Aquaplaning: come affrontarlo in piena sicurezza?

PERICOLO ACQUAPLANING

Quando ci si trova al volante nel bel mezzo di un acquazzone può verificarsi una spiacevole e pericolosa situazione in cui la nostra automobile, tutto d’un tratto, non ha più aderenza e sembra procedere come se fosse “sul ghiaccio”, tirando dritta in curva nel momento in cui si prova a sterzare perchè in balia di un fortissimo sottosterzo. Ecco, questo è il caso dell’aquaplaning, un fenomeno a cui prestare attenzione soprattutto se le nostre gomme sono particolarmente usurate e con il battistrada molto vicino… al minimo sindacale.

SIEGFRID STOHR PARLA DI ACQUAPLANING

L’aquaplaning, infatti, si verifica quando il pneumatico non è più in grado di espellere l’acqua presente sull’asfalto attraverso le scanalature del suo battistrada: in questa circostanza la gomma darà la sensazione di “galleggiare”, perdendo completamente il contatto con il suolo e quindi anche l’aderenza con esso all’aumentare della velocità.

Aquaplaning

A questo punto vi starete chiedendo: “come fare a scongiurare la pericolosità di questo fenomeno?“. La risposta arriva direttamente da Siegfrid Stohr, ex-pilota automobilistico e fondatore della scuola di guida sicura della BMW “GuidarePilotare” sita sul Misano World Circuit intitolato a Marco Simoncelli. “L’aquaplaning è un problema che dipende da due fattori: in primo luogo dagli pneumatici, soprattutto gli anteriori essendo questi i primi ad incontrare l’acqua. Per questa ragione si consiglia sempre di avere entrambi i pneumatici sull’avantreno con almeno 4-5 mm di battistrada“.

In secondo luogo dalla velocità: più questa aumenta, più cresce la possibilità di incontrare l’aquaplaning sia su una pozzanghera, sia in caso di pioggia molto forte – spiega Stohr – Come affrontarlo al meglio? Non esiste una manovra da fare che non sia “aspettare” che le ruote anteriori riprendano aderenza. Nel frattempo non bisogna lasciarsi prendere dal panico, ma piuttosto tenere ben fermo il volante e decelerare senza frenare”.

“Assolutamente da evitare, invece, l’aumento dell’angolo di sterzo e le decelerazioni brusche, soprattutto in curva. Nel primo caso, finita la pozza, ci troveremo a dover correggere la nostra traiettoria con una decisa rotazione sul volante. Nel secondo caso, se si innescano sulla pozza movimenti di imbardata, togliendo gas (o frenando) si amplificano per effetto dell’alleggerimento del posteriore”. Volete saperne di più per guidare in piena sicurezza anche in condizioni estreme? Allora date un’occhiata al video ufficiale di GuidarePilotare seguendo questo indirizzo link!

Aquaplaning

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