Le vacanze natalizie sono terminate ma la speranza di un progressivo ritorno alla normalità come abbiamo assaporato durante il periodo estivo dello scorso anno sembra, un’altra volta, posticipata: due giorni fa, infatti, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM che va a sostituire il precedente del 3 dicembre con efficacia fino al 5 marzo, accompagnato dalla proroga dello stato di emergenza nazionale alla data del 30 aprile. La pandemia da Coronavirus, quindi, non è ancora finita… ma quali sono tutte le limitazioni che gli italiani dovranno affrontare nei prossimi mesi?
Fino alla giornata di oggi, 16 gennaio, l’Italia manterrà innanzitutto la colorazione che ci ha accompagnato dal periodo natalizio ad oggi: una situazione che, tuttavia, cambierà repentinamente domani, perchè gran parte della nostra penisola si tingerà di arancione con alcune variazioni sul rosso e (pochissime) sul giallo. Le regioni con l’indice più basso di contagiosità sono al momento solamente la Provincia Autonoma di Trento, il Molise, la Campania, la Basilicata, la Sardegna e la Toscana, mentre quelle “blindate” sono rappresentate dalla Provincia Autonoma di Bolzano, dalla Lombardia e dalla Sicilia.
Nonostante questa divisione in fasce, le restrizioni più importanti sono praticamente sempre le stesse: confermato il divieto di spostamento tra le regioni (anche da e tra quelle gialle) fino al 15 febbraio – salvo comprovate situazioni di necessità, urgenza, lavoro, per motivi di salute o nel caso in cui si stia tornando presso la propria residenza – così come il coprifuoco dalle 22 alle 5. Per quanto riguarda l’attività di bar e ristoranti, questi possono tenere aperto dalle 5 alle 18 nelle zone gialle, mentre saranno chiusi in quelle arancioni e rosse: la consegna a domicilio e l’asporto, invece, possono continuare fino alle 22, ma solo per i ristoranti perchè i bar dovranno terminare la propria attività direttamente alle 18.
Lato spostamenti, il nuovo DPCM conferma la possibilità di andare a trovare amici e parenti come è stato concesso durante le vacanze di Natale praticamente per tutte le fasce di colore: massimo due persone verso l’abitazione di destinazione (entro i limiti della propria regione in fascia gialla ed entro l’ambito comunale in quelle arancioni e rosse) esclusi i minori di 14 anni o persone affette da disabilità o non autosufficienti. Nelle aree a maggior rischio di contagio, inoltre, la libertà per i comuni con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti sarà limitata nel raggio di 30 km dalla propria residenza: in ogni caso, però, non ci si potrà recarsi presso il proprio capoluogo di regione.
Per quanto riguarda l’apertura dei negozi, le attività commerciali rimarranno regolarmente aperte in zona gialla e arancione, mentre in zona rossa potranno tenere alzate le serrande solamente quelle di vendita di generi alimentari e di prima necessità, come le edicole, i tabaccai, le farmacia e le parafarmacie. Un’altra novità è rappresentata dall’apertura dei musei e delle mostre in zona gialla durante i giorni feriali: cinema, palestre e piscine, invece, rimarranno chiusi, così come gli impianti sciistici fino al 15 febbraio. Dal 18 gennaio, inoltre, cambieranno i valori per i quali una regione potrà cambiare il proprio colore: tutte quelle con indice Rt superiore a 1 o comunque caratterizzate da un rischio di contagiosità elevato si tingeranno automaticamente di rosso. Quelle più virtuose, invece, potranno accedere alla “fascia bianca“, dove le uniche restrizioni sono il distanziamento sociale e l’utilizzo della mascherina: per entrarvi, però, bisognerà ottenere un’incidenza sotto i 50 casi riscontrati positivi da tampone ogni 100mila abitanti e un indice Rt inferiore a 1 per almeno tre settimane di fila.