Saab 900, la storia della berlina svedese

È stata prodotta dal 1979 al 1998, prima di lasciare il posto alla 9-3. La Saab 900 ha raccolto l’eredità della 99. Realizzata sulla stessa base della sua antenata (scocca e meccanica erano identiche), si differenzia per il passo più lungo di cinque centimetri.  Disponibile con carrozzeria a tre e cinque porte (Combi coupé), è spinta da un 2.0 a benzina in grado di fornire diversi livelli di potenza (100, 108, 118 e 145 CV). Nel 1981 la gamma si amplia con l’introduzione della versione “Sedan” a quattro porte, seguita tre anni dopo da quella a due porte.

Sempre nel 1984 è introdotto il nuovo motore turbo da due litri, con quattro valvole per cilindro, capace di erogare 175 CV. Grazie all’adozione dell’intercooler, nel 1986 la potenza del 2.0 da 145 CV sale a 155 CV. Sempre nello stesso anno debutta sul mercato la Saab 900 Cabriolet, la capostipite di tutte le cabrio della Casa svedese. Dodici mesi più tardi, un corposo restyling porta a un frontale più aerodinamico della Saab 900, con i paraurti ridisegnati. Nel 1989, poi, arriva una nuova motorizzazione, il 2.0 da 133 CV ad iniezione elettronica, mentre nel 1991 è la volta della 900 EP (Eco Power) da 141 CV.

L’ultima fase
Nel 1993 la prima serie “Classic” cede il palcoscenico alla seconda serie “New Generation”. La differenza a colpo d’occhio è evidente. Rispetto alla versione precedente, spiccano le linee più arrotondate e meno anticonformiste. La 900 NG è il primo modello della Casa svedese dopo l’acquisizione della maggioranza azionaria da parte della General Motors. Anche per questo i fan più integralisti della Saab non apprezzano molto questa versione, realizzata sul pianale della Opel Vectra ed equipaggiata con motori da 2 e 2.5 litri a benzina. Disponibile nelle varianti a tre porte, a cinque porte e cabriolet.

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