Chiariamo subito un punto: l’abs sulle moto può fare la differenza tra un grande spavento e una caduta. Chi ci segue sà che consigliamo sempre, dove possibile, di spendere qualche euro in più e di dotare la propria moto o il proprio scooter di questo optional che evitando il bloccaggio delle ruote in caso di frenata rende molto più sicura la vita dei motociclisti.
La novità dell’abs obbligatorio nel decreto sviluppo
Ora, tra gli emendamenti raccolti per la “Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure per la crescita del Paese”, ufficialmente chiamato disegno di legge N. 3533, è comparso un emendamento all’articolo 34 (Misure urgenti per le attività produttive, le infrastrutture e i trasporti locali, la valorizzazione dei beni culturali ed i comuni) che recita testualmente:
“38. Al fine di innalzare i livelli di sicurezza dei motociclisti, è obbligatoria l’offerta su tutti i veicoli di nuova immatricolazione a due o tre ruote e di cilindrata pari o superiore a 125 centimetri cubi, tra le dotazione opzionali a disposizione dell’acquirente, di sistemi di sicurezza e di frenata avanzati (ABS), atti ad evitare il bloccaggio delle ruote durante la frenata.”
Abs obbligatorio: il no dei costruttori
A parte la domanda su cosa centri con “la crescita del Paese” l’inserimento dell’Abs su moto e scooter, facciamo alcune considerazioni in merito: nel momento in cui dovesse diventare legge questo testo, sarebbe immediatamente vincolante l’obbligatorietà per le case di proporre moto e scooter con l’abs, almeno come optional. A parte la demenzialità di costringere i costruttori a offrire un optional (o serve, e allora è obbligatorio, oppure non ha senso) il problema è che quasi il 50% dei mezzi attualmente in vendita diventerebbero fuori legge. Anche perché i sistemi anti bloccaggio non si possono aggiungere ai veicoli, ma occorre che questi siano progettati tenendo presente la possibilità di ospitare tale tipo di dispositivo.
Altro che crescita! Il già agonizzante mercato delle due ruote riceverebbe un colpo di grazia che potrebbe essere fatale per il settore e per le aziende, soprattutto italiane, che proprio negli scooter hanno avuto in questi anni la fonte di sostentamento.
Ma non è tutto. L’Unione Europea ha già stabilito che l’obbligo dell’abs interessi le moto e gli scooter, ovviamente a partire dal 2016, non perché siano meno attenti alla sicurezza in Europa piuttosto che in Italia, ma perché sono abbastanza realisti da capire che i costruttori hanno bisogno di tempo per adattarsi a nuove norme così vincolanti.
L’approvazione di un emendamento del genere potrebbe quindi metterci in contrapposizione con quanto richiesto a livello comunitario (anche se nel caso italiano si parla di optional, non di obbligatorietà).
Resta il fatto che così formulato l’emendamento (proposto dai relatori Vicari e Bubbico) avrebbe un impatto sostanzialmente nullo sulla sicurezza mentre lascerebbe nei magazzini delle case centinaia di mezzi invendibili. Possibile che nessuno dei nostri coscienziosi politici abbia valutato le conseguenze di questo emendamento?
Un’ultima considerazione sul decreto in quanto tale: si parla in questo testo di lumini votivi per i cimiteri, del porto di Pescara, dell’ascensore del monumento a Vittorio Emanuele II e del biglietto di ingresso al museo di Garibaldi sull’Isola di Caprera… cosa centra una norma sulla sicurezza dei motociclisti?
Qualche proposta alternativa…
Volete rilanciare il mercato delle due ruote in Italia? Ecco alcune proposte: poter stipulare un’unica assicurazione per due mezzi con guida esclusiva (per esempio una moto e uno scooter o una moto e una macchina… se sto guidando uno non potrò essere contemporaneamente sull’altro); rendere deducibili le spese per corsi di guida; agevolare i passaggi di proprietà e le immatricolazioni per i veicoli meno inquinanti… così, giusto pensandoci un minuto. L’abs obbligatoriamente optional non ci è proprio venuto in mente, si vede che difettiamo di fantasia…