Quello che ancor oggi stupisce è il fatto che il lunghissimo palmarès sportivo della dea delle automobili si arricchì di un’ultima vittoria importante… nel giugno del 1975, tre mesi dopo la fine della produzione di questo modello, quando il pilota Jean Deschazeaux, alla guida di una DS23, si aggiudicò il primo posto nella classifica generale “turismo di serie” al durissimo Rally del Marocco.
Un prologo di 296 km da Casablanca a Rabat, poi altri 4.083 Km di gara, tra pietraie e deserti, sotto al sole africano. Due lunghe tappe: Rabat-Marrakech (1.982km) e Marrakech-Agadir (1.805km) costituivano il “pezzo forte” dell’edizione ‘75 del Rally del Marocco, un percorso impossibile per qualsiasi vettura… tranne che per la DS.
Le confortevoli berline francesi avevano già dimostrato le loro qualità sui terreni difficili, tanto sui percorsi gelati del Monte Carlo quanto nelle “maratone” della strada, come la Liegi-Sofia-Liegi o l’East-African Safari, vincendo più volte in tutte queste manifestazioni, ma con vent’anni di carriera sulle spalle nessuno avrebbe pensato che la comoda ammiraglia si sarebbe aggiudicata un’altra competizione di tale livello.
Invece l’impossibile avvenne: 105 vetture alla partenza, tra cui la DS 23 dell’equipaggio Deschazeaux-Plassard, che per altro non si trattava di un esemplare nuovo, ma di una vettura (strettamente di serie) già impiegata in altre competizioni, schierata contro concorrenti che avevano motori da 193 cavalli, con un esercito di meccanici e preparatori che disponevano di camion-officina, aerei e persino elicotteri. “Davide contro Golia”, scrisse all’epoca Jacques Wolgensinger per rendere le proporzioni della sfida. Alla fine della gara, la DS 23 di Deschazeaux era tra le 15 vetture che tagliarono il traguardo, classificandosi prima tra quelle di serie e quarta in classifica assoluta, davanti a tante altre vetture appositamente preparate per il rally. Il fatto che quest’auto di serie, uguale a quelle parcheggiate fuori dal supermercato, priva di assistenza (Marlene Cotton, capo della scuderia, dava consigli al pilota da Parigi… per telefono!) sconcertò gli altri costruttori al punto che i giudici di gara chiesero di verificare la vettura, che fu smontata pezzo per pezzo, solo per confermare che si trattava effettivamente di un’auto di serie neanche più tanto nuova!
Così Jean Deschazeaux, che aveva donato la prima vittoria sportiva alla SM proprio al Rally del Marocco del 1971, regalò l’ultima alla DS, quattro anni dopo, nella stessa competizione.