Volkswagen Dieselgate, lo scandalo dalla A alla Z

Dieselgate, la tempesta perfetta del disastro del Made in Germany cade proprio in concomitanza con Il Salone Internazionale dell’Auto di Francoforte 2015 che era iniziato già maluccio per i tedeschi visto che  il primo giorno stampa alla prima conferenza della giornata il neo Presidente della BMW AG collassa a terra per un malore e tutti i media del mondo pubblicano la foto del povero HARALD KRUEGER anzichè della nuova BMW Serie 7.

Al Salone di Francoforte ancora aperto e giusto due giorni dopo la visita trionfale del Cancelliere Angela Merkel a tutti gli stand tedeschi arriva dagli Stati Uniti d’America una vera bomba atomica che colpisce il cuore dell’industria automobilistica tedesca: la Volkswagen. Una vera deflagrazione perchè il numero uno del Gruppo Volkswagen, Martin Winterkorn si presenta in pubblico ed ammette che negli USA quasi 500.000 Volkswagen e Audi turbodiesel hanno centraline taroccate che nascondono i reali dati delle emissioni dei gas di scarico e di conseguenza gli stessi consumi. Un vero terrremoto che porta il titolo Volkswagen a perdere quasi il 40% in due giorni sotto la minaccia di una multa di 18 miliardi di dollari con un danno di immagine pauroso. il terzo giorno il titolo rimbalza di quasi il 10% anche a seguito delle dimissioni del A. D. Martin Winterkorn ma ancora adesso il titolo è ben lontano dai 160 euro pre Dieselgate (105 euro il 29 settembre) ed il nuovo Presidente Matthias Mueller, già numero uno della Porsche, passerà settimane davvero calde dichiarando fin dall’esordio che sarà fatta una “feroce pulizia” per ridare credibilità al Gruppo Volkswagen che da lavoro ad oltre 600.000 persone più almeno altrettante d’indotto fra cui molte imprese italiane che riforniscono di importanti componenti le vetture del Gruppo così come di tutte le altre marche europee e tedesche in particolare con BMW e Mercedes già tirate dentro da testate tedesche che dicono e poi smentiscono che il turbodiesel 2 litri BMW sfori i parametri così come Mercedes ha iniziato i primi richiami su qualche decina di migliaia di furgoni Sprinter.

Lo stesso Governo tedesca, Angela Merkel in testa, è stata accusata dai media di sapere e di non essere intervenuta così come la Commissione Europea con le sue commissioni e controllori  che certificano i valori delle emisssioni e consumi con test solo virtuali ai banchi (tanto che una delle funzioni delle centraline taroccate era quella di allertare il motore quando due ruote erano ferme e due andavano, tipico di un test sui rulli di laboratorio) e senza prove su strada come invece fanno negli USA oltre ad utilizzare il sistema della conformità che significa che se una vettura va bene vanno vene anche le altre se il costruttore dice che sono conformi all’esemplare approvato anzichè come negli USA dove ogni veicolo deve rispondere personalmente ai parametri previsti dalla legge e la differenza è semplicemente abissale .

Vediamo quindi  con l’aiuto dell’alfabeto di scoprire i personaggi ed i fatti fondamentali di questa incredibile storia che a risvolti internazionali e potrebbe travolgere altri protagonisti. Sicuramente si tratta di una scossa che farà rivedere drasticamente tutti i parametri europei e le stesse omologazioni Euro6 e precedenti dovranno essere riviste nei metodi e nei controlli al pari dei reali dati di consumo. La commissione europea ha già dichiarato che da gennaio 2016 tutti i test non si faranno più al chiuso ma su strada, magari per almeno 2.000 chilometri come fatto in California!

Lo scandalo Dieselgate dalla A alla Z:

A​ Audi​. Il Dieselgate non ha risparmiato la casa dei quatto anelli e nella blacklist statunitense figura anche la nuova A3​ TDI . Dai primi controlli interni è emerso che sono più di due milioni le Audi taroccaate ed interessano tutti i modelli Diesel: A1, A3, A4, A6, TT, Q3, Q5… praticamente tutte tranne la R8 che va a benzina ed; al momento, la A8.

B Benzina. Alla riscossa sicuramente negli USA dove il gasolio è sotto il 3% ma certamente in Europa il gasolio rischia grosso se i controlli saranno più stringenti e quindi più onerosi; in Europa oltre il 50% dei veicoli è Diesel.​ Elon Musk, boss della Tesla ha dichiarato che il Dieselgate mostra tutti i limiti del Diesel e che il futuro si chiama auto elettrica (dichiarazione un pò di parte…!) Sicuramente Metano e GPL in Italia diventano più interessanti e l’usato Diesel potrebbe subire deprezzamenti così come potrebbe scoppiare una guerra dei prezzi. Con la B troviamo anche la BMW che almeno è stata solo colpita marginalmente da Autobild con articoli cattivelli che hanno fatto perdere al titolo fino al 10% del loro valore a conferma che a Monaco sono molto tesi.

C Class action​. Sono almeno 50 le class action, le azioni collettive, già presentate in tutti i 50 stati Usa, contro Volkswagen​ e qui il gruppo automobilistico rischia parecchio. Anche in Italia quasi tutti minacciano azioni legali ma prima bisogna capire le dimensioni dello scandalo e comprendere di chi siano le responsabilità. Restando con la C merita ricordare la ​Corea del Sud, altro ​P​aese colpito dal Dieselgate, ​dove oltre il 90% delle vendite di Volkswagen è costituito da vetture a gasolio.

D Danno d’immagine. Che peserà nei prossimi mesi nelle casse di Volkswagen, le perdite in termini di vendite potrebbero superare anche ​il 10%​ anche se l’ammissione delle proprie colpe e la volontà di essere trasparenti potrà aiutare Volkswagen a risalire la china.​  D pure come DIESEL GATE ma ne stiamo parlando in tutte le lettere e quindi proseguiamo.

E Emissioni. Manomesse tramite un chip installato sulla centralina che abbassa i livelli di inquinanti che fuoriescono dallo scarico nel momento del test​. Trucchetto scoperto negli USA e comincia con la E anche la​​ “Epa”, la United States Environmental Protection Agency​: l’ente che ha messo alle corde Volkswagen minacciando una multa da 18 miliardi di dollari​​.

F Ferdinand Piech. fino a pochi mesi fa il capo indiscusso del Gruppo Volkswagen che ha dovuto cedere il passo proprio a ​Winterkorn​ che ha dovuto lasciare i  comandi ​a favore di Matthias Mueller, il numero uno della Porsche.  F anche come FCA ed il Gruppo Fiat Chrysler Automobiles è al momento estranea a qualsiasi gossip ma never say never pur avendo grande esperienza nei motori a gasolio ed i suoi motori non sono spremuti come quelli tedeschi

G Gasolio. La fine di un mito?​ Dopo le crociate parigine e londinesi sicuramente questo Dieselgate non aiuta il gasolio tanto che l’opinione pubblica e gli stessi esperti si sono spaccati in due con una fazione che la difende e l’altra che chiede la testa e quindi l’eliminazione graduale di questa motorizzazione che in Europa è maggioritaria e quindi significherebbe rivoluzionare completamente il parco circolante che paradossalmente sarebbe positivo per costruttori, politici, ambiente ed automobilisti ma bisogna capire chi dovrebbe pagare il conto…

H Horn. Il Ceo di Volswagen USA che deve fronteggiare una situazione a dir poco drammatica proprio nel momento in cui il Gruppo tedesco voleva riconquistare le posizioni perdute con la nuova Passat e soprattutto le nuove SUV …  Ovviamente è stato già decapitato insieme ai suoi più stretti collaboratori non essendo difendibile.

I Icct, meglio nota come International Council on Clean Transportation.​ E’ la ​organizzazione indipendente che si occupa di trasporti e sostenibilità​ e che ha condotto i famosi test sulle emissioni nocive delle versioni europee di tre automobili diesel: una Volkswagen Jetta e una Passat, oltre che una BMW X5​ (assolta!!)​.​  Come anticipato lo stesso ente ha testato anche 12 modelli di 6 marche vendute in Europa ed Italia bopcciandone sonoramente 11 e girando tutti i dati alla Commissione Europea che pare stia verificando…

J Jetta. L’auto della Casa di Wolfsburg più venduta negli Stati Uniti ed ora a rischio ritiro dal mercato U.S.A. durante i test stradali statunitensi ​le​ ​emissioni di NOx della ​Volkswagen ​Jetta ​hanno superato i limiti di 15-35 volte.

K Kraftfahrt-Bundesamt. O KBA (l’autorità tedesca di certificazione)​ che ora dovrà rivedere i suoi parametri di valutazione, magari confrontandosi con i colleghi statunitensi.​ Sicuramente non haanno fatto una bella figura i tedeschi e la stessa Bosch, leader mondiale nell’elettronica e produttrice di centraline da anni raccomandava ai costruttori di non usare le versioni taroccate per le auto da mettere in produzione ma solo per test: purtroppo qualche furbo ingegnere ha pensato di usare la tecnologia non per fare simulazioni di laboratorio ma anche per fregare i test e poi, non pago, anche i consumatori…

L Lavoro.​ Il Gruppo Volkswagen occupa più di 600.000 persone in tutto il mondo e bisogna assolutamente preservare questo patrimonio. Gli italiani farebbero poi bene a non sparare sui tedeschi perchè su ogni vettura tedesca le componenti italiane sono almeno il 10% che significa miliardi di euro a rischio e migliaia di posti di lavoro a rischio visto che le varie Pirelli, Brembo, Fiamm, Magneti Marelli, Conceria Pasubio e Mastrotto, TEXA, AntenneCalearo e mille altre splendide realtà italiane sono scelte dalle case tedesche e non solo per realizzare le loro vetture.

M Merkel. Il ​G​overno tedesco era a conoscenza del fattaccio?​ Il Cancelliere tedesco è apparso subito diretto nel chiedere tempestività e trasparenza.
La stampa accusa il Governo tedesco di essere già a conoscenza del fatto a fine luglio, ma il Ministro dei Trasporti smentisce​. Certamente il Made in Germany è sotto scacco e dovrà lavorare con abilità per rimettersi rapidamente in carreggiata. Una Germania debole non fa bene oggi nè all’Europa nè al mondo. Certamente la comunicazione dovrà essere migliorata al pari della trasparenze e senza arrivare alle dimissioni un pò di scuse e soprattutto provvedimenti importanti per garantire la salute e le imprese oneste dovranno essere fatte…  In Europa si fanno le gare per tutte le commesse e se la Polizia di Stato ed i Carabinieri scelgono un modello del Gruppo VW con motori turbodiesel anzichè della FCA perchè costano un pò di meno  va bene solo se tutti i concorrenti rispettano le regole.

N NOx. Gli ossidi di azoto (NOx) sono i gas prodotto nei processi di combustione per ossidazione dell’azoto contenuto sia nei combustibili fossili, sia nell’aria comburente. Indicano la somma delle concentrazioni dell’ossido di azoto (NO) e del biossido di azoto (NO2) presenti nell’aria ambiente e vengono misurati in mg/Nm3.Rappresenta uno degli inquinanti atmosferici più diffusi e aggressivi, contribuendo alle piogge acide (almeno per il 30%, il restante è imputabile al biossido di zolfo e ad altri inquinanti), all’aumento dei nutrienti nelle acque superficiali ed alla formazione di ozono nella bassa atmosfera.
​​Purtroppo i motori a Diesel ne emettono molto ed oggi la stampa britannica parla di almeno una tonnellata di sostanze nocive in più nell’aria se i dati delle emissioni fossero falsi per tutti gli 11 milioni di motori sotto esame. Le polveri sottili sono poi un’altra brutta bestia dei Diesel

O oppure zero. Potrebbe essere davvero l’anno zero di una nuova mobilità che vede all’improvviso gli USA davanti agli europei grazie ai californiani pronti alla sfida elettrica senza pilota portata avanti da giganti come Uber, Tesla, Google, Microsoft ed Apple

P Passat. Altro modello colpito dallo scandalo, la vettura è anche Auto dell’Anno 2015;negli USA è stata appena presentata la nuova generazione che ora punterà sui benzina.​ speriamo di non dover mai dover aggiungere qualche marchio che comincia con la P.

Q Q3, Q5. I suv di Audi a rischio commercializzazione…e la futura Q1 si farà a questo punto? ​ Gli Stati Uniti d’america dopo il crollo della Russia e la frenata della Cina rappresentano il mercato strategico per i leader automobilistici​ ed il Gruppo Volkswagen dovrà ora rimboccarsi le maniche e portare negli Stati Uniti i suoi uomini e donne migliori.

R Riscossa. Dei benzina e delle vetture ibride in attesa dei veicoli elettrici.

S Stati Uniti. Il ​P​aese​ che ha fatto scoppiare il Dieselgate ma merita ricordare che si parla di 11 milioni di centraline probabilmente taroccate. di queste negli USA ne hanno contate 482.000 e quindi le altre sono principalmente in Europa.  la esse interessa anche la Skoda e la stessa Seat che montano i motori con le centraline taroccate ed anche loro avranno da lavorare in richiami pur avendo la fortuna di non essere esportate negli Stati Uniti!

T TDI. Sigla storica che contraddistingue i motori a gasolio Volkswagen, ora a rischio​​ di estinzione. magari una EDI con una E abbreviazione di eco potrebbe essere un forte segnale di rinnovamento.

U UE. L’Unione Europea pare sorpresa ed al momento ha fatto tanti proclami ed una sola forte promessa​: da gennaio 2016 basta test virtuali al banco ma prove su strada prolungate per certificare più efficacemente le emissioni. Per restare sulla lettera “U” suggeriamo ai responsabili della UE di incontrare i tecnici della Università della West Virginia ​ che hanno effettuato i controlli su strada​,​ ​g​uidan​do​ le due Volkswagen e la Bmw lungo i 2mila chilometri che separano San Diego da Seattle. A bordo assieme a loro c’​era​ un’apparecchiatura Pems, Portable Emission Measurement System.​​ Con questi strumenti i furbetti non escono neppure di casa!​

V​ Volkswagen​ AG. ​Ha perso un terzo della sua capitalizzazione in soli 2 giorni​ anche se il 23 settembre ha recuperato 8 punti percentuali a conferma che dopo il panico ​la macchina tedesca è ripartita, ma è ancora debole e deve avere il coraggio e la forza di comunicare, scusarsi e dimostrare di aver capito la lezione e dopo aver rimosso i pochi furbi di riconquistare la fiducia che ha permesso a Volkswagen di essere fra i maggiori costruttori al mondo giocandosela con la Toyota che oggi vede il suo primato molto più saldo.

W Winterkorn​ Martin​. Il​ fresco capo del Gruppo Volkswagen dopo aver vinto la guerra contro Ferdinand Piech non si aspettava un inizio autunno così nefasto…sono fresche le sue DIMISSIONI addolcite però da una buonauscita complessiva di 60 milioni di euro ma ora rischia di pagarne di più sia alla Giustizia tedesca che a quella americana che per i reati aperti apre molto facilmente le porte delle sue prigioni: il disastro ambientale non è uno scherzo!

​​X ​X5. E’ ​l​’unica delle tre vetture sottoposte ai controlli statunitensi a non aver mai superato i valori delle emissioni e BMW sta diventando un partner strategico di Apple per la costruzione della icar, la vettura della mela morsicata che sarà completamente elettrica. ​​ Vista la capitalizzazione di Apple e BMW non è improbabile che il controllo della marca bavarese non passi nel medio termine sulla costa californiana…​ Più che la X5 il pericolo per BMW giunge dal 2 litri turbodiesel molto chiacchierato ma ad oggi fuori dai sequestri.

Y Yellow. Semaforo davvero giallo per i controlli futuri europei tanto che ​Secondo la Commissione Ue bisogna intervenire sulla modalità in cui vengono effettuati i test. La portavoce dell’esecutivo comunitario Lucia Caudet ha dichiarato che Bruxelles era al corrente che in generale i test in laboratorio sulle emissioni auto potevano non fornire una rappresentazione accurata come quelle in condizioni di guida reali: per questo dal primo gennaio 2016 si passerà ai test su strada. «Tolleranza zero per le frodi», ha aggiunto.

Z Zero emission. E’ l’obiettivo anche del Gruppo Volkswagen che al Salone di Francoforte ha presentato due gioielli come la Porsche Mission E e la E-tron 4concept con autonomia elettrica di 500 km tanto da poter sfidare seriamente l’americana Tesla.

​Confidando di aver fatto un pò di chiarezza, confidiamo che molti traggano spunti positivi per tutelare meglio il nostro ambiente senza demonizzare le automobili, che restano il miglior e l’unico strumento davvero valido di mobilità poichè il trasporto pubblico è purtroppo sempre più un miraggio a causa dei costi di gestione. Nel frattempo, gli ultimi aggiornamenti riguardano le vetture richiamate in Italia da Volkswagen, oltre 600mila. Ma non è tutto, perchè nelle ultime ore lo scandalo si allarga negli USA, dove sono state indagate anche vetture Mercedes, BMW, Land Rover e GM. Attendiamo sviluppi.

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