Presentato a Montecitorio il nuovo libro di Vincenzo Borgomeo “La sicurezza stradale in tasca”

E’ stato appena presentato a Montecitorio, nel ‘parlamentino’ della Commissione Trasporti, il nuovo libro di Vincenzo Borgomeo, “La sicurezza stradale in tasca” (9,90 euro, Newton Compton Editori www.lasicurezzastradaleintasca.it).
I relatori, l’onorevole Mario Valducci, presidente IX Commissione Trasporti, Enrico Gelpi, Presidente dell’ACI, Roberto Sgalla, Direttore del Servizio di Polizia Stradale, Gabriele Allievi, Amministratore Delegato Bosch Italia – moderati da Giulia Marrone di Nuvolari tv – Sky – hanno fatto il punto della situazione, in un settore dove c’è un grande, disperato bisogno dell’aiuto di tutti. “Un libro come questo – ha spiegato Sgalla – per me equivale a 20 pattuglie in più, è un aiuto concreto. E spero poi che altri editori seguano l’esempio”.
I 4.236 incidenti mortali sulle strade italiane del 2009 si avvicinano molto al totale dei caduti del contingente USA durante il conflitto in IRAQ. Siamo di fronte quasi ad una guerra – ha spiegato Valducci – con costi diretti e indotti attorno a 30 miliardi di euro l’anno, quasi una manovra economica. Non possiamo più permettercelo. Il trend è molto migliorato rispetto all’avvio delle politiche comunitarie in tema di sicurezza stradale nel 2001 (7.096 morti, per non parlare dei 12.000 morti del 1972) e il 2010 si concluderà non lontano dall’obiettivo di riduzione del 50% dei morti sulle nostre strade. Questo grazie all’apporto della tecnologia; ai controlli e ai piani di prevenzione di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale; a una più diffusa cultura della sicurezza stradale (Chi beve non guida, chi guida non beve); ai media e all’introduzione del Nuovo Codice della Strada approvato all’unanimità nel Luglio 2010”.
Il quadro della situazione non è certo facile: come spiega il libro di Borgomeo gli italiani al volante sono “distratti, trasgressivi e poco attenti”: un quadro impietoso che testimonia scarsa attenzione alla sicurezza. Superamento dei limiti di velocità, mancato uso delle cinture di sicurezza, passaggio con semaforo rosso, inversione a U e poi il dilagante fenomeno della guida dopo aver assunto alcolici: sono alcune fra le tante infrazioni che si registrano sulle nostre strade. Ma è possibile evitare tutto ciò? Vincenzo Borgomeo, che scrive di automobili e motori da una vita, è un convinto sostenitore del partito del sì. Basta infatti seguire delle semplici regole di buon senso nella scelta del veicolo adeguato e di sicurezza per non mettere a repentaglio la nostra vita e quella di chi amiamo.
Insomma, “molto resta ancora da fare – ha spiegato ancora Valducci – soprattutto per gli utenti ‘deboli’ della strada, pedoni, ciclisti, motociclisti per i quali il trend di decrescita non è altrettanto soddisfacente. Anche in termini di certezza nella fase di applicazione delle sanzioni amministrative, ma soprattutto penali. C’è bisogno dell’apporto di tutti, istituzioni, associazioni, cittadini, media. Il libro di Vincenzo è un ‘partner’ vero perché va in questo senso, tiene alta la soglia di attenzione, e promuove una soluzione di sistema per un Codice aggiornato ed efficace. Perché il Codice della Strada è un cantiere sempre aperto”.
E infatti è stato poi lo stesso presidente dell’Aci Gelpi a spiegare che “l’impegno dell’Aci e della Fia è massimo: questo è un problema al quale nessuno si può sottrarre, e che merita l’impegno e l’attenzione di tutti”. Certo, in favore della sicurezza stradale poi arriva la tecnologia. E come ha spiegati Gabriele Allievi, Amministratore Delegato Bosch Italia, i sistemi di sicurezza oggi sono avanzatissimi “consentono all’auto di frenare da sola, di evitare incidenti, anche se poi l’importanza dell’uomo non va mai sottovalutata”.
In tema di sicurezza stradale – ha concluso il capo della Polizia Stradale Sgalla – mai abbassare la guardia. E per spiegare il concetto ha letto due titoli e due sommari di giornali francesi che denunciano la clamorosa inversione di tendenza in quel Paese con aumento di morti e feriti. “E se perfino la Francia, da sempre considerato un modello in tema di sicurezza stradale – ha spiegato Sgalla – ora è nei guai, allora c’è davvero di che riflettere”.

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