La prima caratteristica che salta all’occhio guardando la piccola Citroën è la forma dei finestrini anteriori. Sono divisi a metà, orizzontalmente, con due cerniere che sporgono leggermente verso l’esterno della vettura. Da dentro, un gancetto a mezzaluna li tiene chiusi. Per aprirli basta spingere verso l’esterno la parte inferiore del vetro, che può essere ancorata in alto grazie ad un gancetto posto nella cornice superiore della portiera.
Perché son fatti così? Semplice: la 2CV non aveva indicatori di direzione (sono arrivati solo negli anni ‘60!) ed il conducente doveva sporgere il braccio per indicare la direzione! Ma il sistema di apertura rispondeva alle esigenze primarie dei progettisti: era economico, funzionale e leggero e per questo non fu mai cambiato, se non nella forma dei gancetti superiori che mantenevano il finestrino in posizione aperta, per evitare che alla prima buca questo cadesse sul gomito del malcapitato conducente, senza per questo causare gravi conseguenze (vista la leggerezza dell’insieme) ma l’esperienza non sarebbe stata comunque piacevole.
I finestrini a ribalta sono uno degli elementi del prototipo iniziale che furono conservati sulla vettura di serie e caratterizzarono la “Deuche” (come veniva simpaticamente chiamata la 2CV in Francia) fino alla fine della sua lunga produzione.
Altri elementi del prototipo iniziale furono invece modificati sulla vettura di serie, perchè i tecnici si resero conto che molte idee del progetto iniziale non erano più adeguate. Per prima cosa, l’alluminio fu riservato esclusivamente a ciò che non poteva essere costruito con altro materiale. Poi furono eliminate alcune eccentricità, come il singolo faro anteriore e la mica al posto dei vetri. Anche l’avviamento elettrico tornò ad equipaggiare la 2CV, così come l’armatura dei sedili in tubolare d’acciaio.