Nel mercato delle auto 100% elettriche, pochi modelli possono vantare un’eredità tanto significativa quanto la Tesla Model S. Dal suo debutto nel 2012, la berlina di Elon Musk ha ridefinito il concetto stesso di auto elettrica di lusso, dimostrando che le vetture a batteria potevano essere non solo efficienti, ma anche eleganti, veloci e desiderabili.
Per più di un decennio, la Model S è stata la punta di diamante della gamma Tesla, attraversando varie fasi di aggiornamento pur mantenendo intatta la sua identità di base.
In un recente episodio del podcast Ride the Lightning, Lars Moravy – vicepresidente dell’ingegneria di Tesla – ha lasciato intendere che un nuovo capitolo nella storia della Model S è ormai alle porte. “Dateci un attimo. Ci arriveremo“, ha dichiarato Moravy, aggiungendo che la berlina elettrica “riceverà un po’ d’amore più avanti quest’anno“.
Parole che confermano le voci di un imminente restyling previsto per il 2026, ma sollevano anche interrogativi sulla portata di tale aggiornamento.
La decisione di Tesla di optare per un terzo facelift anziché per una riprogettazione completa solleva interrogativi sulla strategia a lungo termine dell’azienda per i suoi modelli storici. La Tesla Model S 2026 saprà reinventarsi pur rimanendo fedele al suo DNA?
Quando la Model S fece il suo ingresso sul mercato nel giugno 2012, il mondo delle auto elettriche non fu più lo stesso. Dopo la piccola Roadster basata sulla Lotus, questa berlina rappresentava il primo veicolo interamente progettato e sviluppato in casa Tesla.
Con la sua autonomia superiore ai 400 km, prestazioni da supercar e un approccio minimalista al design degli interni, la Model S dimostrò che le auto elettriche potevano competere ad armi pari con le controparti a combustione interna. Non era più necessario scendere a compromessi tra sostenibilità e lusso, tra efficienza e prestazioni. L’impatto fu tale che molti costruttori tradizionali si videro costretti a rivedere le proprie strategie sull’elettrificazione.
Nel corso degli anni, il modello a zero emissioni ha attraversato due importanti fasi di evoluzione. La prima, avvenuta nel 2017, ha segnato l’abbandono della caratteristica griglia frontale nera che simulava una presa d’aria, ormai superflua in un veicolo elettrico, in favore di un frontale più pulito e aerodinamico.
Gli interni rimasero sostanzialmente invariati, mantenendo il grande schermo verticale da 17” che era diventato un tratto distintivo del modello. Più radicale fu l’aggiornamento del 2022, che introdusse un volante a cloche dall’aspetto futuristico e controverso, un nuovo schermo orizzontale e modifiche significative all’architettura elettronica del veicolo. Tesla descrisse questo intervento come “più importante di quanto molti pensassero in termini di architettura e struttura“, parole riprese dallo stesso Moravy nelle sue recenti dichiarazioni.
La scelta di procedere con un terzo facelift anziché sviluppare una nuova generazione della Model S solleva interrogativi sulla strategia di Tesla. In un settore in cui i cicli di vita dei prodotti tipicamente durano 7/8 anni, la Model S ha ormai superato i 10 anni mantenendo la stessa piattaforma di base.
Diversi fattori potrebbero spiegare questa decisione: i costi di sviluppo di una nuova piattaforma sono considerevoli e Tesla potrebbe preferire concentrare le proprie risorse su progetti più innovativi come il Cybertruck o veicoli più accessibili come la Model 2. Inoltre, nonostante l’età, la piattaforma della Model S continua a offrire prestazioni competitive.
L’aggiornamento del 2022 ha introdotto cambiamenti strutturali significativi che potrebbero aver esteso la vita utile della piattaforma esistente. Infine, c’è un elemento emotivo: la Model S è il veicolo che ha definito Tesla come azienda, e abbandonarlo completamente potrebbe essere percepito come un tradimento dell’eredità del marchio.
Il prossimo aggiornamento sembra destinato a seguire l’evoluzione stilistica avviata con i recenti restyling della Model 3 Highland e della Model Y Juniper. Tesla sta gradualmente uniformando il linguaggio estetico della sua gamma, creando una coerenza visiva tra i diversi modelli.
Le linee pulite, i volumi semplificati e una maggiore attenzione ai dettagli caratterizzano questa nuova direzione stilistica che potrebbe influenzare pesantemente il design della rinnovata Model S.
Possiamo ipotizzare una Model S con un frontale completamente ridisegnato. I fari LED potrebbero adottare la configurazione divisa già vista sulla Juniper, abbandonando lo schema attuale in favore di un’illuminazione più sottile e aggressiva.
Il paraurti anteriore potrebbe presentare prese d’aria più definite, non tanto per necessità funzionali quanto per conferire un aspetto più sportivo. La parte posteriore, secondo le proiezioni, potrebbe includere un gruppo ottico a tutta larghezza con la tecnologia di illuminazione indiretta introdotta quest’anno sulla Model Y, insieme a un diffusore più pronunciato.
Per quanto riguarda gli interni, considerando il radicale aggiornamento del 2022, non ci aspettiamo rivoluzioni ma piuttosto affinamenti mirati. Tesla potrebbe introdurre sistemi di illuminazione ambientale più sofisticati, materiali di qualità superiore e miglioramenti ergonomici.
Una possibile novità potrebbe essere l’aggiunta di una telecamera frontale montata sul paraurti, simile a quella introdotta sulla Model Y, utile per le manovre di parcheggio e come ulteriore elemento per i sistemi di assistenza alla guida. L’interfaccia software potrebbe ricevere degli aggiornamenti.
Sul fronte della meccanica, tutto indica una sostanziale continuità con le attuali opzioni di propulsione. La gamma nordamericana include attualmente la versione a trazione integrale con un’autonomia di 660 km e la variante Plaid ad alte prestazioni, dotata di configurazione a tre motori che erogano 1020 CV, permettendo uno scatto da 0 a 96 km/h in soli 1,99 secondi.
Eventuali miglioramenti potrebbero riguardare l’efficienza energetica, con interventi sull’elettronica di potenza o sull’aerodinamica, ma senza stravolgere la formula vincente che ha reso la Model S sinonimo di prestazioni elettriche d’eccellenza.
Il declino nelle vendite della Model S negli ultimi anni è un fenomeno che non può essere ignorato nell’analisi della strategia Tesla. Dopo aver dominato il segmento delle berline elettriche di lusso per anni, la Model S ha visto una progressiva erosione della sua quota di mercato.
L’ampliamento della gamma ha portato a una certa cannibalizzazione interna: molti potenziali acquirenti hanno optato per la più economica Model 3 o per il più versatile Model Y. Allo stesso tempo, il prezzo della Model S è aumentato significativamente nel corso degli anni, posizionandola in una fascia di mercato sempre più esclusiva e riducendo inevitabilmente il bacino di potenziali clienti.
Il panorama competitivo è cambiato radicalmente rispetto al 2012. Se all’epoca la Model S era praticamente sola nel suo segmento, oggi deve confrontarsi con rivali agguerriti provenienti sia dai costruttori tradizionali che dalle nuove realtà del settore elettrico.
Modelli come la Porsche Taycan, l’Audi e-tron GT, la Mercedes EQS e la Lucid Air offrono alternative valide, spesso con tecnologie più recenti, design freschi e l’appeal di marchi storici del lusso automobilistico.
La domanda fondamentale resta: un terzo facelift sarà sufficiente per riaccendere l’interesse verso la Model S? La storia del settore automobilistico insegna che i restyling hanno generalmente un impatto limitato e temporaneo sulle vendite.
Il rinnovamento estetico può certamente generare un picco di interesse iniziale, ma senza innovazioni sostanziali, l’effetto tende a esaurirsi rapidamente. D’altra parte, Tesla non è un costruttore convenzionale e la sua capacità di generare entusiasmo attorno ai propri prodotti va oltre le logiche tradizionali del marketing automobilistico.
Il carisma di Elon Musk, la fedeltà quasi religiosa di molti clienti del marchio e la costante evoluzione tecnologica garantita dagli aggiornamenti software potrebbero sostenere le vendite anche in assenza di un rinnovamento radicale della piattaforma.
Un fattore determinante sarà il posizionamento di prezzo. Se Tesla decidesse di accompagnare il restyling con una revisione della politica commerciale, rendendo la Model S più accessibile, potrebbe ampliare significativamente il suo mercato potenziale.
Al contrario, mantenendo l’attuale strategia di premium pricing, il facelift rischia di avere un impatto limitato sui volumi di vendita, configurandosi più come un’operazione di immagine che come un vero e proprio rilancio commerciale del modello.
E tu cosa ne pensi? Ti piacerebbe condividere la tua opinione sul futuro della Tesla Model S? Credi che l’azienda stia facendo la scelta giusta optando per un altro aggiornamento invece di una riprogettazione completa?