Auto bloccate e multe salate: tutto quello che c’è da sapere sull’alcolock in arrivo

L’estate 2025 vedrà l’introduzione di un nuovo protagonista nel panorama della sicurezza stradale italiana: l’alcolock. Questo dispositivo, che promette di rivoluzionare la lotta alla guida in stato di ebbrezza, diventerà presto realtà per molti automobilisti. Ma cosa comporta davvero questa innovazione tecnologica e quali saranno le sue implicazioni per i guidatori italiani?

Una tecnologia al servizio della sicurezza

L’alcolock rappresenta un cambio di paradigma nell’approccio alla sicurezza stradale. Si tratta di un etilometro digitale che viene installato accanto al volante dell’auto e che si integra con il sistema di avviamento del veicolo.

Il suo funzionamento è tanto semplice quanto efficace: prima di poter mettere in moto l’auto, il conducente deve soffiare nell’apposito boccaglio. Se il dispositivo rileva la presenza di alcol nell’aria espirata – anche in quantità minime – impedisce l’accensione del motore.

La riforma del Codice della Strada entrata in vigore lo scorso dicembre ha introdotto questo dispositivo nel sistema normativo italiano, ma è solo con l’imminente decreto attuativo che la misura diventerà pienamente operativa.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha infatti inviato alla Commissione Europea, il 17 marzo scorso, il testo che regola ogni aspetto dell’alcolock. In assenza di osservazioni entro il 18 giugno, il dispositivo potrà entrare definitivamente in vigore dal mese di luglio.

Dal punto di vista tecnico, l’alcolock non è un semplice accessorio. Deve rispondere a rigidi standard qualitativi e deve essere conforme alla norma europea EN 50436 sugli etilometri. Ogni dispositivo deve riportare il marchio CE, il numero di serie e la versione del software installata, oltre a essere dotato di un sigillo che si autodistrugge in caso di tentativi di manomissione.

Alcolock

Chi dovrà installarlo sulla propria auto

L’obbligo di installazione non riguarderà tutti gli automobilisti, ma solo una categoria specifica: coloro che sono stati condannati in via definitiva per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro.

È importante sottolineare che tale condanna deve essere stata emessa dopo il 14 dicembre 2024, data di entrata in vigore della riforma del Codice della Strada.

La durata dell’obbligo varia in base alla gravità dell’infrazione: due anni per chi è stato trovato con un tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 g/l, tre anni per chi ha superato 1,5 g/l. In entrambi i casi, il periodo inizia a decorrere una volta terminata la sospensione della patente.

Un elemento da evidenziare è che l’alcolock può essere installato su diverse categorie di veicoli: dalle autovetture (M1) agli autocarri (N1, N2, N3), passando per autobus e pullman (M2, M3). Sono esclusi invece i quadricicli, sia leggeri sia pesanti. L’installazione è possibile sia su veicoli di nuova concezione, già predisposti per accogliere il dispositivo, sia su veicoli più datati, purché il produttore dell’alcolock fornisca specifiche istruzioni per quel tipo di auto.

Installazione e manutenzione: cosa c’è da sapere

L’installazione dell’alcolock non è un’operazione che può essere eseguita da chiunque. Deve essere effettuata da officine autorizzate dal produttore del dispositivo, selezionate tra quelle abilitate a svolgere attività di meccatronica. L’elenco di questi installatori sarà reso disponibile sul Portale dell’automobilista.

Una volta installato il dispositivo, l’officina rilascia al proprietario dell’auto una dichiarazione di avvenuta e corretta installazione, insieme al certificato di taratura con validità temporale limitata. Questi documenti devono essere conservati a bordo del veicolo in originale e mostrati in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.

Un aspetto da non sottovalutare è la manutenzione periodica. L’alcolock richiede infatti una taratura regolare, da effettuare presso laboratori indipendenti accreditati. La frequenza della taratura è stabilita dal produttore e indicata nel certificato. Senza una taratura valida, il dispositivo non è considerato a norma.

È interessante notare che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’installazione e lo smontaggio dell’alcolock non richiedono collaudi presso la Motorizzazione Civile. Si tratta di una semplificazione procedurale che riduce i tempi burocratici, ma non alleggerisce i costi per l’utente.

Alcolock

Il fattore economico: un investimento oneroso

Ed è proprio sul fronte economico che l’alcolock solleva le maggiori perplessità. L’installazione del dispositivo, interamente a carico del conducente, ha un costo stimato di circa 2000 euro. A questa cifra già considerevole vanno aggiunte le spese per i boccagli monouso, da utilizzare ogni volta che si accende il veicolo, e quelle per la taratura periodica.

Si tratta di un salasso non indifferente, che si aggiunge alle sanzioni già previste per la guida in stato di ebbrezza, tra cui l’ammenda e la sospensione della patente. L’intenzione del legislatore è chiara: rendere economicamente svantaggiosa la violazione del Codice della Strada, in modo da incentivare comportamenti più responsabili alla guida.

D’altra parte, il costo elevato del dispositivo potrebbe incentivare tentativi di elusione dell’obbligo. Per questo motivo sono state previste severe sanzioni per chi non rispetta la normativa, come vedremo tra poco.

Le criticità del sistema alcolock

Al di là del fattore economico, l’introduzione dell’alcolock porta con sé alcune problematiche pratiche che meritano di essere analizzate. In primo luogo, c’è la questione dell’uso condiviso dei veicoli. Se un’auto è utilizzata da più persone – pensiamo a un nucleo familiare con una sola vettura – chiunque voglia guidarla dovrà sottoporsi al test, anche se non soggetto all’obbligo di alcolock.

Un altro aspetto controverso riguarda la soglia di tolleranza. Il dispositivo blocca l’avviamento del veicolo con qualsiasi presenza di alcol nel fiato, anche con un tasso alcolemico di 0,1 g/l, ben al di sotto del limite legale per i conducenti ordinari (0,5 g/l).

Ciò significa che anche un singolo bicchiere di vino consumato a cena potrebbe impedire l’uso dell’auto non solo a chi è soggetto all’obbligo, ma a tutti coloro che utilizzano quel veicolo.

Non vanno poi sottovalutati i possibili malfunzionamenti del dispositivo. Cosa succede se l’alcolock si guasta o fornisce false letture positive? In questi casi, il conducente potrebbe trovarsi nell’impossibilità di utilizzare la propria auto anche in situazioni di emergenza. Si tratta di scenari che la normativa dovrà considerare e per i quali sarà necessario prevedere soluzioni adeguate.

Le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo

Il sistema sanzionatorio legato all’alcolock è particolarmente severo. Chi ha l’obbligo di guidare solo veicoli dotati di questo dispositivo ma viene sorpreso alla guida di un’auto che ne è sprovvista rischia una multa da 158 a 638 euro. A questa si aggiunge la sospensione della patente per un periodo da 1 a 6 mesi.

Le sanzioni sono aumentate di un terzo in caso di nuova positività all’alcol test dopo l’installazione del dispositivo, mentre raddoppiano per chi tenta di manomettere l’alcolock o circola con un dispositivo alterato o non funzionante.

Efficacia e benefici attesi

Ma quali sono i benefici attesi dall’introduzione dell’alcolock? Gli studi condotti in paesi dove il dispositivo è già in uso da tempo – come Francia, Svezia e Stati Uniti – mostrano risultati incoraggianti.

L’alcolock si è dimostrato dal 40% al 95% più efficace nel prevenire le recidive rispetto alle misure tradizionali come il ritiro della patente o le sanzioni pecuniarie.

Questi dati suggeriscono che il dispositivo potrebbe contribuire parecchio alla riduzione degli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza, salvando potenzialmente numerose vite. In Italia, dove ogni anno migliaia di incidenti sono correlati all’abuso di alcol, l’impatto potrebbe essere considerevole.

Oltre ai benefici diretti in termini di sicurezza stradale, l’alcolock potrebbe avere un impatto culturale più ampio, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi della guida in stato di ebbrezza e promuovendo un approccio più responsabile al consumo di alcolici, soprattutto quando ci si deve mettere alla guida.

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