L’avevano mandato in pensione nel 2013 dopo 63 anni di onorata carriera, e non sono stati pochi quelli che in tutti questi anni hanno scritto alla Volkswagen supplicando di non farlo o, quanto meno, di trovare un degno sostituto.
Perché il Volkswagen Bulli non è stato un semplice pullmino, è stato il compagno di viaggio, la casa, l’alcova, il rifugio, il mezzo con il quale almeno un paio di generazioni hanno girato il mondo vivendo esperienze indimenticabili. Il progetto Bulli, il cui vero nome sarebbe Transporter ma venne soprannominato così dai Figli dei fiori negli anni Sessanta in California, nasce verso la fine degli anni Quaranta grazie a una geniale idea di Ben Pon, importatore olandese della Volkswagen, che – visti i bassi costi di manutenzione e la robustezza del mezzo – propone alla Casa tedesca di realizzare un furgoncino dalle forme compatte, sulla base meccanica del Maggiolino, una sorta di caravan con i costi di gestione di un’utilitaria. Ed è per questo che, tra gli anni Sessanta e Settanta, carovane di giovani dai capelli più o meno lunghi, con sacco a pelo, chitarre, cucine da campo e tenda partono dagli Stati Uniti e dal vecchio Continente alla volta dell’Asia e del Sudamerica in viaggi-avventura dalle date di ritorno incerte tanto quanto gli itinerari.
Ancora oggi fra Bangkok e Kathmandu, tra le Ande e il Machu Picchu, si rivedono i pulmini VW colorati, con targhe americane, canadesi o inglesi, tedesche, olandesi e anche italiane, trasformati in bar o negozi on the road. Un mezzo trasversale, il Volkswagen T2, apprezzato però non solo dalla Love Generation, ma anche dalle tranquille famiglie di campeggiatori. Ma nel 2013, compiuti da un pezzo i sessant’anni, gli acciacchi della vecchiaia si sono fatti sentire e anche per lui – nonostante le numerose migliorie tecniche introdotte nel tempo per tenerlo al passo coi tempi – è stato impossibile fare i conti con le nuove normative sulla sicurezza e con quelle anti- inquinamento. La sua produzione, già interrotta in Europa nel 1979, è sospesa anche in Brasile, l’unico Paese dove era ancora in commercio.
A questo punto i nostalgici e i fedeli del Bulli si sono fatti sentire tanto che la Volkswagen ha pensato più di una volta di riproporlo, ovviamente riveduto e aggiornato. In occasione di vari saloni sono presentati diversi concept che ricordano molto lo stile dell’originale, un po’ come è stato per il Maggiolino, la Mini o la Fiat 500, ma lo sviluppo è interrotto e il progetto resta nel cassetto per anni perché i vertici di Volkswagen non sono sicuri che un nuovo pullmino possa ancora avere una clientela, visto che negli ultimi anni gli orientamenti dei “giramondo” in cerca di avventure sono rivolti ai SUV.
Oggi invece è ufficiale: Volkswagen I.D. Buzz è pronto a raccogliere l’eredità di Bulli e, magari, di una nuova generazione di Figli dei fiori. Il rispetto dell’ambiente del nuovo Bulli – il veicolo è completamente elettrico – è sicuramente in linea con la filosofia hippie, forse un po’ meno il prezzo.