Prova su Strada Renault Kadjar: la massima espressione dell’1.5 dCi da 110CV

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Renault Kadjar, Benvenuti a Bordo

Renault Kadjar è una bandiera che il Marchio della Losanga può portare in alto. Le case lavorano incessantemente per offrire una gamma completa di Crossover, che Renault ha interpretato -in ordine alfabetico- con Captur, Kadjar e Koleos. C’è chi dice che la virtù stia nel mezzo, ora vediamo di scoprire perché. Parlando del segmento più desiderato in Europa la risposta è piuttosto spontanea. Un veicolo funzionale sia per la vita in città che per le uscite nel weekend (senza menzionare qualche deviazione fuoristradistica) ci mette in pace con noi stessi.

Renault Kadjar punta a essere tutto questo. Spazi a bordo e vano di carico non temono trasferte, l’opzione 4×4, non associabile alla trasmissione automatica, apre agli sterrati e soprattutto il design è frutto di scelte azzeccate, che hanno già riscosso un grande successo con modelli come Clio e Talisman.  La cura Laurens Van Den Acker (Capoprogetto Design di Renault)  ha dato anche questa volta i suoi riscontri positivi. Quella tecnologia che piace un po’ a tutti poi completa un quadro che, in tutta franchezza, viene voglia d’appendere in garage. Ci riferiamo, in particolare, all’infotainment ben congeniato e contestualizzato nell’auto come il resto della plancia, che punta a fare da riferimento per la categoria.

Renault Kadjar nasce sulla piattaforma CMF -condivisa con Nissan Qashqai- ma porta un nome piuttosto singolare. Gli addetti al marketing di Renault ci hanno raccontato che la parola nasce fondendo Quad all’emergere in francese, Jaillir, anche se a noi ricorda un po’ il Kajal, la matita nera da mille e una notte che dona all’auto un tocco orientale.

Motori e stili

Nel nostro caso ci siamo messi al volante di una Renault Kadjar in versione Hypnotic², con 110CV sviluppati dall’1.5 litri Diesel dC e cambio automatico a doppia frizione EDC. Rimanendo sul Diesel troviamo anche il 130CV disponibile con cambio manuale o X-Tronic, oltre alla versatile 4×4 sempre alimentata a gasolio. Spostandoci sul benzina la scelta ricade sul TCe disponibile in due fasce di potenza, 130CV o 165CV, entrambi disponibili con cambio manuale a 6 rapporti, il primo anche con cambio automatico a doppia frizione EDC.

Tornando all’allestimento invece, l’Hypnotic² aggiunge classe quanto basta da conferire un tono immediatamente premium all’auto: vetri oscurati, barre di carico sul tettuccio, cerchi in lega da 19″ e luci FULL LED  Vision completano il corredo esterno che, agli interni, è invece arricchito di volante in pelle Nappa, la quale ritorna anche sui sedili in tessuto e sui rivestimenti interni. Non è difficile (per noi!) immaginare come tutti questi dettagli si uniscano nell’offrire stile e particolari curati ovunque si posi lo sguardo.

All Mode 4×4-i, il vestito su misura è più aderente

Tra le dotazioni più interessanti sulla vettura c’è l‘All Mode 4×4-i, la trazione integrale intelligente che porta la Renault Kadjar a un livello superiore. Un integrale di tipo elettronico, non puro diciamo, ma che a conti fatti è la soluzione migliore per chi anche quest’anno la Dakar la guarda dalla televisione. La 4x4i si aziona tramite una rotella sul tunnel centrale che permette tre diverse impostazioni, dalla trazione anteriore 2WD all’automatica -in cui la centralina registra lo slittamento delle ruote e ridistribuisce la coppia fino ad un 50/50 tra gli assi- finendo con il 4WD Lock che invece divide la trazione in maniera uguale tra anteriore e posteriore. Il tutto si traduce in un grosso aiuto quando andiamo ad affrontare fondi viscidi, innevati o fangosi.

La nostra prova

 


Renault Kadjar,
così ben definita agli esterni, offre il meglio di sé una volta che ci si trova a bordo. La versione Hypnotic² è un allestimento ricco e curato nei dettagli, con rivestimenti in pelle -molto belle le maniglie delle portiere, al pari di quella posta sul tunnel centrale- e le giuste combinazioni di materiali, mai economici o posticci. A metterci subito a nostro agio però è l’organizzazione della plancia. Ogni cosa è al suo posto, un fattore da non sottovalutare ora che le funzioni di un’auto viaggiano di pari passo con quelle degli smartphone.

Il guidatore si trova davanti il bel volante Renault, rifinito e con i classici comandi di sorta per telefono, Cruise Control e strumentazione. Già, perché quest’ultima -posta sotto a un’unghia parasole rifinita in pelle- è completamente digitale. Una soluzione che predilige pulizia nel design e chiarezza nelle informazioni. Il contagiri -con zona rossa a 5.000 giri al minuto- fa da corona centrale, dentro alla quale troviamo la velocità e i dati di consumo. La zona centrale è composta da infotainment -software come sempre impeccabile, anche se qualche tasto fisico in più non avrebbe guastato- a cui si vanno ad aggiungere climatizzatore bizona e vano portaoggetti. Sul display R-Link2 da 7” non manca il navigatore con cartografia Europa inclusa.

Apertura e chiusura dell’auto avvengono automaticamente una volta che la chiave viene rilevata, non serve estrarla. Quindi entriamo e spingiamo sullo starter -che Renault ha adottato tra i primi in questo segmento- e l’1,5 litri dCI si accende quasi impaziente. Anche i fari (FULL LED per chi ama le nomenclature) hanno l’accensione automatica, una di quelle piccolezze a cui è però difficile rinunciare.

Il cambio automatico X-Tronic CVT a 6 marce, sistema a variazione continua sviluppato per diversi anni, ha raggiunto la giusta maturità: va conosciuto e “capito” come tutti gli automatici, ma una volta presa coscienza del suo funzionamento aiuta non poco nelle lunghe giornate al volante. Cominciamo a dire che la seduta è davvero comoda, oltre al fatto che la visibilità dall’ampio parabrezza è capace di mettere a proprio agio chiunque.

 

 


L’auto
si lascia condurre con semplicità, l’impegno richiesto è davvero minimo: lo sterzo infatti è ben tarato, non troppo morbido ma non per questo pesante, oltre al fatto che le sospensioni fanno un ottimo lavoro sia sui dossi -gli angoli di attacco e uscita sono di 18° e 25°- che sullo sconnesso, dove i 200mm di spazio da terra aiutano non poco. Fortunatamente, per quel che riguarda i parcheggi, Renault Kadjar è abbastanza controcorrente rispetto alle sue principali alternative: la visibilità posteriore è buona e l’auto non sporge, oltre al fatto che non mancano telecamera posteriore e sensori di parcheggio. 

Le dimensioni
in questo danno una mano. Pure essendo una vettura spaziosa agli interni con un passo abbastanza lungo per accomodare anche chi sta dietro, la lunghezza di 445cm rende l’auto facile da manovrare, così come la larghezza di 184cm non così penalizzante in città. L’altezza da terra infine è di 161cm. Di praticità quindi ne abbiamo a sufficienza, anche considerando i 472 litri di bagagliaio in configurazione standard che possono diventare 1478 con l’abbattimento dei sedili.

Kadjar, nonostante una frenata davvero a punto e una tenuta di strada ineccepibile, non ama la guida brusca e sincopata. Il suo terreno ideale è la città, l’uscita nel weekend o il viaggio con la famiglia, fra i tornanti di montagna non trova ostacoli -d’inverno con il 4×4 si sta più sicuri- se non pretendiamo di correre un rally. Già, perché gli ottimi consumi rilevati di circa 18 chilometri per un litro di gasolio nel misto richiedono una guida dolce, che si sposa bene con il CVT e la filosofia complessiva della vettura. Le linee morbide e curate si ritrovano quindi all’atto pratico della guida, in un ambiente che non stanca nemmeno dopo diverse ore.


In Conclusione

Se dovessimo spiegare in poco tempo le nuove tendenze del mondo automotive, probabilmente il soggetto più eloquente sarebbe Renault Kadjar: un crossover dalle linee curate e decise, colori a contrasto e l’opzione integrale per una vettura capace di fare un po’ di tutto. Non è un fulmine di guerra anche per via del cambio -con il manuale si ha una maggiore reattività a discapito però del comfort- ma non stanca e piace anche perché la base, in comune con Nissan Qashqai, è più che collaudata. In questo caso Renault ci ha consegnato un oggetto di design che non rinuncia per questo a una grande praticità nel quotidiano. E il pubblico ringrazia.

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