I test EuroNCAP sono una pratica obbligatoria per qualunque automobile in fase di omologazione e, in linea teorica, servirebbero a misurarne la sicurezza. Negli anni, ovviamente, gli standard si sono elevati passando dai primi sistemi di assistenza come ABS ed ESP fino ad arrivare ad un 2018 in cui gli ADAS diventano fondamentali per ottenere una valutazione positiva.
Un circolo vizioso che ha portato alla follia, ovvero assegnare a Fiat Panda 2018 zero stelle EuroNCAP e, alla stessa maniera, una sola stella a Jeep Wrangler. Questo perché le auto in questione non hanno sistemi di assistenza alla guida come il Lane Keeping Assist o il Blind Spot Monitoring.
Quello che l’EuroNCAP manca di sottolineare è che questi sistemi, ritenuti ormai fondamentali, rischiano il più delle volte di causare incidenti. Un’auto che sterza di sua iniziativa è pericolosa; ve lo scrive chi, più di una volta, si è trovato a dover effettuare manovre di emergenza a causa di sensori tarati in maniera pressapochista.
Valutare il funzionamento di questi sistemi in un ambiente chiuso e controllato come quello sfruttato dall’EuroNCAP è ben diverso rispetto al testarli su strada con centinaia di chilometri di percorrenza; le case stesse mettono a punto gli ADAS in situazioni controllate.
Il tutto senza considerare che l’utilizzatore medio non viene costantemente informato dei nuovi parametri introdotti sui test EuroNCAP, come ad esempio la recente valutazione dell’airbag laterale tra le misure standard. Il che significa che una vettura giudicata estremamente sicura -quindi con valutazione 5 stelle- solo qualche anno fa, oggi verrebbe valutata né meglio né peggio di una bara a motore.
Questo spinge i costruttori progettare vetture con sistemi di assistenza alla guida spesso inutili e costosi e provocare dunque un’inevitabile aumento di prezzo che va a ripercuotersi sul consumatore finale. L’ente di valutazione EuroNCAP è quindi passato dall’essere un punto di riferimento per gli automobilisti al diventare uno strumento di marketing per costruttori premium.
“Questa serie di test evidenzia, ancora una volta, il ruolo fondamentale svolto da Euro NCAP e cioè costringere i costruttori ad investire in sicurezza – ha dichiarato in merito ai risultati dei test il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani. – Occorrono idonee dotazioni di sistemi di assistenza alla guida, anche per i modelli che sono stati progettati qualche anno fa. Non per niente come ACI riteniamo che anche i veicoli non nuovi o usati dovrebbero dotarsi di ADAS after market” ha poi concluso Damiani.
Leggere queste dichiarazioni può far sorridere se pensiamo che l’ACI dovrebbe essere schierato a fianco degli automobilisti. Si tratta, per chi non ha buona memoria, dello stesso ACI che permette ad una Fiat Panda ventennale di correre in pista all’Autodromo di Monza. Una vettura senza alcun tipo di dotazione elettronica, equipaggiata con pneumatici scadenti e dalle prestazioni così basse da risultare persino pericolosa nell’utilizzo in circuito. Ironicamente la Fiat Panda in questione finì per ribaltarsi alla prima variante con tanto di video su YouTube, ma -a questo punto si potrebbe invocare il miracolo- gli occupanti ne uscirono perfettamente illesi.
A nostro modesto avviso l’ACI potrebbe, invece di incentivare l’acquisto di sistemi di sicurezza Aftermarket (con il rischio aggiuntivo che vengano installati da personale non qualificato!) tentare di informare i consumatori sul significato dei test EuroNCAP e sulla loro costante evoluzione.