Su strada
Le strade panoramiche e nervose, anche se intasatissime di traffico, dei Castelli Romani, attraverso Ariccia, Genzano e Castel Gandolfo, sono state infatti teatro della nostra prova a bordo della nuova Suzuki Alto. Spinta da un motore da 1 litro a 3 cilindri da 68 cavalli, la giapponesina ci è parsa sufficientemente pimpante anche a quasi pieno carico. Sul raccordo anulare abbiamo potuto spingere a fondo e la Alto è schizzata via senza sussulti toccando oltre i 140 km/h, anche se la velocità di punta può raggiungere i 155 km/h. Certo, a velocità elevata, il ticchiettio del propulsore a 3 cilindri si avverte ma non in modo fastidioso; per il resto il comfort a bordo è apprezzabile. Lo spazio per il guidatore e il passeggero anteriore è più che buono, un po’ meno quello per le persone che siedono dietro. Peccato, mancano le maniglie di appoggio del soffitto. Anche il bagagliaio è in sintonia con una vetturetta da 3 metri e mezzo. L’abitacolo è funzionale anche se per la plancia i progettisti avrebbero potuto utilizzare del materiale plastico migliore; antiestetico invece ci è parso il contagiri rotondo posto sulla sinistra del volante in bella evidenza, montato però solamente sulla versione Glx. I sedili posteriori sono abbattibili e consentono così una capacità di carico che passa da 129 a 367 litri. Suzuki Alto è stata progettata all’insegna dell’economicità e al basso impatto ambientale. Il motore infatti da 1 litro consuma 4,4 litri ogni 100 km nel ciclo misto e soli 103 grammi per km di CO2. Quest’ultimo dato conferisce ad Alto un primato: è la vettura a 5 porte a benzina con le emissioni più basse oggi sul mercato. Insomma, l’ultima nata di Suzuki potrebbe anche essere considerata l’auto anti-crisi, un modello significativo, che arriva proprio in occasione del centenario dalla nascita del Gruppo Suzuki.