La storia si ripete: nei primi anni del ‘900 la Fiat ha aiutato il nostro Paese costruendo mitragliatrici per far fronte alla Prima Guerra Mondiale, un contributo prezioso che i più grandi colossi dell’automotive di oggi sono pronti a ripetere convertendo la propria produzione verso la realizzazione di mascherine e ventilatori polmonari. Il Coronavirus sta costringendo a un drastico cambio di rotta per assicurare la sopravvivenza di tutti quanti, motivo per cui Tesla, FCA, Ferrari, Magneti Marelli e McLaren, solo per citarne alcune, hanno dato la loro disponibilità a fermare la propria attività nell’ottica di aiutare tutti coloro che stanno combattendo contro questa dilagante epidemia.
Negli ospedali, attualmente, ciò che manca sono proprio i ventilatori polmonari, necessari a mantenere in vita chi presenta le difficoltà respiratorie caratteristiche dell’infezione da Covid-19. In questo senso, Ferrari, FCA e Marelli sono già in trattativa con Siare Engineering, il più grande produttore italiano di questi dispositivi: l’intenzione è quella di aumentare il loro personale con tecnici provenienti dall’automotive tricolore, oppure dislocare la produzione di alcune parti dei ventilatori presso le factory delle varie case automobilistiche.
La stessa disponibilità è stata data oltreoceano da Tesla, che nel frattempo è stata costretta a sospendere le proprie linee produttive nello stabilimento di Fremont: “Costruiremo i ventilatori polmonari nel caso venissero a mancare negli ospedali”, ha affermato Elon Musk, che di conseguenza ha risposto all’appello del governo americano a donare al più presto questi speciali dispositivi medici, come del resto hanno già fatto General Motors, Ford, Apple e Foxconn.
Situazione simile anche in Gran Bretagna, dove il Primo Ministro Boris Johnson ha chiesto a tutte le case automobilistiche di Sua Maestà di effettuare la conversione della produzione in mascherine e ventilatori: una necessità a cui ha risposto favorevolmente la McLaren, già pronta con un programma di formazione per comprendere la reale fattibilità di questo cambio di rotta nella propria factory di Woking.
In ogni caso, tutti quanti dovrebbero prendere esempio dal costruttore cinese BYD, di solito specializzato nella ricerca sulle propulsione elettriche in ambito automotive: questa fabbrica, infatti, sta aiutando la popolazione producendo 5 milioni di mascherine e 300mila bottiglie di disinfettante al giorno, segno che l’industria automobilistica, con il suo know-how tecnologico e con i propri strumenti di produzione, è perfettamente in grado di dare il proprio contributo per uscire da questa emergenza.