Chi possiede un’auto elettrica oppure ibrida a tecnologia plug-in è conscio del fatto che, prima o poi, continuare a utilizzare la spina domestica di notte per riportare al 100% l’energia delle batterie può diventare una vera seccatura… nonchè un problema, perchè tenere sotto corrente la vettura per così tanto tempo in diversi casi impedisce l’utilizzo di altri dispositivi elettronici e, quindi, mette in crisi la disponibilità energetica della propria abitazione. La soluzione a questo dilemma? Sicuramente l’installazione di una wallbox dedicata, sia all’interno del proprio garage che, per esempio, negli spazi comuni del condominio in cui si risiede.
La prima alternativa, ovviamente, è anche la più semplice: una volta individuato il modello che fa per noi, basterà provvedere al montaggio senza dover chiedere permessi di alcun tipo – a meno di non dover richiedere un aumento di potenza della wallbox stessa che, di contro, necessita di una revisione dell’impianto elettrico completo della casa. Per quanto riguarda i costi, una wallbox può partire dai 400 Euro (come la ID Charger della Volkswagen) arrivando a superare quota 1.200 Euro per le vetture di classe Premium, come le nuovissime EQA ed EQB assieme all’ammiraglia ultra-tecnologica EQS.
Esistono ovviamente delle soluzioni “non brandizzate” da una Casa specifica, come la Repower BITTA (da 940 Euro) e la più economica E-Station (da 580 Euro): in ogni caso il prezzo finale del dispositivo dipende dalla potenza che è in grado di erogare (fino a 7,4 – 11 – 22 kW), oltre che dalla tipologia di auto che può essere collegata. Solitamente nel costo di una wallbox brandizzata è anche compresa l’installazione da parte di un tecnico, che eventualmente può anche occuparsi dell’aumento di potenza della scatola qualora si dovesse rendere necessario.
Fino a un massimo di 6 kW, infatti, l’adeguamento della fornitura di corrente elettrica viene effettuato direttamente dal fornitore tramite specifica richiesta, per poi essere addebitato in bolletta senza alcuna modifica all’impianto della propria abitazione. Questa eventualità sorge soltanto quando sono necessarie potenze ancora più elevate, per le quali bisognerà contattare l’amministratore del proprio condominio in modo che l’operazione venga svolta in maniera certosina da esperti del settore, che lavoreranno nel pieno rispetto delle norme di sicurezza senza danneggiare le parti comuni dell’edificio.
Una wallbox, inoltre, può anche essere installata in uno spazio non privato, in modo che tutte le famiglie di un’intera palazzina possano utilizzarla: questo implica tuttavia una procedura molto complessa, che prevede la stesura di un progetto all’amministratore del condominio che dovrà tenere conto delle spese di lavorazione ovviamente suddivise tra tutte le parti. In questa circostanza è possibile anche rifiutarsi di aderire all’iniziativa, essendo consapevoli di non poter sfruttare successivamente i vantaggi della wallbox nel caso in cui si possegga un’auto elettrica o a tecnologia ibrida.