Renault ha investito, insieme all’alleata Nissan, circa 4 miliardi di euro nell’elettrico ed i risultati raccolti in tutta Europa sono decisamente modesti ed in Italia diventano tragici. Se poi pensiamo che di questi 1675 pezzi venduti da Renault, ben 1421 sono del biposto Twizy si capisce che la situazione è tragica a fronte dei soli investimenti pubblicitari che la casa sta sostenendo per sedurre gli italiani e non solo ad andare elettrico.
Ognuno deve ovviamente portare acqua al proprio mulino, ma la scelta elettrica di Renault si sta rivelando un pericoloso azzardo in un mercato continentale in profonda crisi e coi governi che pensano alle emergenze sociali più che alla mobilità elettrica, pur essendoci Paesi virtuosi come la Francia che però non ha fatto registrare boom di vendite nonostante i forti incentivi.
Non a caso Renault detiene il 70% del mercato elettrico più per assenza di avversari (Smart elettrica in Italia si tiene defilata e Nissan ha delegato il mercato a Renault prendendosi le ben più polpose aree del Giappone e degli Usa dove le Nissan Leaf giustificano almeno in parte gli investimenti) che per azioni virtuose.
Per Renault Italia, l’elettrico è una vera “palla al piede” che costringe a dirottare le poche risorse disponibili in tempo di crisi su modelli che si vendono col lumicino anzichè concentrarsi sui nuovi modelli come la nuova Renault Clio 4 che deve subire una dieta di comunicazione ed incentivi promozionali per darli ai veicoli elettrici.
I risultati di Renault in Italia ed in Europa sono decisamente pesanti e lo ZEV sembra quasi una sedia elettrica piuttosto che una mobilità alternativa.
Twizy è un’idea simpatica che Infomotori ha provato con piacere, ma che vede poco concreta in un Paese in cui la gente deve parcheggiare la propria vettura a Milano o Roma in terza fila o su una aiuola quando va bene, non avendo la fortuna di avere un proprio box e magari pure con una colonnina elettrica… L’Italia non è la California, purtroppo, e ricaricare una vettura elettrica è ben arduo. Gli stessi futuri incentivi non potranno fare miracoli con uno sconto del 20% sul valore (in realtà lo Stato mette il 10% e la Casa l’altro 10%…) e la maggior parte delle case si sta concentrando sull’ibrido e sull’ibrido plug in che unisce la trazione elettrica (con alimentazione a presa dove sia possibile) ad un motore termico ecofriendly che ti fa andare ovunque senza aver l’ansia da colonnina.
Infomotori ama gli innovatori ed i precursori, ma Renault rischia di arrivare troppo in fretta avanti con investimenti troppo forti da essere digeriti dall’attuale mercato italiano ed europeo. Compensare il flop elettrico della Renault con il successo del low cost Dacia porta se va bene al pareggio, ma Renault si sta bruciando ottime opportunità.
Ma vediamo nel dettaglio il successo elettrico di Renault in Italia che la prende larga nel suo comunicato ricordando che la leadership del mercato italiano dei veicoli elettrici si affianca anche alla leadership in Europa, dove Renault ha immatricolato nel 2012 a fine settembre circa 13.500 veicoli della sua gamma a zero emissioni Renault Z.E. 1500 pezzi al mese in tutta Europa sono davvero una miseria se pensiamo ai protocolli raggiunti con molte Istituzioni (dal Portogallo al Regno Unito) ed in particolare con la Francia dove il Governo ha investito miliardi di euro per l’elettrico.
L’ufficio stampa Renault ci informa che con 1.421 immatricolazioni, in poco più di 5 mesi dal suo effettivo arrivo sulle strade, si è posta alla testa dell’intero segmento dei quadricicli (ivi compresi quelli termici, rappresentati dalle cosiddette “micro-car”). Twizy rappresenta il 79% del mercato dei quadricicli elettrici, mercato che, grazie all’arrivo dell’urban crosser di Renault, registra un boom, passando dalle 324 immatricolazioni del gennaio-settembre 2011 alle 1.791 unità nel 2012 (+453%). Bel Boom ma se pensiamo a cosa sono costati solo gli spot televisivi il bilancio diventa poco edificante a livello di utili.
Sui commerciali elettrici, Renault continua il suo primato elettrico con la Renault Kangoo Z.E., Van of the Year 2012, che guida il mercato con 224 unità, pari al 72% dei veicoli commerciali elettrici immatricolati da gennaio a settembre 2012: in soldoni neppure uno al giorno o due per concessionaria in nove mesi… Senza pesanti incentivi e sgravi fiscali che il Governo Monti pare non gradire sembra dunque dura elettrificare il trasporto commerciale urbano su gomma.
Renault Fluence conferma le difficoltà dell’offensiva elettrica in Italia della marca francese che, pur essendo un gioiello di tecnologia, non è andata oltre alle 30 unità in 9 mesi pari a 3,3 vendite al mese.
Insomma un 2012 con crescite a tre cifre sul 2011 ma con numeri che non giustificano gli investimenti faraonici ed ora i vertici Renault guardano con trepidazione al debutto, nei primi mesi del 2013, di Renault ZOE, berlina compatta 100% elettrica che, con la sua avanzata tecnologia (sistema “Range OptimiZEr” per l’ottimizzazione dell’autonomia, connettore Chameleon per ricaricarsi con qualunque livello di potenza, anche in soli 30 minuti, tablet multimediale Renault R-Link,…) e i suoi inediti 210 km di autonomia (in ciclo NEDC), avrebbe gli ingredienti per diventare il riferimento di questo segmento.
La ZOE diventa l’alternativa elettrica della nuova Clio 4 ma con un prezzo più pesante a causa dell’assenza di incentivi rischia di trasformarsi in una pericolosa zavorra per Renault Italia che deve fare numeri importanti senza aiuti esterni, con le rivali che non stanno certo ferme con promozioni ed offerte tanto che la stessa Ford Fiesta costa meno di 4.000 euro di una Renault Clio4… Vedremo i dati 2013 dove sicuramente Renault avrà una quota di mercato ancora superiore, ma bisognerà vedere se esiste ossigeno per quel mercato o se sarà la classica vittoria di Pirro che è meglio perdere o non affrontare come stanno facendo le rivali della Renault…sarà un caso ma Sergio Marchionne ha dichiarato che l’elettrico è una follia e la Fiat 500 perderà 15.000 dollari a vendita ma deve farla per gli accordi sottoscritti con il Governo statunitense ed anche il Cancelliere tedesco ha confermato l’investimento di un miliardo aggiungendo che è molto perplessa sul loro ritorno economico…