24/01/2007 – Davvero esiste un mercato nero dei punti della patente? E quali sono le quotazioni? Dopo la denuncia del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi (“Se li vendono via internet, oppure accollano l’infrazione a qualcun altro”), il mensile Quattroruote ha indagato per capire la reale consistenza del fenomeno. Scoprendo che effettivamente sul web si trovano parecchi appelli siglati da automobilisti che hanno urgenza di ‘ricaricare’ la loro patente, dopo essere stati ripetutamente colti in flagrante dagli autovelox. “Ho assoluta necessità di utilizzare la vettura per lavoro e sulla mia patente rimangono solo due punti, ma ho appena preso una multa che ne vale quattro e sono disperato”, ha scritto per esempio un anonimo su un sito di annunci. Il messaggio si chiude con questo appello: “Cerco qualcuno che accetti di dichiarare che era alla guida al momento dell’infrazione: per il valore del disturbo discutiamone…”.
Secondo quanto ha potuto accertare Quattroruote, le quotazioni di questo mercato nero vanno dai cento euro per un solo punto ai 500 euro di chi ha commesso un’infrazione che comporta la sospensione della patente. Ovviamente si tratta di una pratica illegale, che può fruttare se scoperti una denuncia per falso, secondo quanto previsto dall’articolo 483 del Codice penale, con una possibile condanna da tre mesi a due anni. Per non rischiare di essere scoperti su internet, comunque, la maggior parte delle transazioni avviene all’interno della cerchia delle conoscenze, spesso attribuendo le infrazioni a persone anziane che ancora dispongono della patente, ma ormai non guidano praticamente più.
Non si tratta comunque di un fenomeno solo italiano: nei paesi in cui la patente a punti è in vigore da più tempo, sono state svolte diverse indagini. In Germania, per esempio, due anni fa fu scoperto un traffico di punti con una sessantina di cittadini rumeni che vendevano ‘ricariche’ ad altrettanti automobilisti tedeschi, a un valore medio che la magistratura aveva stimato in 300 euro.