Volvo V50 1.6D – Test Drive. Le chiamavano “familiari”. Ora fa più tendenza definirle wagon, oppure identificarle con acronimi tanto difficili da pronunciare quanto incomprensibili. Eppure lo spirito originario in molte station attuali rimane, come in questa Volvo V50 protagonista del nostro Test. Se da una parte molte case sacrificano la versatilità sull’altare dell’appeal estetico o della guida sportiva, Volvo rimane fedele al concetto di vettura a misura di famiglia.
Non che questa V50 sia brutta o lenta, anzi: ad una linea moderna e personale si abbina un propulsore turbodiesel di ultima generazione, vivace ed economo con un occhio di riguardo per la silenziosità e la fluidità di marcia. L’abitacolo poi accoglie a braccia aperte gli occupanti, offrendo spazio, qualità nei materiali e negli assemblaggi ed un design giovanile ma elegante.
1.6 D: piccolo a chi? Abbiamo deciso di iniziare dall’elemento più caratterizzante della Volvo V50, cioè il quattro cilindri common-rail da 1.6 litri che trova posto dietro la classica calandra made in Sweden. Si tratta di un propulsore moderno e discretamente vivace, i suoi 109 cavalli si fanno apprezzare per la loro “docilità” mentre la coppia di 240 Nm si fa sentire già a 1.750 giri, a tutto favore delle riprese a pieno carico.
L’insonorizzazione dell’abitacolo risulta più che buona, complice la cubatura contenuta del propulsore, mentre il cambio manuale a cinque rapporti merita la lode in quanto a precisione e manovrabilità. Si viaggia rilassati, senza pretendere accelerazioni furiose dal sobrio 1.6 e sfruttando la sua elasticità ai bassi regimi, sebbene lo 0-100 in poco più di 12 secondi e la velocità massima di 190 Km/h permettano più di qualche soddisfazione ai papà dal “piede pesante”.
Bassi, come ci si poteva aspettare, i consumi del 1.6D: a fronte di un valore medio dichiarato di 5 l/100 Km, abbiamo rilevato delle percorrenze leggermente inferiori, circa 16-17 Km con un litro di diesel. Dato comunque apprezzabile, viste le prestazioni piuttosto vivaci e soprattutto considerando il nostro “ciclo medio”…