Chi ha stipulato almeno una volta nella propria vita un’assicurazione per l’auto avrà sicuramente sentito nominare la formula del “bonus-malus“: con questa opzione si può salire progressivamente dall’ultima classe di merito (la 14esima) fino alla più virtuosa, la prima, con un premio da pagare sempre inferiore a patto di non causare incidenti nel corso degli anni.
Il problema? Che attraverso la Legge Bersani del 2007 è possibile ereditare all’interno di una stessa famiglia la classe di merito dell’automobilista migliore, con il risultato che, secondo gli ultimi dati del 2019, gli assicurati nella “top class” in Italia sono passati dal 50 all’84%. Un dato che non è passato inosservato nè al mondo delle compagnie assicurative (Ania) nè all’istituto di vigilanza dell’Ivass, i quali hanno invocato insieme una riforma di tale sistema di assicurazione nei tempi più celeri possibili.
“La riforma del bonus-malus, a nostro avviso, non è più procrastinabile – ha affermato Riccardo Cesari, consigliere dell’Ivass – Oggi si basa su un unico indicatore, il numero di sinistri, ma dobbiamo passare quanto prima ad un sistema multidimensionale che renda effettiva la misurazione del rischio. Oggi è assolutamente priva di capacità informative. Parallelamente, va analizzata anche la possibilità di una riforma della “Card”, la convenzione a risarcimento diretto, eliminando i comportamenti opportunistici tra compagnie e riformando il sistema forfait, considerato ormai antiquato”.
Dello stesso parere anche la Presidente dell’Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici, Bianca Maria Farina: “Il sistema attuale del bonus-malus non è più efficace nel distinguere i clienti secondo la propria effettiva rischiosità e non svolge quindi più la propria funzione educativa e premiante dei comportamenti virtuosi, cioè di coloro che causano meno incidenti stradali“. Quali sono, quindi, le alternative per il prossimo futuro? Come già sottolineato, l’idea è quella di un sistema che tenga conto anche di altri fattori oltre al numero di sinistri, così come di una riforma della convenzione a risarcimento diretto assieme a una migliore rilevazione dei veicoli non assicurati.
Quando uno di questi causa un incidente, il risarcimento dei danni arriva dal Fondo delle vittime della strada, alimentato ogni anno dalle compagnie assicurative che, per coprire i costi, vanno di conseguenza ad aumentare il premio delle polizze regolarmente stipulate dai loro clienti. In questo senso la proposta in Parlamento è quella non solo di incrociare le banche dati dell’Ania sui veicoli assicurati con quelle della Motorizzazione sui veicoli immatricolati, ma anche utilizzare dei rilevatori a distanza, come gli autovelox, le telecamere delle ZTL o i tutor in autostrada, capaci di controllare in maniera più specifica ogni singola vettura.