Un’automobile che si ricarica grazie ai pannelli solari posti sul tetto della vettura? Non proprio ma di certo c’è un prodotto che ha un’autonomia elettrica di oltre 50 km e che può essere guidata in modalità EV fino a 135 km/h. Se questo è il presente chissà cosa ci aspetta il futuro. Di sicuro Toyota Prius Plug-in Hybrid non riesce proprio ad avvicinarsi al benzinaio, nemmeno quando la si guida come una ibrida “tradizionale”
Il costruttore giapponese è da sempre all’avanguardia sotto molti punti di vista: per quanto riguarda l’estetica ha sempre creato linee di rottura più affini ad un’aerodinamica favorevole a bassi consumi, che ai gusti della maggior parte della popolazione, ma alla fine la di Toyota è pieno il mondo, sintomo che le persone si sono abituate a queste forme un po’ particolari. La Toyota Prius Plug-in Hybrid (versione rinnovata nel 2019) che abbiamo provato in questa nostra ripartenza ha la forma di un disco volante, con quel grosso posteriore dalla forma davvero particolare. Forse può non piacere, ma ogni scelta cela un ragionamento ben preciso. In termini estetici questo restyling non porta stravolgimenti importanti se non ad un grosso pannello solare posto sul tetto che contribuisce in maniera attiva alla ricarica delle batterie. Niente miracoli, si intenda, ma intanto è qualcosa che altri non hanno e, come di dice, tutto fa brodo.
Perché scegliere una Toyota Prius Plug-in Hybrid?
Per avvicinarsi a questo tipo di vettura si devono indubbiamente fare almeno tre scelte. La prima è quella di farsi conquistare del costruttore giapponese che nel corso degli anni è riuscito a creare intorno a sé la nomea di casa costruttrice affidabile e duratura nel corso degli anni. Ogni volta che qualcuno mi chiede referenze in merito a Toyota non posso che dire di chiedere ad un qualsiasi taxista milanese quale sia il grado di affidabilità della propria vettura ed ottenere il parere “dell’uomo di strada”. Sono certo che la maggior parte delle persone non potranno che confermare l’assenza di problemi macroscopici.
Scollarsi dai “marchi tradizionali” per un italiano è ancora molto difficile ma questa è indubbiamente una macchina che va provata prima di poterla scartare dalle possibili candidate. Di sicuro è ideale tanto per brevi quanto per lunghi tragitti e si sposa bene con persone che intendono risparmiare sul carburante, indipendentemente dall’ecologia.
La seconda scelta che deve essere fatta riguarda il modello di vettura ovvero in particolare Toyota Prius Ibrida Plug-in. Innanzitutto va detto che questa vettura si basa sulla nuova piattaforma TNGA (Toyota New Global Architecture) e questo è in primis indice di una solida struttura alla base che rende anche particolarmente dinamica una vettura che non nasce certo per offrire dinamismo.
Toyota Prius Plug-in Hybrid conquista, se volete, anche per un’estetica sicuramente non certo ordinaria ma che dopo qualche attimo dimostra tutto il suo carattere. Si può iniziare dalla parte anteriore sottile, molto affilata e con i fari a matrice che illuminano perfettamente la strada. Quelle linee di tensione che si trasmettono proprio dal comparto illuminazione e che finiscono al vetro posteriore indubbiamente costruito intorno ad uno spoiler che ai primi km si manifesta in maniera un po’ dominante nello specchietto retrovisore ma che successivamente, con l’abituarsi, diventa praticamente invisibile. Certo con la quinta persona a bordo (in passato si potevano ospitare solo quattro persone ma solo nel 2019 è stato fatto questo “upgrade”) la visibilità posteriore potrebbe non essere il massimo ma ci pensano gli specchietti laterali e la telecamera in caso di retromarcia.
La terza scelta che potete fare è quella di avvicinarvi al mondo dell’ibrido plug-in ovvero di quello con le auto che hanno le batterie in grado di essere ricaricata attraverso una presa di corrente. In questo caso Toyota Prius Plug-in Hybrid dispone di un sistema di accumulo di 8,8 kWh che permette alla vettura di percorrere circa 50 km in modalità solo elettrico. Diciamo per onore della cronaca che questa capacità varia in funzione di molti fattori quali ad esempio lo stile di guida del conducente ed il terreno di gioco nei quali questi ipotetici chilometri vogliono essere consumati. Toyota Prius Plug-in Hybrid nasce paradossalmente per essere una vettura da città nonostante non abbia certo le dimensioni di una vera e propria compatta ed è in questo terreno infatti che riesce a dare il massimo in termini di consumi energetici in quanto le continue partenze e frenate permettono alla vettura di recuperare una parte di energia elettrica dal moto ed inserirla nuovamente all’interno delle batterie. Certo un terreno quale una statale magari con una velocità media molto elevata potrebbe non essere il massimo per i due motori elettrici che quindi potrebbero non arrivare ad esprimere al massimo il loro potenziale.
Ad ogni modo Toyota Prius Plug-in Hybrid è una di quelle macchine che indubbiamente sorprende per i consumi veramente contenuti in qualsiasi condizione, sia che la capiente batteria da 8,8 kWh sia carica, sia che la vogliate guidare come una normalissima vettura ibrida. È chiaro che la maggior parte del beneficio lo si ottiene quando l’accumulatore ha fatto il pieno di elettroni ma per poter ricaricare la propria vettura c’è ancora oggi bisogno di molto spirito di adattamento e di molta organizzazione: ogni colonnina alla sua tesserina, spesso sono occupate dalle vetture termiche, l’adattatore non è compatibile, la colonnina fuori servizio e tutta una serie di piccoli e grandi problemi ai quali vanno incontro coloro i quali scelgono la via dell’elettrico, inutile girarci intorno: la verità in molti casi è questa. Chiaro il fatto che una vettura come questa è perfettamente compatibile con chi può ricaricare all’interno del proprio box.
In realtà con il solo ricaricare nel motto cittadino la vettura riesce a consumare veramente poco perché l’elettronica di controllo dell’intero sistema è frutto di anni di ricerca da parte del costruttore giapponese che, colgo l’occasione di ricordare, usa come territorio di prova la 24 ore di Le-Mans (che è riuscita a vincere negli anni 2018 e 2019 insieme al team Gazoo Racing).
Ora la vettura è stata arricchita con un pannello solare e la domanda che molti di voi probabilmente potrebbero farsi è perché si arrivi solo oggi a mettere un fotovoltaico sulle auto. Perché dunque non pensare sin da subito a macchine elettriche o macchine plug-in con un bel pannello solare sul tetto in grado di ricaricare le batterie in una bella giornata di sole? Mi dispiace deludere i sognatori ma ci sono alcuni problemi di carattere tecnico non da poco. Intanto questo famoso pannello solare che viene posto sul tetto della Toyota Prius Plug-in Hybrid è in grado di produrre 180 W ovvero una quantità di energia che difficilmente potrebbe tenere acceso un portatile particolarmente prestazionale ma (e ci tengo a evidenziare che c’è questo “MA”) vi posso assicurare che nell’ambito del bilancio energetico di una qualsiasi vettura ogni elemento in grado di fornire energia può contribuire in maniera positiva alla riduzione dei consumi.
Voi pensate per esempio che oggi una qualsiasi vettura è piena di oggetti elettrici: ci sono i display, ci sono le centraline, ci sono per esempio i sistemi di infotainment ma anche banalmente l’indicatore di direzione, le luci diurne (che ovviamente oggi sono a led) e poi Sua maestà il condizionatore (a pompa di calore) che ogni qual volta viene acceso deve fisiologicamente recepire energia da quella che la componente principale ovvero la benzina con cui viene alimentata la vettura.
Ecco quindi che questi famosi 180 W (che poi non saranno mai realmente 180 W per una questione di “efficienza”) posti sul tetto della vettura rappresentano comunque un elemento di supporto al moto che in generale non aggiunge molto peso e che quindi non è una zavorra nelle lunghe giornate invernali o quando non è esattamente pulitissimo. Perché il problema è sempre quello di riuscire a costruire l’auto perfetta: se aggiungi batterie molto capienti aumenti il peso e quindi rischi di portare in giro molta zavorra quando queste sono scariche. Se aggiungi un pannello fotovoltaico particolarmente prestazionale aggiunge ancora una volta peso e non è detto che poi questo riesca a generare corrente elettrica per tutta la giornata. È una questione di scelte e di bilanci che nell’ambito di Toyota Prius Plug-in Hybrid rappresentano fondamentalmente una grande linea retta come per dire che ogni elemento che un qualsiasi utente medio dovrebbe valutare prima di acquistare una vettura è posizionato al punto giusto: inquina poco, consuma poco, può essere ricaricata attraverso la presa di corrente oppure anche attraverso una delle tante colonnine presenti sul territorio, gli interni sono spaziosi ed accoglienti ed oggi il quinto sedile (a dire il vero un po’ sacrificato) permette a Toyota Prius Plug-in Hybrid di essere paragonabile a tutte le altre vetture presenti nella fascia, con pure un sistema di infotainment rinnovato.
Certo la capienza del bagagliaio è un argomento del quale dobbiamo necessariamente parlare perché l’unico vero compromesso è appunto rappresentato dal volume di carico che fisiologicamente viene penalizzato dal posizionamento delle batterie da 8,8 kWh che trovano il proprio alloggiamento proprio nella zona posteriore della vettura e devo dire che effettivamente è un po’ sacrificato ma (e ancora una volta c’è un “ma”) i sedili si possono abbattere e vi posso garantire che ho “sfruttato” il comodato d’uso offerto dai giapponesi per alcuni acquisti per la casa e vi assicuro che problemi macroscopici non ce ne sono stati.
La conclusione
Questa mia prova su strada è stata un po’ il racconto di una vettura non tanto dal punto di vista tecnico ma piuttosto dal punto di vista pratico. Sono molte le cose che potrebbero essere dette dal punto di vista tecnico ma forse ciò che conta oggi veramente è acquistare un prodotto affidabile e che consumi poco. Vi dico che il motore 1.8 litri da 122 cavalli a ciclo di Atkinson non brilla per prestazioni ma è un’auto fatta così, concepita sin dall’inizio per avere ogni elemento in grado di migliorare l’efficienza ed i consumi. Anche la trasmissione e-CVT è fatta per risparmiare energia e quindi c’è questo classico effetto scooterone del quale avrete probabilmente sentito parlare già in mille altre recensioni che raccontano poi in fin dei conti tutte la stessa cosa.
Quello che vi posso dire io, a differenza di altri, è che se la vettura viene guidata per come è stata progettata (ovvero per ridurre al massimo i consumi) neanche ci si accorge di avere una trasmissione da quanto è lineare. Certo se poi invece volete guidare tutto il tempo con l’acceleratore a fondo allora non solo avete uno stile di guida pessimo, ma avete sbagliato completamente prodotto, anche se nessuno vi vieta di farlo. In questo caso certo la trasmissione “canta” ma l’errore è vostro, non certo della vettura.
Prezzi
In termini di prezzo con l’arrivo del COVID-19 ci potrebbero essere spazi per buone trattative ed oggi la vettura si presenta in promozione a 35.750€ che possono diventare 351€ al mese con il servizio pay per drive. In questo caso otterrete il tetto con pannelli solari, i nuovi fari con matrice LED, la zona per la ricarica induttiva del vostro smartphone ed il climatizzatore automatico bizona con pompa di calore ad iniezione a gas.