Sergio Marchionne e la Fiat del futuro

La scissione, o lo spin-off come preferite, tra le due diverse attività che fanno capo al gruppo Fiat, è “l’unica strada per assicurare ad ogni business il miglior sviluppo strategico”. Così Sergio Marchionne, l’AD di Fiat, l’uomo che ha portato la Chrysler ad essere anche un po’ italiana, ha motivato la divisione del Gruppo in due diverse business unit.

La nascita di Fiat Auto – che si andrà ad occupare di tutto quello che riguarda le automobili –  e Fiat Industrial – che invece si rivolge alle macchine per l’agricoltura e le costruzioni, ai veicoli industriali e relativi motori e trasmissioni e le attività marine – è necessaria per la natura eterogenea del business del Gruppo e trova le sue motivazioni nella netta distinzione delle due attività per caratteristiche, impegni e redditività di capitale, marginalità, dinamiche dei loro mercati.

Questa operazione era attesa da molto tempo dai sindacati per capire le nuove dinamiche occupazionali, dagli ambienti finanziari e dalla Borsa che la auspicava da tempo, forse più interessata “all’ipotetico valore di Borsa dei due business autonomi che non ai benefici reali ed industriali”.
Lo spin-off non è stato effettuato prima perché era in corso un processo di risanamento globale che ora è stato completato e che allo stato attuale delle cose non aveva più senso, perché tenere sotto la stessa direzione due attività del tutto diverse è un concetto superato. E’ quindi giunto il “momento giusto per procedere alla scissione”, anche perché “grazie alla partnership con Chrysler, il business dell’auto può muoversi in modo autonomo sul mercato”.
In poche parole, in questo modo le due unità potranno finalmente focalizzarsi sui loro campi di attività godendo di maggior libertà di azione, anche nel caso di alleanze.

In concreto, le attività legate all’automobile che includono Fiat Group Automobiles, Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau e la linea “Passenger & Commercial Vehicles” di FPT Powertrain Technologies fanno parte di Fiat Auto, mentre le attività di Iveco e CNH, insieme al ramo “Industrial & Marine” di FPT Powertrain Technologies, rientrano in Fiat Industrial.
Quest’ultima, sarà quotata alla Borsa di Milano in concomitanza con la data di efficacia della scissione e ogni azionista riceverà un’azione Fiat Industrial, della stessa categoria e senza versare alcun corrispettivo, in aggiunta a ciascuna azione posseduta in Fiat.
Il patrimonio netto si ridurrà di circa 3,7 miliardi di euro attraverso una riduzione del capitale sociale e delle riserve della società.
La riduzione del capitale sociale non comporterà la cancellazione di azioni ma si realizzerà attraverso una riduzione da 5 a 3,5 euro del valore nominale di ciascuna azione.
Di conseguenza, il capitale sociale di Fiat Industrial – pari a 120 mila euro alla data della sua costituzione – verrà aumentato di circa 1,9 miliardi di euro, mentre le riserve aumenteranno di circa 1,8 miliardi di euro.
Il numero e le classi di azioni di Fiat Industrial rifletteranno quelle di Fiat.
Il valore nominale delle azioni Fiat Industrial di ciascuna categoria sarà pari a 1,5 euro.

Fiat, grazie alla scissione,  avrà la possibilità di migliorare la posizione competitiva su scala globale e di potenziare la propria efficienza, facendo leva su una più ampia libertà di movimento.
La partecipazione in Chrysler potrà ottenere una maggiore visibilità, così come il valore derivante dalla collaborazione internazionale tra i due costruttori.
Secondo il Piano Strategico 2010-2014 che è stato presentato il 21 aprile scorso, il fatturato di Fiat arriverà tra quattro anni a 64 miliardi di euro, raddoppiando circa il suo valore rispetto a quello previsto per il 2010, con un tasso medio annuo di crescita dei ricavi pari al 19%. L’80% deriverà da Fiat Group Automobiles, il 6% da Ferrari e Maserati mentre il resto dalla componentistica.

Fiat sarà un gruppo industriale globale concentrato nel settore automobilistico, flessibile e libero di perseguire le sue strategie anche in temrini di alleanza. Quella con Chrysler, per esempio, le permetterà di espandersi in nuovi e importanti mercati, ampliare e variare la gamma dell’offerta rispondendo alle inevitabili evoluzioni del mercato facendosi trovare pronta in ogni segmento.
Sarà un costruttore completo e competitivo in ogni fasci di mercato perché sfrutterà l’abilità e la presenza di Fiat nei segmenti bassi e di Chrysler in quelli medio-alti.
I ricavi aumenteranno  dell’11% annuo fino a 29 miliaradi di euro nel 2014.
L’utile lordo quasi quadruplicherà il suo valore, passando a 1,4 miliardi di euro (previsti per il 2010) a 4,1 nel 2014.
Attravero la partnership con Chrysler ci sarà una miglior distribuzione della rete vendita, già avviata per altro, migliorando la copertura e la presenza sui mercati, mentre i marchi Chrysler e Jeep godranno di una presenza maggiore al di fuori dell’area NAFTA.
Inoltre, questa collaborazione darà una accelerata allo sviluppo internazionale in Russia, India e Cina.
Lancia e Chrysler si integreranno in Europa permettendo alla prima di trasformarsi in un marchio completo.
L’Alfa Romeo è destinata a diventare il marchio premium del Gruppo sfruttando anche la tecnologia Chrysler nel campo dei suv, riportando le auto del biscione negli States, Canada e Messico.
Ferrari aumenterà la redditivià mantenendo gli stessi volumi, mentre per Maserati la novità è l’ingresso nel segmento E alto di gamma, mantenendo la presenza in quelli storici, G e H.

L’operazione di scissione verrà completata entro fine anno, entro fine settembre sarà richiesta l’ammissione alla quotazione alla Borsa di Milano di Fiat Industrial, che si stima venga approvata entro la fine di novembre.
Questa tempistica permetterà di stipulare l’atto di scissione a metà dicembre, rendendola efficace dall’1 gennaio 2011. La negoziazione delle azioni Fiat (ordinarie, privilegiate, di risparmio) alla Borsa di Milano inizierà il 3 gennaio.

Per Marchionne la giornata di oggi è un passo evolutivo per Fiat, costringendola a crescere, a migliorarsi.
Senza dubbio, questa operazione cambia in modo radicale la vita della Fiat e parla di impegno ed ambizione, perché da vita a due aziende competitive a livello internazionale.

Inoltre l’AD pensa anche alle persone che lavorano per l’azienda. E’ stato compiuto un passo anche verso di loro, con l’assicurazione nel medio-lungo termine di un porto sicuro dove cogliere importanti opportunità, quali uno sviluppo personale di altissimo livello non solo per le competenze professionali e tecniche, ma soprattutto per quelle qualità preziose per lo sviluppo di una società, come lo spirito competitivo e la forza della leadership, che in Fiat storicamente si vengono a creare.

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