Immagina di tornare alla tua auto parcheggiata dopo una mattinata di lavoro solo per trovare un foglietto bianco sotto il tergicristallo: una multa. È un’esperienza che nessun automobilista vorrebbe vivere, soprattutto in un periodo di crisi economica dove ogni spesa in più pesa come un macigno.
La buona notizia è che, almeno per il 2025, il temuto rincaro delle multe stradali è stato sospeso grazie all’ultima versione del Decreto Milleproroghe. Tale decisione, adottata dal Governo, ferma ancora una volta l’aggiornamento biennale delle sanzioni previsto dal Codice della Strada.
A causa della situazione economica del Paese, il rincaro (che avrebbe fatto salire le multe fino al 6% in più) è stato rinviato al 2026. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica: mentre il congelamento sembra un sollievo per le famiglie italiane, il nuovo Codice della Strada introduce sanzioni più severe per alcune infrazioni particolarmente pericolose. Ad esempio, l’uso dello smartphone alla guida comporterà multe molto più salate rispetto a quelle attuali.
La domanda, quindi, è: quale impatto avranno queste decisioni sulle tasche degli automobilisti italiani? Se il 2025 offre una pausa dall’aumento delle sanzioni, cosa ci riserva davvero il futuro con l’arrivo di nuove regole e un possibile “rincaro cumulativo” nel 2026?
La decisione di bloccare l’adeguamento biennale delle multe all’inflazione per il 2025 è stata formalizzata attraverso il Decreto Milleproroghe. In base a questo provvedimento, l’aggiornamento, che sarebbe dovuto avvenire secondo l’articolo 195 del Codice della Strada, è rinviato al 1° gennaio 2026. Tale articolo prevede che le sanzioni amministrative pecuniarie siano aggiornate ogni due anni in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’ISTAT.
Il Governo italiano ha giustificato questa decisione facendo riferimento alla situazione economica. L’obiettivo è quello di non aggravare ulteriormente le difficoltà finanziarie delle famiglie italiane, già messe alla prova da un contesto economico sfavorevole negli ultimi anni. Questa scelta segue la stessa linea adottata per il biennio 2023-2024.
Non è la prima volta che l’aggiornamento delle multe viene sospeso: la misura per il 2025 rappresenta infatti un prolungamento delle proroghe già applicate negli anni precedenti. Il biennio 2023-2024 aveva visto lo stesso blocco degli aumenti, sempre per via delle difficoltà economiche. In assenza di ulteriori interventi, gli aggiornamenti torneranno a essere applicati nel 2026.
Le associazioni dei consumatori, pur accogliendo con favore la sospensione degli aumenti per il 2025, non nascondono la loro preoccupazione per il futuro. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), ha sottolineato che il blocco è un’ottima notizia, ma solo una soluzione temporanea: “Bene, ottima notizia, ma non basta! Il rincaro delle multe non si deve sospendere, ma annullare”. Dona e altri rappresentanti delle associazioni temono che il rinvio possa tradursi in un brusco aumento cumulativo nel 2026, con conseguenze gravose per gli automobilisti.
Il principale timore è che, sospendendo ripetutamente l’adeguamento biennale all’inflazione, si crei un accumulo che esploderà tutto in una volta. Secondo le stime più recenti, un incremento basato sull’indice FOI (indice dei prezzi al consumo) potrebbe raggiungere il +17,7% rispetto al 2020.
Questo significherebbe, per esempio, che una multa per divieto di sosta (che attualmente è di 42 euro) potrebbe salire a 49 euro. Assoutenti ha inoltre calcolato che un aumento delle sanzioni potrebbe variare tra +3 e +51 euro per le infrazioni più comuni.
Per evitare un rincaro eccessivo nel 2026, l’UNC e altri esperti propongono soluzioni più equilibrate. Massimiliano Dona suggerisce che l’aggiornamento venga applicato solo sulla base dell’inflazione maturata nel biennio 2024-2025, azzerando i rialzi sospesi nei precedenti bienni. In questo modo si eviterebbe il rischio di un “effetto stangata” cumulativo che potrebbe pesare notevolmente sui cittadini.
Se il blocco continuasse fino al 2026 senza un intervento mirato, l’effetto cumulativo delle sospensioni potrebbe avere un impatto significativo. Secondo i calcoli di Assoutenti e UNC:
Il nuovo Codice della Strada, che entrerà in vigore il 14 dicembre 2024, introduce un deciso inasprimento delle sanzioni per alcune infrazioni, in particolare per quelle considerate più pericolose.
La multa per l’uso del cellulare alla guida, ad esempio, passerà dagli attuali 165 euro a 250 euro, con un ulteriore aumento a 350 euro in caso di recidiva. Anche le sanzioni per la sosta non autorizzata nei parcheggi riservati ai disabili raddoppieranno, salendo da 165 euro a 330 euro.
Multe più salate saranno applicate anche per la sosta nelle corsie e fermate dei mezzi pubblici, passando da 87 euro a 165 euro.
Il blocco dell’aumento biennale delle multe sembra entrare in netto contrasto con il nuovo Codice della Strada. Da una parte, infatti, il Governo riconosce le difficoltà economiche delle famiglie italiane e sospende l’aggiornamento inflattivo delle sanzioni fino al 2026.
Dall’altra, però, introduce nuovi rincari mirati e severe sanzioni per specifiche infrazioni. Questo apparente paradosso solleva interrogativi sulla coerenza delle politiche adottate.
Diverse sono le chiavi di lettura di questa contraddizione: