[VIDEO] Kawasaki Z H2: la Naked col Turbo ha 200CV!

Debutto in grande stile per la Kawasaki Z H2, la naked sovralimentata di Akashi derivata direttamente da Ninja H2 ed H2R. Ha 200CV, 137Nm di coppia e un motore pronto all’Euro 5. Per farla breve, è un mostro

Kawasaki Z H2 è finalmente realtà. Eccessiva come la Mach III, tagliente come la serie Z e (soprattutto) sovralimentata come le Ninja del 2015. La naked con il turbo debutta ad EICMA 2019 con 200CV, 136Nm di coppia massima ed un prezzo di 17.590€. Il quattro cilindri in linea montato sulla Z H2 è ovviamente di stretta derivazione Ninja, anche se rispetto alle già note H2 ed H2 SX è stato rivisto in più direzioni, cominciando dalla sfruttabilità (più coppia ai medi e meno allungo) e continuando con la predisposizione all’incombente Euro5. C’è poi uno scarico studiato ad hoc per suonare forte in compagnia dell’iconico fischio tipico del compressore volumetrico sviluppato da Kawasaki Heavy Industries.

Stile senza compromessi

Ad una prima occhiata frontale la Kawasaki Z H2 riprende le sembianze di un pericoloso aracnide: il gruppo ottico affilato (rigorosamente a LED) e i colori magnetici su tutto, ma anche la silhouette nel suo insieme che sembra quella di un predatore pronto all’attacco. Molto riuscita la parziale asimmetria dei componenti, necessaria soprattutto per far respirare al meglio il propulsore. Il design è stato etichettato col termine Sugomi -traducibile con spaventoso e cattivo- il che riassume piuttosto bene l’inclinazione delle matite nei quartieri alti di Akashi. Per il resto sono molti i tratti in comune con la famiglia Z, a cominciare dal codino all’insù e continuano con le forme di sella e serbatoio. Insomma, è arrabbiata anche da ferma.

Evoluzione Ciclistica

Rispetto alla Ninja H2, la Z ha una ciclistica evoluta, sviluppata appositamente: al nuovo telaio tubolare a traliccio sono state innestate piastre d’alluminio, mentre le sospensioni sono state affidate a Showa. La forcella è una SFF-BP, che unisce i vantaggi del sistema SFF e BPF (Separate Function Fork e Big Piston Fork) mentre al posteriore c’è un mono Uni-Trak con un sistema di leveraggi inedito. In questo modo l’interasse si ferma a 1445mm, per un’altezza da terra a sella di 830mm.

Per quanto riguarda l’impianto frenante Kawasaki ha scelto Brembo, che equipaggia l’anteriore con pinze monoblocco M4.32 su un doppio disco semiflottante da 290mm completo di Cornering ABS KIBS. Più che sufficienti a fermare i 239Kg della moto dichiarati dalla casa.

Una piattaforma per domarli tutti

I 200CV erogati dal quattro cilindri turbocompresso richiedono una sapiente gestione elettronica senza la quale l’utilizzo della supernaked di Akashi si rivelerebbe a dir poco rischioso, soprattutto su strada. La piattaforma inerziale di Bosch gestisce la moto dal già citato Cornering ABS al Traction Control, per poi passare al quickshifter in sia in salita che a scalare e a 4 diversi riding mode, il tutto configurabile attraverso la nuova (immancabile) strumentazione TFT a colori, la quale potrà essere anche gestita tramite smart con il supporto dell’app Rideology. A chiudere il corredo elettronico troviamo poi Cruise Control e Launch Control.

 

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