La batteria dell’auto, nel corso della sua vita, non mantiene sempre la sua carica allo stesso livello: può accadere che subisca degli sbalzi di tensione e, quindi, che si scarichi nel momento meno opportuno… magari quando siete fuori casa per lavoro oppure vi state godendo la vostra meritata vacanza sulla neve. Cosa fare in queste circostanze? Si può chiedere aiuto a un altro automobilista, in modo che vi “presti” il suo veicolo al quale collegare i cavi alla sua batteria… oppure si può provvedere da soli con il “booster“, un dispositivo di emergenza in grado – letteralmente – di rianimare la vostra auto davvero in pochi minuti.
Conosciuto anche con il nome di avviatore di emergenza, il booster auto più maggiormente utilizzato è quello che comprende una piccola batteria che va attaccata a quella del veicolo in panne attraverso i due cavi in dotazione con relative pinze – quella rossa al polo positivo e quella nera a quello negativo. Una volta eseguita questa operazione, sarà sufficiente (con il booster acceso) tentare di mettere in moto: se si fallisce al primo tentativo, è meglio non insistere, attendere qualche minuto e poi riprovare.
Il booster auto, oltre che nella versione a batteria (la quale deve essere sempre carica per poter essere utilizzata), è disponibile sul mercato da alcuni anni anche in quella a condensatori, che sostanzialmente recupera l’energia rimasta nell’accumulatore del veicolo in panne per riutilizzarla come “scossa” con la quale far ripartire il motore. I prezzi? Si spazia dai modelli di fascia economica da 30 Euro fino a quelli professionali, che possono superare anche i 1000 Euro.