Il Decreto Milleproroghe recentemente adottato ha suscitato una notevole reazione da parte di enti come il Codacons e Assoutenti, in particolare per quanto riguarda l’impatto sulle tariffe autostradali.
In base al Decreto, è prevista una proroga fino al 30 marzo 2024 per la presentazione dei Piani Economico-Finanziari (PEF) aggiornati da parte delle società concessionarie autostradali. Inoltre, si posticipa al 31 dicembre 2024 il termine per il perfezionamento di tali piani. Durante questo periodo, le tariffe autostradali subiranno un incremento del 2,3%, indice correlato all’inflazione NADEF per l’anno 2024.
Tale decisione ha scatenato le critiche di organizzazioni di consumatori come il Codacons e Assoutenti. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha etichettato questi rincari come ingiustificati e un ulteriore onere per le famiglie italiane, già colpite da aumenti in diversi settori. Rienzi ha inoltre sottolineato la mancanza di miglioramenti nei servizi autostradali, nonostante l’aumento dei pedaggi.
Dal canto suo, Assoutenti – rappresentata dal presidente onorario Furio Truzzi – ha espresso una posizione simile, ritenendo gli aumenti ingiustificati e volti a favorire i profitti delle società concessionarie piuttosto che a migliorare la qualità del servizio.
Truzzi invoca l’intervento del Parlamento e del Garante dei prezzi per contrastare questi aumenti, sottolineando il potenziale impatto inflazionistico su beni di largo consumo, dato che l’88% delle merci in Italia viaggia su strada.
Questo scenario evidenzia una tensione tra la necessità di finanziare l’infrastruttura autostradale e il bisogno di tutelare i consumatori, in un contesto già complicato da incrementi tariffari in vari settori.
Le reazioni di Codacons e Assoutenti mettono in luce la problematicità della situazione, dove l’incremento delle tariffe autostradali viene visto come un ulteriore peso finanziario per i cittadini, senza un corrispondente miglioramento nei servizi offerti.