La Tuono, sin dalla sua prima versione nell’oramai lontano 2002, è sempre stata caratterizzata dal suo carattere unico ed estremamente divertente, una moto da utilizzare sicuramente in strada ma anche in pista tanto che da sempre è stata un po’ definita come una RSV senza le carene e con il manubrio alto. La primissima versione aveva ricevuto l’appellativo di “toro meccanico” per la sua propensione alle impennate e alla guida esuberante..
I “rumors” di una elettronica sopraffina e di un aumentato confort ci avevano a questo punto allarmato temendo infatti di trovarci di fronte ad una Tuono più morbida della precedente. Nulla di più errato per fortuna in quanto ha mantenuto (anzi lo ha ulteriormente evidenziato) il suo carattere brutale. Il motore ha la coppia di un bicilindrico e l’allungo di un plurifrazionato. La potenza e soprattutto la coppia (da utilizzare in strada) sono semplicemente esagerate e sfidiamo il motociclista medio (ma anche esperto) a potersene servire più del suo 50%..
Il cambio è morbidissimo e rapidissimo anche se avremmo gradito l’ausilio alla cambiata anche in scalata (speriamo in un prossimo futuro). Ad ogni cambio marcia si sente un piccolo ma deciso scoppio al posteriore che rende la guida entusiasmante.
MOTORE
A controllare tutta la potenza scatenata dalla ruota (sulla Factory c’è lo pneumatico da 200 al posteriore, omologato anche per la RR) sull’asfalto tanto ci pensa il sofisticato ed efficiente pacchetto elettronico APRC – condiviso con la sorella estrema RSV4 RR/RF –, dotato di controllo della trazione regolabile su 8 livelli, sistema di controllo dell’impennata (regolabile su 3 livelli), cambio elettronico (che non funziona in scalata come detto in precedenza), ABS disinseribile e Launch Control (sistema di ausilio alla partenza in pista).
Il telaio è stato modificato nei suoi parametri fondamentali al fine di guadagnare agilità e comfort. A tal fine, l’inclinazione del cannotto di sterzo passa da 25,1° a 24,7°; l’avanzamento forcella da 30 mm a 35 mm, quindi l’avancorsa da 107,4 mm a 99,7 mm.
Le sospensioni (Sachs per la RR, Öhlins per la Factory) escono con una taratura standard più stradale, ma sono in ogni caso pluriregolabili, quindi è possibile modificare il tutto per un uso più sportivo. La Factory ha anche l’ammortizzatore di sterzo Öhlins. Arrivati in zona ruote, troviamo i cerchi in alluminio che, sulla Factory, calzano le Pirelli Diablo Supercorsa, con il posteriore dalla sezione maggiorata a 200/55 (comunque omologato e disponibile anche per la RR). Impianto frenante di primo livello, ovviamente, con pinze Brembo monoblocco M432 anteriori, dotate di pastiglie dal migliore coefficiente d’attrito, che agiscono su dischi dalle flange in alluminio alleggerito (per la Factory).
Il sistema Bosch 9MP pesa solo 2 kg ed adotta una strategia d’intervento chiamata RLM (Rear wheel Lift-up Mitigation) che limita il sollevamento della ruota posteriore; inoltre è disinseribile e regolabile su tre livelli, ciascuno dei quali può essere combinato con una qualsiasi delle tre mappe del motore
Telemetria con il V4-MP