Segugio.it, ad aprile 2023, in Italia fotografa un parco auto con un’età media di 11,1 anni; il picco si raggiunge in Basilicata, Sicilia e Sardegna dove la media è di quasi 13 anni.
L’età del parco auto è un tema diventato sempre più rilevante negli ultimi anni. In Italia, infatti, abbiamo il parco circolante più vecchio dopo la Spagna, nel confronto con i 5 major markets europei. Secondo i dati Acea sul 2021 l’età media in Italia superava di circa 2 anni quella di Francia (+1,7 anni), Germania (+2,1) e Regno Unito (+2,2).
Segugio.it – il portale leader nel mercato italiano nella comparazione tramite internet di prodotti assicurativi, utilities e prodotti di credito – fotografa ad aprile 2023 un parco auto con un’età media di 11,1 anni, con differenze sul territorio (Grafico 1). Se da un lato Regioni come Toscana (10,3 anni in media), Lombardia (10,4) ed Emilia-Romagna (10,6), si avvicinano ai valori di Francia, Germania e Regno Unito, dall’altro ci sono Regioni in cui l’età media raggiunge quasi i 13 anni: Basilicata (12,8), Sicilia e Sardegna (12,7).
Negli ultimi anni il parco circolante ha continuato ad invecchiare perché gli italiani cambiano sempre meno l’auto, vuoi per l’incertezza legata al passaggio verso alimentazioni più sostenibili (ed il contestuale blocco delle alimentazioni tradizionali), che rende incerto il valore nel tempo di un investimento nell’acquisto di un’auto ad alimentazione termica, vuoi per il Covid e per la congiuntura economica. Occorre ricordare che un’auto vecchia comporta costi maggiori sia in termini di manutenzione che di assicurazione, soprattutto in un periodo di inflazione e rialzo dei premi assicurativi. Nello specifico per un’auto con un’età compresa tra i 16 e 20 anni si spendono in media 444,2€, oltre il 22% in più rispetto all’assicurazione per un’auto relativamente nuova, con meno di 5 anni.
C’è però una buona notizia per gli automobilisti alla guida di un’auto vecchia; da una recente ordinanza, la n. 10686/2023, depositata dalla Corte di Cassazione, viene riconosciuta la possibilità di riparare e quindi risarcire i danni da incidente anche qualora questi superino il valore di mercato del veicolo, a patto che non vi sia un arricchimento ingiustificato al danneggiato.
Per una vettura datata, è più probabile che i costi delle riparazioni in seguito ad un incidente superino il valore di mercato. In questi casi è corretto, secondo la Cassazione, risarcire l’automobilista danneggiato in modo che possa continuare a guidare un veicolo a cui è già abituato senza doversi mettere alla ricerca di uno nuovo.