Trent’anni di Diablo, la Lamborghini più prodotta di sempre

Chi è nato negli anni ’90 le ha sicuramente riservato un posticino speciale nel proprio cuore: stiamo parlando della bellissima Lamborghini Diablo, supercar introdotta sul mercato nell’ormai lontano 1990 dalla Casa di Sant’Agata Bolognese con il compito di prendere il posto della mitica (e apprezzatissima) Countach. Una vetta che ancora oggi è in grado di dire la sua e che si è meritata il premio di essere la “Lambo” più prodotta di sempre, con le sue 2903 unità uscite dalla factory emiliana in molteplici versioni, l’ultima delle quali è stata la VT 6.0 prima dell’acquisizione del marchio da parte di Audi.

LAMBORGHINI DIABLO: IL PROGETTO 132

La storia della Lamborghini Diablo inizia nel 1985, quando divenne evidente la necessità di trovare una sostituta alla mitica Countach disegnata da Marcello Gandini: nasce così il “Progetto 132“, supervisionato dall’ingegnere Luigi Marmiroli che già due anni più tardi riesce a portare in pista quella che sarebbe diventata la nuova supercar simbolo dell’acquisizione della Casa del Toro da parte del Gruppo Chrysler (almeno come azionista). Lo sviluppo sembra procedere per il meglio e nel 1990 tutto è ormai pronto per il debutto, che avviene con una presentazione a Montecarlo in cui la Diablo viene definita come “l’auto di serie più veloce del mondo“.

Grazie al suo possente motore V12 5.7 Litri capace di erogare 492 cavalli e 580 Nm di coppia massima, gestibili solamente attraverso un durissimo cambio manuale a cinque rapporti (senza servosterzo nè ABS o controllo di trazione), la Diablo era in grado di raggiungere la velocità massima di 325 km/h e di staccare lo 0-100 in soli 4 secondi. Un risultato impressionate per l’epoca, che definì una supercar sportivissima fuori… e molto elegante nell’abitacolo, caratterizzato da rivestimenti in pregiata pelle, aria condizionata, vetri a chiusura elettrica e sedili regolabili in funzione del massimo comfort, nonostante una seduta forse fin troppo aderente al suolo per i piloti di bassa statura.

Lamborghini Diablo 1990

LAMBORGHINI DIABLO: ARRIVA LA TRAZIONE INTEGRALE

A soli tre anni dalla prima versione, Lamborghini decise di mettere mano alla sua nuova creatura: in questo modo arrivò sul mercato la Diablo VT, acronimo di “Viscous Traction” che voleva evidenziare la presenza della trazione integrale a quattro ruote motrici. Un’edizione che ottenne anche alcuni affinamenti rispetto al primo modello, con un impianto frenante ora marchiato Brembo con pinze maggiorate a quattro pistoncini all’anteriore, con sospensioni Koni regolabili elettronicamente in base a cinque “mappature” da selezionare attraverso l’apposito switch nell’abitacolo e, finalmente, con il tanto atteso servosterzo associato a una frizione più semplice da azionare nell’utilizzo stradale.

La VT, nel 1995, è diventata poi Roadster, con tanto di tettuccio in fibra di carbonio asportabile al fianco di una rivisitazione di cofano e paraurti anteriore che ha successivamente caratterizzato anche la SE30: nata per festeggiare i 30 anni del marchio Lamborghini, questa Special Edition era utilizzabile su strada ma aveva come fonte d’ispirazione la pista, visto il suo look più sportivo con prese d’aria maggiorate e con un disegno differente per l’alettone posteriore, ora offerto di serie al contrario delle altre versioni in cui si poteva avere solo come “optional”.

Lamborghini Diablo VT Roadster

Il largo utilizzo del carbonio, dell’alluminio e di materiali racing (come i sedili da corsa e il volante specifico) avevano permesso di ridurre il peso della Diablo SE30 di ben 125 chili rispetto alla VT, dalla quale si prendevano le distanze anche per quanto riguarda la dotazione meccanica: le sospensioni elettroniche, infatti, vennero sostituite da un sistema di barre anti-rollio gestibile direttamente dal pilota, i freni furono ulteriormente potenziati e i cerchi (marchiati Oz) diventarono di magnesio, mentre il motore fu modificato con un nuovo sistema di iniezione elettronica, nuove teste dei cilindri e nuovi collettori di aspirazione, che portarono complessivamente la potenza a 525 cavalli.

Della versione SE30 furono costruiti solo 150 esemplari, quindici dei quali ulteriormente aggiornati allo standard SE30 Jota: un update rivolto ancora di più verso l’utilizzo agonistico in pista, grazie a nuove, importanti, modifiche al cofano motore, al propulsore (che toccò i 595 CV di potenza) e al sistema di scarico, liberato dalle normative anti-inquinamento per far esprimere alla Diablo il suo massimo potenziale una volta tra i cordoli.

Lamborghini Diablo SE30

LAMBORGHINI DIABLO: DALLA SUPER VELOCE ALLA GT(R)

Al Salone di Ginevra del 1995, nel frattempo, Lamborghini tolse i veli a un’altra edizione della sua Diablo, contraddistinta dalla sigla SV: acronimo di Super Veloce, questa supercar abbandonò la trazione integrale tornando a quella solo posteriore, così come le sospensioni elettroniche in favore di un sistema più tradizionale. Il motore, invece, venne potenziato fino a 520 cavalli, mentre la dotazione di serie ottenne cerchi da 18 pollici, quadro strumenti rivisto e alettone posteriore regolabile in tre posizioni, tramite le quali si poteva calibrare il corretto carico aerodinamico con cui far mantenere attaccata a terra la vettura.

Questa edizione fu anche elaborata in quella chiamata SV-R (Sport Veloce Racing), la prima versione da corsa della Diablo utilizzata nel monomarca Supertrophy, per poi venir riproposta in una seconda serie del 1999 al fianco del “restyling” del modello a trazione integrale VT: entrambe ottennero i nuovi fari anteriori a vista (al posto di quelli a scomparsa), i cerchi da 18”, un nuovo quadro strumenti, l’impianto frenante migliorato con sistema ABS e un motore rivisto sia nella potenza (ora di 530 cavalli) che nella costruzione, perchè dotato di tecnologia VVT a fasatura variabile delle valvole.

Lamborghini Diablo SV

Al loro fianco arrivò a listino anche la Diablo GT, realizzata in soli 80 esemplari per omologare l’esemplare da corsa GT1 destinato alle competizioni del Mondiale Endurance nelle quali, però, non venne mai impiegato. Le sue caratteristiche? Iniziamo dal V12 aspirato, potenziato fino a 6 Litri di cilindrata per una potenza di 575 cavalli e una coppia di 630 Nm, una velocità massima di 338 km/h e uno scatto 0-100 coperto in soli 3,7 secondi, per passare a un telaio completamente in carbonio su carreggiate allargate per il miglioramento della guidabilità e a un’aerodinamica totalmente riprogettata, molto vicina a quella della SE30 Jota.

Guardandola da vicino, infatti, si può notare la presa d’aria sul cofano che sovrasta una grande griglia sottostante volta ad ottimizzare i flussi aerodinamici e a raffreddare il motore, il quale poteva contare anche su un fondo più efficiente e su un estrattore ridisegnato a doppio scarico centrale al posto delle due coppie posizionate ai lati della vettura. Prodotta in soli 83 esemplari, la Diablo GT lasciò poi il posto alla GTR, versione “solo pista” realizzata sulla base di un prototipo della classe GT2 e utilizzata prevalentemente nei Campionati turismo come il BPR Global GT Series. Molto simile nell’estetica, differiva per un V12 ancora più potente, capace di erogare 590 cavalli per una velocità massima di 349 km/h e uno scatto 0-100 in soli 3,4 secondi.

Lamborghini Diablo 40 anni

LAMBORGHINI DIABLO: IL CANTO DEL CIGNO E’ LA VT 6.0

Con l’acquisizione della Lamborghini da parte del Gruppo Audi, la storia della Diablo arriva alla sua conclusione con l’edizione VT 6.0 del 2000, che eredita l’ultima evoluzione del V12 aspirato da 6 Litri delle sue “sorelline” fermandosi, tuttavia, a una potenza di “soli” 550 cavalli. Il motivo? Addolcire l’erogazione per un utilizzo più stradale, reso possibile da una fasatura meno aggressiva delle valvole e da un’inedita tecnologia di aspirazione e scarico chiamata ENCS. Per quanto riguarda il corpo vettura, questa versione ottiene il telaio in carbonio con tettuccio in lamiera e portiere in alluminio, al fianco di nuovi cerchi da 18”, freni più potenti con ABS migliorato, trazione integrale rivista con la tecnologia Quattro sviluppata da Audi e nuove centraline con sistemi di ultima generazione a 32 bit.

Di quest’ultimo modello Lamborghini ha infine prodotto due edizioni speciali: la Millennium Roadster, l’ultima a “cielo aperto” riconoscibile per la colorazione grigio titanio, e la VT 6.0 Special Edition, realizzata in 40 esemplari caratterizzati per le esclusive tonalità Oro Elios e Marrone Eklipis con interni in tinta e rapporti del cambio accorciati. Queste unità hanno permesso alla Casa del Toro di raggiungere i 2903 modelli di Diablo costruiti dal 1990 fino al 2001, facendo diventare tale supercar la più prodotta in assoluto negli stabilimenti di Sant’Agata Bolognese. Per questo motivo… buon 30esimo compleanno Lamborghini Diablo!

Lamborghini Diablo 40 anni

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