa sia una macchina da comprare in versione manuale per godere al massimo delle intense sensazioni che solo una trasmissione meccanica riesce a dare. Questione di opinioni ma, avendo provato anche quel tipo di trasmissione, ben ricordo la possente doppietta automatica in scalata e il piacere di infilare la marcia prima di buttare la macchina in curva.
L’automatico va bene, in salita è un fulmine (specie in modalità RACE) e in scalata si difende benissimo ma poco si addice a questo capolavoro della meccanica.
A mio avviso a questa macchina non manca niente però va sicuramente fatta una riflessione su alcuni elementi che oggi sono sempre più richiesti nelle vetture moderne e che forse ci si aspetta di trovare nel momento in cui si compra una macchina immatricolata nel 2018. Mi riferisco ad esempio ai fari xeno ed al sistema di infotainment, unici punti deboli della vettura. L’impianto di illuminazione funziona bene ma la tecnologia dei fari allo xeno è ormai obsoleta in quanto abbondantemente superata dalla tecnologia led (magari con fari a matrice che possono illuminare la strada in maniera intelligente). I fari full led non sono indispensabili ma sicuramente utili per mantenere la macchina competitiva dal punto di vista tecnologico.
Stesso discorso vale per il sistema di infotainment che ad esempio manca dei collegamenti verso Android Auto ed Apple Car Play. Il navigatore poi è essenziale, benchè funzioni bene e la retrocamera posteriore è a bassa definizione e di dimensioni ridotte.
Sono cose sulle quali si può soprassedere? Decisamente sì perchè alla fine questa Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde è una macchina da guidare e va vissuta per quello che è con i suoi pregi difetti o meglio con le sue tante, tantissime virtù che te la fanno amare subito e con quei piccoli accorgimenti che l’avrebbero resa ancora più perfetta.
Ho fatto una lunga riflessione e discusso abbondantemente con il mio collega Davide riguardo un eventuale trazione integrale per questa Giulia Quadrifoglio Verde ed onestamente penso che le quattro ruote motrici andrebbero a stravolgere radicalmente la macchina facendole perdere quel tocco di originalità che le dona la trazione posteriore. Per contro penso onestamente che tutte le macchine sopra una certa cavalleria (idealmente 400CV) dovrebbero necessariamente scaricare la potenza sulle quattro ruote anziché sulle sole due ruote posteriori.
Non la voglio mettere dal punto di vista della sicurezza però vi posso assicurare che 510 cavalli e 600Nm di coppia sulle sole ruote posteriori sono tanti specie nel momento in cui ci si trova in condizioni di scarsa aderenza. Certo in questo senso intervengono le modalità di guida del Drive Select e in particolare la posizione All Weather che smorza sensibilmente i toni del poderoso V6, ma la tentazione di tenere costantemente la modalità Race per ascoltare suono degli scarichi è tanta e vi assicuro che in più di un’occasione mi sono sentito come se guidassi sulle uova.
Concludo questo pezzo con un quesito: se vi fornissi un capitale di 80.000 euro e vi chiedessi di comprare una macchina potente, con una dinamica di guida che si avvicina ad una Ferrari 488, che può essere utilizzata nel quotidiano come macchina per la famiglia e in grado di portarvi in giro senza consumi eccessivi – magari per un lungo viaggio fuori porta.
Se vi dicessi che questa macchina deve potervi far divertire in pista e che deve essere viscerale, energica, stabile e divertentissima da guidare, voi cosa comprereste? Vi posso assicurare che Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde è l’unica proposta sul mercato in grado di soddisfare queste condizioni ed ecco perchè – per me – è la macchina perfetta. Perchè alla fine il componente più importante è l’emozione.
Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde, da 79.100 euro.