Dall’ultimo DPCM del 3 dicembre la situazione emergenziale causata dalla pandemia Coronavirus sembra aver rallentato la sua corsa: i contagi sono diminuiti mentre i guariti sono notevolmente aumentati, il che però non ha fatto distogliere l’attenzione dall’altissimo numero di morti che, giorno dopo giorno, sono stati individuati fino ad oggi. Questo è il segnale che, purtroppo, la “guerra” non è ancora finita: lo sa bene il Governo italiano, che in vista delle imminenti festività natalizie e la possibilità concreta di una risalita repentina degli infetti ha voluto emanare un Decreto Legge ad-hoc, volto a prevenire una terza ondata di gennaio che, in queste condizioni, sembra sempre più probabile.
Come affermato ieri sera in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’Italia dovrà fare ancora dei sacrifici per vincere la battaglia contro il Coronavirus e questo la porterà ad entrare in “zona rossa” a partire dalla Vigilia di Natale, 24 dicembre, fino alla Befana (6 gennaio): un periodo di tempo che comprenderà festivi e prefestivi, nei quali varranno le regole principali introdotte con la divisione ad “aree” ma con l’unica eccezione di poter visitare amici e parenti presso le loro abitazioni.
Ma entriamo nei dettagli: nelle giornate del 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020 e nei giorni dell’1,2,3,5 e 6 gennaio l’Italia entrerà completamente in “zona rossa“, per cui ci si potrà spostare esclusivamente per motivi di lavoro, salute e di urgenza con l’apposita autocertificazione. I negozi saranno chiusi (tranne gli alimentari, le farmacie, i tabaccai e quelli di prima necessità), mentre bar e ristoranti potranno continuare la loro attività esclusivamente con il servizio da asporto e a domicilio fino alle 22. Come annunciato, si potrà però andare a trovare i propri conoscenti: in casa, quindi, si potranno ospitare fino a un massimo di due persone non conviventi (a meno che non si abbiano al seguito anche figli minori di 14 anni, persone disabili o non autosufficienti), una sola volta al giorno e in una sola abitazione, posizionata nella stessa regione di residenza e rispettando l’arco temporale tra le 5 e le 22.
Nelle giornate restanti, vale a dire il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio 2021, l’Italia invece passerà in “zona arancione“: come in precedenza varranno le regole introdotte con la divisione ad “aree”, tra le quali il divieto di spostamento tra comuni e l’apertura di negozi, bar e ristoranti fino alle 21. Per distinguere al meglio situazioni diametralmente opposte, inerenti la possibilità di spostamento di un abitante in un piccolo paesino di montagna e un altro che abita in una grande città, il Governo ha introdotto anche in questo caso un’eccezione, che permetterà alla popolazione di un Comune che non supera i 5000 abitanti di spostarsi al di fuori di esso nell’arco di una distanza massima di 30 km. Se, però, la volontà è quella di recarsi nel capoluogo di provincia della propria regione, allora lo spostamento in questione sarà vietato a priori.
Per tutto il resto varranno le regole introdotte nell’ultimo DPCM di Natale del 3 dicembre, che prevede l’impossibilità di spostarsi tra territori di regioni (o province autonome) diverse dal 21 dicembre al 6 gennaio (anche per recarsi nelle seconde case), tranne nei casi di ritorno alla propria residenza e di ricongiungimento tra persone conviventi. Chi vorrà festeggiare la Vigilia di Natale, il 25 dicembre o l’ultimo dell’anno ovviamente lo potrà fare, ma rimanendo nella propria regione con al massimo due persone in più non solitamente conviventi in casa e rispettando il coprifuoco dalle 22 alle 5, che nella mattinata dell’1 gennaio si estenderà fino alle 7. Il Governo, in questo caso, ha confermato che “non ci saranno controlli nelle abitazioni degli italiani“, raccomandandosi però di rispettare tutte le norme di sicurezza per prevenire la possibile circolazione del Coronavirus: indossare la mascherina, mantenere la distanza di sicurezza di almeno 1 metro e igienizzarsi frequentemente le mani.