Le astuzie della Citroën 2CV: la capote

Un’altra caratteristica della TPV che arrivò senza modifiche dal prototipo sulla 2CV di serie fu la grande capote in tela che partiva dalla sommità del parabrezza e arrivava sino al paraurti posteriore.

Le ragioni della sua presenza vanno ricercate nel risparmio di peso e di costo rispetto ad un tetto in acciaio, nella funzionalità data dalla possibilità di caricare anche una scala a pioli attraverso il tetto aperto e infine nella praticità di poter trasformare la berlina in una cabriolet con un semplice gesto.

Sino agli anni ‘60, anche il bagagliaio era chiuso dalla medesima capote e l’apertura si otteneva arrotolando la tela verso l’alto all’altezza desiderata.

È interessante un episodio che accadde nella fabbrica Citroën durante il montaggio dei primissimi esemplari di serie della 2CV.
Flaminio Bertoni aveva realizzato i disegni esecutivi della capote e della scocca della 2CV e aveva corretto parzialmente la parte finale di quest’ultima soltanto pochi giorni prima dell’avvio della produzione degli stampi, peraltro costosissimi, da usare per l’imbutitura della lamiera ma si era dimenticato di correggere di conseguenza il disegno della capote!
Il risultato fu che durante l’avvio della catena di montaggio, quando le prime 2CV pressoché complete arrivarono nella fase di montaggio della capote, gli operai si accorsero che capote e carrozzeria non si incastravano come previsto e la catena si fermò ancor prima di partire. Gli uomini del servizio “metodi di produzione” arrivarono sul posto e studiarono il problema, non ci volle molto a capire che c’era stato un errore nel progetto. Ormai però gli stampi erano in posizione nelle presse e la catasta di capote pronte al montaggio sfiorava il tetto del capannone. “L’Italiano”, come Bertoni veniva chiamato in Citroën, fu invitato ad esaminare il problema direttamente sulla catena di montaggio, dove un capannello tra tecnici e operai circondava la prima 2CV di serie in prima fila lungo la linea di produzione. Bertoni studiò la faccenda pensando che le parti potessero ugualmente combaciare tra loro: alla fine si trattava di pochi millimetri e le tolleranze sulle carrozzerie delle vetture dell’epoca erano generose. Bertoni provò e riprovò, senza successo, finché, in mezzo alle risatine degli operai e dei tecnici di produzione, venne fuori il suo carattere collerico e violento (che in Citroën ben conoscevano) e l’Italiano, imprecando nella sua lingua, sferrò una sonora pedata alla povera 2CV. E lì avvenne il miracolo: con la vibrazione, la capote scattò con decisione nella giusta posizione e sulla scena calò il più assoluto silenzio. Il disegno della capote fu prontamente modificato ma intanto, l’indomani, il reparto “metodi di produzione” aveva già preparato uno speciale stivale in gomma e cuoio, in dotazione all’operaio addetto al montaggio delle prime migliaia di capote sulle prime migliaia di 2CV. Ogni volta che una 2CV passava da quel preciso punto della catena di montaggio, l’operaio tirava un calcio in un punto ben preciso e la capote scivolava al suo posto, sulla traversina sotto al lunotto posteriore.
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