Inizialmente, il Tesla Supercharger era un servizio incluso nel prezzo d’acquisto della vettura. Comprare Model S o Model X significava quindi aggiudicarsi ricariche gratuite per tutta la vita utile dell’automobile, ma per diversi motivi la società di Elon Musk ha deciso di mettere dei paletti.
Per chi avesse ordinato la propria Tesla entro il 15 gennaio 2017 però, la cosa non avrà ripercussioni: mantenere le promesse è un bel gesto verso i clienti ma, soprattutto, verso gli investitori. Oltre questa data però -che per altro è slittata di 15 giorni dal classico 31/12 di partenza- le Tesla in giro per il mondo dovranno pagare le proprie ricariche. Non molto e solo dopo una certa soglia, ma dovranno farlo.
Su tutte le Tesla acquistate dopo il 15 gennaio 2017 c’è un bonus iniziale di 400kWh -circa 1.600 chilometri- entro i quali le ricariche rimangono gratuite. Superata questa cifra, la tariffa varia a seconda del paese.
In Italia il prezzo fissato per una ricarica Supercharged è di 0,25€ per kWh, mentre normalmente con Enel si pagano 0,40€ per kWh. Con qualche piccolo calcolo, vediamo come in condizioni di consumo reale si riescano a percorrere circa 17 chilometri con 1€ di corrente Supercharged. Un pieno da 15€ per 260Km, tariffa piuttosto simile a quella che si raggiunge viaggiando a metano.
Non tutti gli stati però offrono una tariffa a kWh, motivo per cui la spesa verrà calcolata al minuto. In questo caso la spesa si divide in due fasce, la prima per ricariche entro i 60kWh e la seconda -che costa il doppio- se si supera questa soglia di carica. Un modo per incentivare gli automobilisti a spostarsi senza occupare le colonnine destinate (anche) ad altri.
Per lo stesso motivo, Tesla ha deciso di imporre una tassa su ogni minuto in cui una vettura completamente carica rimane attaccata alla postazione Supercharger. L’applicazione dedicata avvisa il proprietario quando la ricarica è quasi completa, dopodiché si hanno a disposizione 5 minuti per spostare l’auto. Altrimenti, in sosta aggiuntiva, c’è una “tariffa di occupazione” di 0,35€ al minuto. Come detto, anche questa è una scelta che la società californiana ha intrapreso per evitare che i proprietari monopolizzino le stazioni di ricarica, non per fini di lucro.